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Opere pubblicate: 19992
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Info sull'Opera
Scovato, ch’Ei, ebbe un pertugio stette a mirarlo per l’intera giornata. Ingoiata, il dì, fin l’ultima parvenza di sua luce attese ancora che inoltrasse notte che tutto cela. Lentissimamente, scivolò via dal “mucchio” ove fingeasi pronto per la fossa comune. Appiattite le membra, mozzato ogni respiro, cautamente strisciando, s’inoltrò nel vortice salvifico. Correo il Cielo aprìa provvide cataratte: lacrime torrenziali ovunque spandea fra bagliori di lampi e tuoni cupi. Fra scoppi rimbombanti, le rossastre fiamme e nubi dense che a dismisura dilatavano, segnavan l’orizzonte d’assurda battaglia! Alfin in solitaria tana ripiegato: Ei stette…! Serrato il verbo, in feral silenzio, privo d’umana eco: unico suono amico il respiro affannoso che gli venìa dal martoriato seno, a scandir gli attimi gli andava d’un’agonia lenta, estenuante. Preda d’ansia tormentosa dietro le palpebre plumbee s’accavallavan l’ombre di forme gigantesche e disumane e gli artigli di carnefici spietati e dissennati, ancor nelle sue carni rovistavan! Pur nello sconvolgimento dell’attonita mente, Ei, tanto s’arrovellava che un sol “PERCHE’”?!!, si ponea di scovar che potesse recargli ragione per siffatto sfacelo che un disegno da’contorni confusi e oscuri avea generato. Un “perché” che placasse il tumultuoso sdegno che lo possedea o, che almen, vigor gli apportasse al sopìto odio che covaa in seno per le subìte nefandezze! Inver, una sola certezza - Ei, si - l’avea: restar”li”, immobile: “pietra su pietra” di quell’oscuro anfratto, ove trovò disperato rifugio, il Fuggitivo, finché per il patito enorme stento non l’avvolgesse della Pace il sonno che reca l’Ali! Sì che, nutata la sua Vita, rinnovato il martoriato corpo verso l’Alto - Ei - raggiunger potrà l’Eterno ove più non lo annienterà di mente umana l’odioso “ASSURDO”! E, chissà?!, quando una pietosa mano gli giungerà a radunar le scomposte sue ossa? In: AA.VV. “ALTRE SEMBIANZE” I^ Ediz., Maggio 2005, Aletti Editore
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