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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
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Intervista a GIOVANNA RODDA, che presenta ai lettori il libro di poesie “CANTI ED INCANTI”, in duplice lingua ITALIANO E FRANCESE

di Rassegna Stampa

📌 Intervista a GIOVANNA RODDA, che presenta ai lettori il libro di poesie “CANTI ED INCANTI”, in duplice lingua ITALIANO E FRANCESE

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “CANTI ED INCANTI”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Parlo del #Brasile, un paese che mi è rimasto nel cuore, e che continua ad affascinarmi con la sua realtà multiforme, un “paese dell’anima”, e parlo di Piero, il mio amato sposo, troppo presto perduto a causa di una malattia. Parlo del nostro amore, vissuto come qualcosa di effimero, perché lui sapeva che alla fine io sarei rimasta sola, ma anche della gioia immensa, dell’incanto di essere comunque insieme per il tempo che ci sarebbe stato concesso. Diciamo che il confine tra “canti” ed “incanti” è molto sottile: una frontiera che si può valicare facilmente, perché ogni “canto” può divenire un “incanto”, ossia un incantesimo tessuto tra me e il mondo e tra me e il mio amato.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Moltissimo. Tutte queste esperienze descritte nella mia opera sono vissute nella carne, nel sangue e nell’anima. Ho vissuto il Brasile intensamente, ed ho vissuto il mio amore per Piero con tutta me stessa. La dimensione fantastica si trova quindi soltanto a livello di come sono riuscita a tradurre le mie sensazioni in parole, frasi e d immagini che possano risvegliare in chi le legge impressioni, sentimenti o magari anche dei ricordi.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Questo libro è un atto d’amore che va oltre la morte. Avevo parecchie di queste poesie nel cassetto, e pensavo che forse sarebbero state pubblicate postume. Ma poi ho cambiato idea. Ho pensato che questo era un dono che dovevo fare a Piero, che dovevo celebrarlo finché ero in vita, perché era una persona meravigliosa, e un compagno unico.
Quanto al Brasile, credo che molte persone che l’hanno visitato potranno riconoscersi nelle sensazioni che io descrivo. I colori, i profumi, quel ritmo particolare della vita che io ho trovato soltanto lì, come una specie di cadenza quasi ipnotica, sottesa all’esistere nel quotidiano.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “CANTI ED INCANTI”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ricordo soprattutto la bellezza del nostro essere assieme, io e Piero, così com’è descritta nelle poesie “Amore nuovo” e “Due”. Quelle poesie le avevo scritte quasi di getto, e le avevo lasciate in vista su un leggio per lui, quando sarebbe tornato dall’ospedale dove faceva la dialisi, e la sua sorpresa, quasi il suo rapimento, nel leggerle.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Considero soprattutto Pablo Neruda e Garcia Lorca come i fondamenti della mia ispirazione poetica. Li considero entrambi dei maestri, soprattutto per la ricchezza e la varietà innovativa delle loro immagini. Poi devo citare Giacomo Leopardi, dei cui poemi sono stata innamorata fin dall’epoca del liceo, e William Shakespeare, un altro gigante ineguagliabile. Il teatro è un’altra delle mie passioni. Ricordo sempre, come da ragazzina, quando ero sola, provavo a recitare Lady Macbeth davanti allo specchio. . .
Jorge Amado ha ispirato in me il desiderio di visitare il Brasile, e in parte ha ispirato anche il mio romanzo “Triade”, pubblicato dalla Ivvi.
J.R.R. Tolkien ha ridestato in me il desiderio di un mondo fantastico, eppure così reale e completo, descritto nei più minuziosi particolari. Penso che veramente lui fosse un visionario.
Altre fonti di ispirazione sono stati Romain Gary, Karen Blixen, Irène Némirovsky, Michela Murgia, Isabel Allende, Tahar Ben Jelloun, Silvia Avallone e Ilaria Tuti. Sono autori ed autrici diversissimi, ma ciascuno/a di loro mi ha scavato un solco nel cuore, e dopo averli/e letti/e qualcosa di me è cambiato a livello profondo.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - In “Avenida Atlantica” accenno a Gauguin. Posso dire che le opere di Gauguin hanno creato una specie di “lente”, attraverso la quale, in modo più o meno conscio, ho osservato il Brasile.
La pittura è sempre stata per me fonte d’ispirazione: Botticelli, Van Gogh, Modigliani, Marc Chagall e Klimt, che cito in un’opera ancora non pubblicata, sono tra i miei pittori preferiti.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Penso di di avere dei gusti abbastanza eclettici, ma prediligo sempre la qualità. Amo il genere fantasy, il cui supremo ed ineguagliabile autore è J.R.R. Tolkien, come detto, ma anche i lunghi romanzi storici, i romanzi surrealisti, o leggermente surreali, e anche i libri del mistero di Stephen King o di Ilaria Tuti.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Il libro cartaceo secondo me non ha eguali. Per quanto “pratico” e maneggevole possa essere un libro digitale, l’esperienza ricca e sensuale di un libro cartaceo, il suo odore, le sensazioni tattili, e il fatto stesso che questo libro in un certo qual modo invecchia con noi sono qualcosa di semplicemente unico.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Le poesie sul Brasile le ho scritte molti anni fa, e devo dire praticamente di getto. A volte le opere sono così: affiorano intere, come una specie di scrittura automatica, dall’autore, come se noi le stessimo semplicemente trascrivendo.
I canti per Piero, invece, sono quasi tutti appartenenti ad una serie di quaderni, quasi delle lettere che io ho incominciato a scrivergli da quando mi è mancato, nei suoi compleanni e nei nostri anniversari. Anche lì, ho fatto pochissime correzioni, affidandomi all’immediatezza di ciò che sentivo.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “CANTI ED INCANTI”, se non lo avesse scritto.
Risposta - So che la poesia è un genere difficile nell’epoca contemporanea. Le persone, il più delle volte, prediligono i romanzi, nei quali è più facile immergersi e spesso anche sviarsi e dimenticare le difficoltà della nostra vita quotidiana.
Ma la #poesia ha una sua magia, breve e sottile, che ti incanta anche con una sola immagine, e che può rimanere impressa in te per sempre. “CANTI ED INCANTI” segue questa tendenza, e pian piano, verso dopo verso, ti porta in un’altra realtà, altrettanto reale di quella in cui vivi; forse ancora più reale, perché vissuta fino in fondo con i sensi, con il cuore e con l’anima.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Al momento mi sto dedicando alla prosa, e ultimando un altro romanzo, “L’Odissea di Maria”, che tratta del percorso spirituale di una donna, della sua emancipazione da vecchi schemi, e di come attraverso questo percorso, spesso non convenzionale, sia riuscita a realizzare quello che da bambina non avrebbe mai immaginato potesse essere il suo futuro.

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