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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Giovanna Valentina Teresa Profeta, che presenta ai lettori il libro "ioičn - Che io possa andare oltre"

di Rassegna Stampa

👉Intervista a Giovanna Valentina Teresa Profeta, che presenta ai lettori il libro "ἰοίην (ioièn) Che io possa andare oltre"

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "ἰοίην (ioièn) - Che io possa andare oltre”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo è originato dalla parola greca “ἰοίην (ioièn) letteralmente tradotta con la frase “che io possa andare oltre”, in quanto, composta dal verbo μι, cioè “andare, andare avanti”, ed è l’unico frammento, il numero 182, di una poesia della poetessa greca #Saffo, pervenuto a noi e risalente a ben 25 secoli addietro. Ho scelto questo termine per la mia prima raccolta personale di #poesie perché ritengo che questa brevissima parola racchiuda il mio approccio all’esistenza ed abbia un significato immenso e profondamente efficace, una parola di speranza che può essere monito per ciascuno di noi di non abbandonarci alla stasi, un invito a “muoverci” sempre, verso qualcuno, qualcosa, ad essere parte del fluire del tempo della vita per andare alla scoperta di ciò che non conosciamo, della diversità, dell’ignoto. Nonostante i secoli, ho rinvenuto in Saffo, come donna e poeta, tanti fili di congiunzione con la mia persona. Saffo si è distinta nella cultura greca per i suoi versi incentrati sull’amore, la grazia, l’eleganza raffinata dell’atteggiamento. E’ stata una poetessa rivoluzionaria per l’epoca, non solo per il suo essere una “donna” poeta, ma anche perché fu la prima a discostarsi dalla tradizione maschile dei racconti di guerra e mitologia, e ad adottare un linguaggio interiore, ad usare i suoi versi per parlare di amore, vita, sofferenza, agli altri ed a sé stessa. Grazie a lei, la cultura occidentale ha conosciuto il primo “io poetico autobiografico”, versi che indagano il complesso mondo dell’interiorità. Saffo trascorse una parte della sua vita in esilio a Siracusa, città a cui sono molto legata ed in cui ho trascorso molte delle mie estati. Una città ricca di cultura greca, un patrimonio che ancora oggi lega gli uomini di questo tempo a quelli del passato, ed io ho avuto la passione e la fortuna di immergermi totalmente in questa cultura, così come nelle acque in cui la stessa Saffo si è immersa e che ci hanno viste parte di una stessa storia.
Oggi con questa raccolta poetica mi sento testimone del suo messaggio di forza e speranza, per me, e tutte le donne e gli uomini che credono che il destino e la felicità siano nelle loro azioni, nella ricerca, nella curiosità, nel movimento inteso come viaggio, interiore ed esteriore. Queste sono infatti le tematiche che descrivo nelle mie poesie, la vita a 360 gradi, nella sua interezza e vulnerabilità, nei momenti di gioia e sofferenza, nelle lotte che ciascuna donna è costretta quotidianamente ad affrontare, costantemente nel tempo, in tutti i suoi innumerevoli ruoli di donna, mamma, amante, ma anche il desiderio di ciascun essere umano di essere felice della sua felicità, ovvero della felicità cucita su sé stesso, il suo essere ed i suoi bisogni e non della presunta idea di felicità stigmatizzata da una società malata, sempre più social e meno sociale, produttiva di uomini e donne ingannati da un concetto deviato ed effimero di libertà. Insomma, come rappresenta il titolo, questa raccolta è un viaggio che, partendo dalla mia interiorità ed analisi della realtà, ho inteso affrontare non più da sola ma in compagnia di tutti i lettori che desiderino accompagnarmi.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Tantissimo. Ogni verso è derivato dall’esperienza, dall’osservazione, dal vivere e contemporaneamente essere spettatrice del mondo che mi circonda. In questi versi ci sono frammenti di vita personale, storie altrui e di persone a me care, riflessioni partorite al bar, durante un viaggio, o nel silenzio della notte. Siamo tutto quello che viviamo e non deve esserci limite o imbarazzo ad aprirci alla conoscenza di noi stessi e degli altri. La vita è il più grande mistero e fonte di ispirazione che possa esistere.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - I ricordi, degli eventi, delle emozioni, degli stati d’animo, delle persone, di me stessa, dello stesso tempo. Il tempo scorre inesorabile e come dice correttamente Lei, è difficile salvare qualcosa dal suo oblio, ma la scrittura è uno dei mezzi che ci consente di cristallizzarlo, di fotografare uno status quo e trasmetterlo al futuro. Le parole hanno una forza potentissima, ci consentono di imprimere per sempre, nel ricordo e nella memoria, tutto quello che in quel dato preciso momento sta accadendo in noi ed intorno a noi. Non solo le parole salvano i ricordi e diventano una testimonianza storica del nostro passaggio temporaneo nel mondo, e dello stesso mondo in un determinato periodo storico, ma hanno una forza generatrice potentissima. Le parole influenzano, generano riflessioni, emozioni, stimoli, rivoluzione, azione. Le parole sono il mezzo di unione tra gli uomini, il linguaggio universale che dalle singole lettere arriva al nostro io e così facendo, viaggiando nel tempo, seminano frutti per i posteri. Le parole salvano, non solo dall’oblio del tempo ma dall’oblio di noi stessi, dai tanti lati oscuri del nostro essere. Sono convinta che tutti noi abbiamo bisogno di “riconoscerci” e la scrittura ci consente di nascere reciprocamente nei pensieri degli altri e di conoscere attraverso le parole degli altri noi stessi. Spesso la scrittura è il valore testimoniale più grande della ricerca della nostra essenza.