 | 👉Intervista ad ILDO CIGARINI che presenta ai lettori il libro "IL CAMMINO DELL'ANGELO" (Aletti Editore)
Domanda - Perché ha scelto come titolo dell'opera “Il cammino dell'angelo"? Quali sono gli argomenti principali?
Risposta - Ho immaginato che un angelo in pietra o in gesso custode di un Sacrario, quindi di un luogo consacrato alla memoria della Storia, si staccasse dal suo piedistallo diventando uno spirito del tempo, del mio tempo. Un angelo terreno, un compagno di viaggio nel cammino della vita, una presenza amica che cammina al mio fianco, lo spirito di un affetto che ancora mi può custodire (forse lo spirito di mio padre?) e accompagnare nel periglioso viaggio in questo nostro mondo: sempre più diviso, sempre più fragile e ingiusto. E il nostro è appunto un viaggio nella storia, nei ricordi, nella memoria, negli affetti, nelle passioni, nei dolori, nelle sconfitte e nella speranza; nella vita insomma, quella che tutti i giorni ci interroga sul senso del nostro esserci e mette alla prova la nostra capacità di capire e discernere tra bene e male, tra ombra e luce: l’ombra della guerra, la luce della speranza.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Quale realtà lei mi chiede? Quella di ogni giorno, quella che troviamo nelle pieghe della nostra esistenza, dalle gioie ai grandi dolori, dal piacere di vedere la bellezza e scoprire che ogni giorno la deturpiamo, inquinando il pianeta, violentando la natura. Il nostro lento ma continuo scivolare verso l’indifferenza chiusi al bisogno degli ultimi, dimentichi del nostro passato, sudditi di un presente come valore assoluto senza consapevolezza del nostro passato e capacità di visione di un futuro migliore. Da qui nasce il bisogno come diceva il #poeta di tenere alta la parola “vola alta parola”, di liberarla dal luogo comune, dall’oltraggio, dalla semplificazione, dal dileggio degli altri per tornare a una parola nobile e forte, capace di interpretare la fragilità dell’umana esistenza e di parlare al cuore e se occorre anche denunciare ciò che distrugge la nostra umana convivenza. Questo ho cercato di fare, camminando col mio angelo in questa raccolta: non so se sono stato capace di rendere il senso profondo delle cose prima richiamate, ma sicuramente c’è sincerità e passione nei miei versi.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Con il passare del tempo le mie incursioni nella memoria sono sempre più frequenti, forse mi muove la paura di perdere per strada i ricordi della mia vita che sono la sostanza di quello che sono stato e sono oggi. Sì, temo l’oblio, temo di perdere il ricordo delle mie radici e delle persone care che hanno avuto un ruolo fondamentale non solo di accudimento ma anche di formazione della mia persona. Le radici famigliari, sociali e culturali, i luoghi che sono sempre luoghi dell’anima, e questi temi sono presenti anche in questa raccolta. La piccola frazione (Pieve Modolena) di Reggio Emilia dove sono nato, con il suo cimitero, le case raccolte intorno al cortile, la campagna a pochi passi, i giochi con gli amici, le corse al torrente e le storie di mio padre di sera seduti al caldo della mitica stufa Becchi, il richiamo di mia madre per la cena e poi con lei altre ore felici. Sì, ritorno sempre più spesso a pensare a quei tempi e anche ad altri momenti della mia giovinezza, agli incontri, agli amori, alle scoperte, alle emozioni e alla sofferenza per la perdita di persone care. C’è molto di questo nella mia poesia, così come fortemente è presente la natura e la sua importanza e anche l’impegno civile. Chissà, forse con il passare degli anni emerge il bisogno di far ordine nei ricordi e tenere viva la memoria, non solo la mia ma anche la loro.