 | 📌Intervista a Vito Volpicella, che presenta ai lettori il libro "Il figlio del ministro" (Aletti Editore)
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il figlio del ministro”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Questo titolo rispetta in pieno il pensiero che ho sui ministri italiani: incapaci di fare il loro lavoro ONESTAMENTE. Nel mio libro, anche le famiglie dei ministri diventano simili: approfittatrici con l’accesso a tutto e padroni di tutto. Non conoscono né umanità e né altruismo. Solo il lusso e il possesso. Se un componente di simili famiglie fosse onesto, amante del giusto ed altruista, il ministro potrebbe avere un bastone nella ruota professionale.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà è la scrittura! Basta vedere gli occhi degli italiani onesti che trovano difficoltà ad andare a votare. Non sanno più a chi votare. Non hanno più fiducia e non vanno più ad esercitare questo diritto-dovere. Ed aumentano sempre di più.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il libro vuole custodire un messaggio sano di democrazia reale. Perché se c’è un corpo politico in un paese che i cittadini votano per essere gestiti democraticamente, questi devono essere democratici <<no di nome>>. Devono governare democraticamente, e il paese prosperirà in serenità sicurezza e felicità.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il figlio del ministro”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - L’incontro con la gelataia su ponte Garibaldi è stato l’alta tensione che si è scontrata con la bassa tensione. L’alta tensione era la gelataia. Su questa ragazza che ha conosciuto per caso ha potuto misurare la sua grandezza e il suo potere che aveva su tutte le cose. Ma anche la vigliaccheria che aveva dentro ben nascosta come tutti i suoi simili.
Nonno Lorenzo è determinante. Dimostra l’amore vero, l’amore che tocchi con mano. Pronto a dare tutto quello che ha. La fermezza del protagonista che vede veramente chi è la sua famiglia e ne prende le distanze.
E poi lasciamelo dire: mi piace la chiusura dove ministro e Lorenzo prendono il caffè sotto un acquazzone e non hanno soldi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Rispsota - Per primo voglio ricordare un GRANDE POETA sconosciuto: il prof. Carrino. Era il vice direttore del COLLEGIO PIO XII di Porto Cerario, che non esiste più. Ed insegnava a noi ragazzi ritardatari con le scuole. Anche se ero piccolo, penso che da lui ho preso l’arte di scrivere poesie. Non l’ho capito quando stavo in collegio, ma dopo. Un uomo, un bell’uomo che ha dedicato la vita ai bambini. Poi mi piace Neruda. Ed anche se non apprezzavo Pasolini come uomo, mi piaceva come scriveva e i film che faceva. Mi piacevano alcuni scrittori della beat generation, anche altri scrittori ed artisti. Ma chi mi ha ispirato molto è stato la BIBBIA. L’ho letta più volte quando abitavo in campagna. Molto difficile da comprendere, specialmente il vecchio testamento. Ma molto incisiva. Ho scritto un libro proprio ispirato da lei, e da quell'asinello di Cristoforo Colombo. E poi sono colpito da tutti i fenomeni naturali, dalle albe di primavera "come si chiama mia figlia" al mare molto agitato, ai ciliegi in fiori, alla corte che si fanno i merli come damerini. Ma anche da una signora che cammina su tacco a spillo.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - In verità, ero indirizzato verso la sceneggiatura e la regia. Mi piaceva Pasolini, mi piaceva Fellini, mi piacevano per le loro eccentricità. Mi piaceva De Sica per la sua bellezza popolana. Mi piaceva Proietti come teatrante. Ho fatto un po' di teatro sperimentale a Roma con amici. Scrivevo già soggetti teatrali e cinematografici. Ma la mia strada ha seguito una altra via. Sono stato sempre un uomo felice. No perché ero ricco; non sono mai stato ricco, anzi… Però ho sempre scritto. Ed ho vissuto con tenacia ed allegria il mio film della vita, e lo vivo ancora.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Quasi tutti. Meno i gialli.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Capisco chi legge sul digitale, per questione di tempo, diventa comodissimo con i telefonini. Ma io preferisco il cartaceo. Mi fa sentire umano, vivo. E la gioia di leggerlo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Quando scrivo un libro lo faccio con molta gioia, starei anche dall’inizio alla fine a scriverlo senza fermarmi, mi diverto, sono felice quando scrivo. Molte sere mi prendo un buon caffè e scrivo finche m’addormento. E nel sonno sogno che sto scrivendo. Poi questo libro mi ha entusiasmato molto. Quando scrivo un libro raramente scrivo altro. Mi impegno su lui. D’estate poi me ne vado al mare all’alba, molte volte anche d’inverno.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il figlio del ministro”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Se mi reco in una libreria, non lo faccio spesso per comprare. Ma se trovo qualcosa che m’attira, se vedo una copertina interessante lo sfoglio, e se vedo dietro una poesia, a tono col libro, molto probabilmente lo compro.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Io scrivo sempre; ho 22 anni se non scrivo invecchio. Ora sto terminando un libro che mi piace molto: "L’ISOLA". Tratta di una comune di ragazzi naturalisti che vogliono vivere come tali in un mondo senza sprechi e senza rifiuti. In un mondo dove i loro bambini possano correre dietro le galline senza nessuna paura e nessun pericolo. Lavorano, accumulano denaro per comprarne una. Nel frattempo una di loro si sta laureando in medicina. Sono una comune d’artisti contro i ricchi e lo spreco, e vivono già facendo il meno spreco possibile. Una famiglia molto ricca cerca di persuaderli da questa pazza idea. Perché sono stati snobbati da questi ragazzi, e vogliono tirarli fuori da questo loro sogno, per ripicca, vogliono metterli gli uni contro gli altri, offrendo denaro, offrendo lavoro molto remunerato nelle loro aziende. comprando quadri di una della comune pittrice. Appunto un quadro di un’isola piena di palme, offrendo una cifra esagerata da mettere in discussione il sogno. Ma l’artista glielo regala, dando un ulteriore schiaffo morale ai ricchi. I ragazzi riusciranno nel loro sogno. E la famiglia ricca andrà in tilt perché la moglie pensa di andare a vivere con i ragazzi. Terminerà così. Ma con tanti avvenimenti che scriverò.
Ho scritto e pubblicato con un editore coraggioso un libro bellissimo, con un messaggio eccezionale, per tutte le età, per i ragazzi e gli anziani. Per lavoratori, responsabili, per politici e sindacati: "IL SOGNO DI UN COMMESSO DI SUPERMERCATO". Un libro che leggendolo avrebbe lasciato il segno. E’ abbastanza lungo ed avevo già centinaia di copie vendute, e ne avrei venduto ancora, avevo intenzione di girare l’Italia. Ho lavorato 30 anni nella grande distribuzione, in diverse città, da Milano a Roma…
Ma l’editore ha messo il prezzo di 37 euro, quando avevamo pattuito 21. Il matrimonio si è rotto prima di incominciare. Ho altri libri-soggetti scritti. Solo interessanti, altrimenti non li scrivo. E poi ce l’ho un sogno: voglio pubblicare un libro di 999 poesie. Con amore e con democrazia.
📙"Il figlio del ministro" è acquistabile, previa ordinazione, presso qualsiasi libreria.
Clicca qui per ordinarlo su IBS: https://www.ibs.it/figlio-del-ministro-nuova-ediz-libro-vito-volpicella/e/9788859198093 |