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “ἰοίην (ioièn) - Che io possaἰ andare oltre”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Mi piace il verbo partorire che ha utilizzato per la Sua domanda. Sono madre ed avendo vissuto l’esperienza di dare alla luce una creatura posso trovare tante similitudini ed analogie con il percorso che mi ha condotto alla creazione di questa mia prima opera. E’ stato un percorso bellissimo, iniziato con il coraggio del pronunciare un “sì”, accettare la proposta di mettersi in gioco e condividere i propri scritti con il mondo esterno. Come per la maternità, creare un libro personale è un viaggio di entusiasmo ma anche di interrogativi, perplessità, momenti di imbarazzo. I versi, le poesie, rappresentano per me un racconto intimo e prezioso, che si vuole proteggere dalla superficialità e dal giudizio del mondo esterno, ma come si dà la vita ad un bambino, donandogli poi l’indipendenza e la libertà, la stessa cosa può accadere con i versi. Questo percorso mi ha insegnato che i versi non sono miei, sono frutto di quei semi del tempo che tanti altri scrittori, ma anche uomini e donne comuni, con le loro esperienze e pensieri, hanno introdotto in me e solo attraverso la libertà e la condivisione, le parole ed i versi hanno un senso nel nostro tempo. Ricorderò per sempre l’emozione di costruire passo dopo passo il percorso di questo libro. Nulla è stato pensato razionalmente, ma tutto il percorso è stato guidato, anzi accompagnato, da segni ed ispirazione. Ad esempio, il titolo dell’opera è nato dopo aver scritto la poesia omonima, che ho inserito alla fine del libro come ad indicare che questa opera non è la fine di un percorso ma l’inizio di un viaggio. Mi trovavo in vacanza a Marsala, ero in spiaggia, tra l’ora del tramonto e l’imbrunire e stavo guardando il mare, la foto in copertina ha immortalato l’esatto istante in cui mi è giunta l’ispirazione. Guardavo il mare, lo spazio apparentemente infinito all’orizzonte, la luce riflessa dei raggi del sole nell’acqua, così intensi da creare una apparente strada dorata, ed in quel momento ho sentito il richiamo di camminare verso quella via illuminata, verso l’ignoto che solo i sognatori ed i viaggiatori intendono esplorare, e la sensazione che ho vissuto è stata di estrema libertà e consolazione. Ho avuto la certezza che oltre la realtà del mio mondo, circoscritto a quel determinato momento, ci fosse uno spazio infinito da conoscere ed esplorare. In quel momento, è risuonata nella mia mente, come un eco lontano proveniente dalla brezza, la parola di Saffo, la sua esortazione, “ἰοίην (ioièn) - Che io possa andare oltre”, ed è stato l’augurio che ho voluto farmi e regalare ai lettori, seguire quella strada dorata ed andare oltre, sempre oltre, perché al di là del nostro mondo conosciuto, c’è tanto da inseguire e scoprire, senza mai arrendersi perché nulla è definitivo ma tutto evoluzione.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Certamente, l’arte in senso ampio influenza costantemente la mia scrittura. Tra i poeti del passato merita di essere menzionato anche Khalil Gibran, la sua opera “il Profeta” rappresenta per me un concreto manuale di risposta ai quesiti della vita, così come lo sono gli scritti di Seneca e Platone. L’arte come espressione massima è fonte per me di grande ispirazione. Lo sono i quadri di Frida Kahlo, Van Gogh, Claude Monet, Gustav Klimt, le fotografie di Doisneau ed Henri Cartier – Bresson. O ancora la musica classica, jazz e blues, molte delle mie poesie sono state scritte con sottofondi musicali. Il cinema, con registi come Ozpetek, o la scienza con le opere di Darwin e le scoperte di Rita Levi Montalcini e Margherita Hack. Tutti questi uomini e donne, con il loro impegno, ricerca, ispirazione, opere, hanno manifestato sé stessi trasformando i loro pensieri in concreto cambiamento per il mondo e tutti noi. Conoscere le loro vite ed opere, è come avere tanti tasselli di un puzzle da unire per imparare a comprendere le mille sfaccettature dei volti di ciascuno di noi. Non a caso un mio scritto ha come titolo “Tela di pelle”, perché siamo un volto di mille volti, uno strato di volti su una tela di pelle.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Romanzi, biografie, libri di giornalismo, storia ed attualità, scritti di viaggi e avventure ma anche manuali di psicologia, di antropologia, motivazionali e di mindfulness.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Prediligo il libro cartaceo, lo sfogliare le pagine e respirarne il profumo, è una tra le sensazioni più belle a cui non saprei rinunciare. Tuttavia, sono comunque favorevole ai formati digitali, rappresentano praticità e funzionalità, ma la carta credo rimarrà comunque il mio primo amore.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Userei tre aggettivi, curativo, esplorativo, commemorativo. Il libro dal principio alla fine è un viaggio nelle varie fasi della vita ed affrontarle attraverso la scrittura mi ha permesso di riscoprire emozioni vissute e sbiadite dal tempo, curare le ferite interiori mettendo a fuoco gli interrogativi importanti per la vita di ciascuno, esplorare le svariate versioni di me. Vede, esattamente come sosteneva Pirandello, siamo tutti uno, nessuno, centomila.