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il cammino dell'angelo", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Penso di avere già dato una risposta a questa domanda ma posso aggiungere alcune cose. L’idea del libro mi è venuta in un giorno di novembre in visita al cimitero del mio paese, osservando un angelo di marmo sul Sacrario ai caduti mi sono chiesto: ”e se questo angelo scendesse dal suo piedistallo e camminasse con me cosa vedrebbe?” E con me è venuto nella guerra di liberazione nazionale, in Ucraina, in Palestina, sulla spiaggia di Cutro, nei campi di granoturco, nelle notti di giovani amanti, nella mia infanzia; ha condiviso la bellezza di un’emozione e il dolore di una perdita, la fragilità umana, il buio della parola violata, una porta aperta verso la speranza. Mi ha accudito con premura e affetto e poi se n'è tornato al suo Sacrario perché anche lì c’era qualcuno che lo aspettava e forse un giorno ritornerà per accompagnarmi in un altro viaggio, non so quale, ma posso immaginarlo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Molti autori e in tempi diversi, opere classiche e contemporanee, ma la prima fonte è stato mio padre Franco, scultore, poeta, documentarista e le sue letture a me bambino dell’Iliade e dell’Odissea; mi incantavano le sue letture. E poi il suo poema “La vacca di ferro” dedicato all’epica lotta degli operai delle Reggiane e alla costruzione durante l’occupazione della fabbrica del trattore R60, a testimoniare l’impegno per passare da un’economia di guerra a una di pace, dagli aerei della seconda guerra mondiale al trattore che ara la terra e aiuta a crescere il grano. C’è da dire che molti di quegli operai diventarono provetti artigiani e furono l’ossatura della crescita industriale della città. In quel poema si mescolavano epica, lirismo, civismo, natura e la forza della parola alta. Certamente mio padre non è stata la sola e unica fonte, a molte altre mi sono abbeverato, ma senza di lui non sarei diventato quel che sono oggi, la mia poesia è diversa dalla sua ma lui è stato il primo che mi ha ispirato.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Certamente. Nella mia raccolta “La via delle infinite cose”, premiato al premio la Gorgone d’oro, ho dedicato poesie a Mirò, a Doisneau, a Lorca, Neruda, Majakovskij: un pittore, un grande fotografo e tre grandi, grandissimi poeti e in questa ultima raccolta “Il cammino dell’angelo” al filosofo #Spinoza, perché la poesia è la via delle infinite cose e si nutre di bellezza e di vita, quindi tutte le arti e anche la filosofia sono fonti di ispirazione perché sondano l’animo umano e interrogano la vita.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Come risulta chiaramente dalla mia ultima risposta, io non sono un lettore monotematico. Certo, molta poesia, ma anche narrativa e saggistica (filosofia e storia). Sono come si dice un lettore onnivoro e in tutte queste letture trovo preziosi insegnamenti. Come si dice, sono un buon nutrimento per l’anima e la mente.
Domanda - Libro cartaceo o digitale?
Risposta - Facile, e senza se e senza ma: il cartaceo. Mi dà piacere sentire il fruscio della carta, l’odore della stampa e la possibilità di appuntare pensieri con la matita a bordo pagina. Mi dà gioia regalare un libro.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Totalizzante. Dopo avere immaginato una trama, un filo conduttore ho iniziato il primo verso, gli altri sono venuti da dentro, dall’ispirazione, perché come diceva la Merini la poesia è un moto dello spirito e dell’osservazione della vita, perché che cosa è la poesia se non la vita in versi?
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il cammino dell'angelo", se non lo avesse scritto.
Risposta - Sarei curioso di conoscere dove se n'è andato l’angelo e cosa ha visto.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, sto lavorando ad una nuova raccolta ”Amate Assenze” sottotitolo “La stanza delle ombre”. Non posso dire dove mi condurrà questo lavoro ma sicuramente indietro nel tempo e contemporaneamente avanti in un altro tempo. Il poeta si fa bambino e poi ritorna adulto con una nuova consapevolezza.
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