Questo percorso mi ha regalato la consapevolezza di quanto sia bello non essere unici ma molteplici. Credo che in noi, soprattutto nelle donne, ci sia la molteplicità del creato, una forza generatrice e primordiale che ci consente di rialzarci sempre, di affrontare qualsiasi prova, di nutrire determinazione e passione, di accentrare l’amore e l’indipendenza contemporaneamente. Siamo fatte di energia suprema e contagiosa, ed ancora oggi, il nostro essere impaurisce, è “il timore della finta forza altrui”, che vuole reprimere e mettere a tacere la nostra vitalità. Il 2025 non è poi così distante dall’epoca di Saffo, tanto è stato fatto ed ottenuto per le #donne, ma è proprio questo il messaggio che deve essere modificato, la rivoluzione culturale deve partire dal presupposto che noi donne non dobbiamo ricevere nulla a gentile concessione, siamo esseri umani, così come lo è l’uomo e, in quanto tali, è nostro diritto essere noi stesse e godere della stessa considerazione, non è un privilegio ottenere diritti, noi abbiamo diritti, nasciamo con diritti, è nostro diritto esistere come vogliamo ed essere felici secondo le nostre inclinazioni, non è un uomo, la società, o la politica che deve riconoscerci qualcosa che ci appartiene dal principio e che ci viene tolto discrezionalmente. E’ nostro diritto liberarci dall’insufficienza, dal pregiudizio, dall’arroganza, dalle arcaiche logiche sociali. Ma il primo passo deve partire da noi ed iniziare da un gesto semplice e complesso allo stesso tempo, amarci e ricordarci che non c’è essere più importante di noi. La libertà, l’indipendenza, economica - sociale - mentale, l’amor proprio, devono essere la nostra bussola per non perderci in un mondo che ancora oggi ci considera “sesso debole” a cui concedere pari opportunità.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “ἰοίην (ioièn) - Che io possa andare oltre”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Sicuramente sarei incuriosita dal messaggio del titolo, da questo invito di entusiasmo e speranza, perché andare oltre è futuro, è possibilità, è cambiamento, è scoperta. Tutto ciò che è fermo e statico è destinato ad esaurirsi, è la flessibilità al cambiamento che determina l’evoluzione e garantisce la sopravvivenza. Inoltre, è una raccolta di poesie che parla di vita, amore, indaga i sentimenti, le emozioni, elogia la bellezza di catturare gli attimi e godersi il momento, perché spesso la felicità si cela in un sorriso, un bacio, una carezza, una notte stellata, un bicchiere di vino, l’affetto per i propri cari. E’ un libro che spero possa aiutare il lettore a fermarsi, a fare pace con il tempo ed a diventarne parte, ad interrogarsi sull’interiorità e sul senso del proprio percorso. Mi auguro che questi versi possano stimolare progetti ed iniziative, dare coraggio, essere la leva per superare limiti e paure, dare il giusto valore all’esistenza. E’ importante capire chi siamo o perlomeno avere l’ambizione di provare a comprenderlo, spero attraverso questi versi che il lettore possa iniziare il suo viaggio ed andare “oltre” il suo piccolo mondo conosciuto, perché al di là di esso ci sono infinite possibilità e potenzialità del nostro essere.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Mi auguro di mantenere l’ispirazione ed assecondare il fluire della parola che scorre, così da proseguire con voi ed i lettori un’altra tappa di questo bellissimo viaggio intrapreso. Colgo l’occasione per ringraziare chiunque leggerà il #libro, spero tanto di ricevere i commenti e le opinioni dei lettori, perché questa opera vuole essere una raccolta di dialogo e confronto, ed anche solo un’emozione, o pensiero condiviso, sarà per me fonte di gratitudine e gioia nel sapere di essere andati “oltre” insieme. ἰοίην!

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