 | 👉 Intervista a Giuseppina Cuddè che presenta ai lettori "Alito di brezza" (Aletti Editore)
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “ALITO DI BREZZA”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Perché cercare a tutti i costi un significato nascosto, o meglio ancora, perché cercare per forza un significato attraverso i versi di questo mio viaggio-vita, in lenta progressione e deciso avanzamento? Mentre vado avanti - sebbene non capisca né dove né come, so solo per certo che vado avanti nel viaggio - finalmente mi convinco che il mio posto è a prua di questa imbarcazione, ribadisco di questa mia vita. Faccia controvento, sole sulla fronte e attesa nello sguardo. Ecco il mio alito di brezza, il mio respiro profondo e coraggioso.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Tantissimo. Parafrasando Leonardo Sciascia, la mia scrittura è più reale del reale, più convincente della stessa realtà. Sono ciò che scrivo, ciò che conosco, ciò che mi ha dato la vita, ciò che mi circonda, gli eventi che mi hanno cambiata, formata, il più delle volte distrutta per rinascere sempre.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?Risposta - La scrittura, come forma d’arte, è una forza che parte da dentro, una forza che scaturisce da ciò che siamo, da noi come persone, come esseri pensanti, umani. La scrittura non è mai tecnica, ma sempre umana, sempre personale, profondamente collegata al nostro io. La tecnica è solo uno strumento che usiamo per darle una forma concreta. Quindi, dall’oblio ho voluto salvare e custodire il mio essere nel tempo e dal tempo.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “ALITO DI BREZZA”, se dovesse isolare degli episodi, che ricorda con particolare favore, come li descriverebbe?
Risposta - Non ci sono episodi da isolare e, per conseguenza, da descrivere. C’è la mia vita, il mio profondo vissuto fatto di assai difficili da superare per andare avanti, per non arrendermi. Un po’ da supereroe: vestirmi di sorriso, di forza, di coraggio, di speranza e procedere con la mia missione di vita… Vincere ogni sfida, per essere parte attiva e complice di essa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?Risposta - Le mie fonti di ispirazioni sono la natura (a cui tanto faccio riferimento come grande maestra di vita), la quotidianità, gli eventi storico-sociali contemporanei. Gli autori fondamentali nella mia formazione culturale e sentimentale? Beh, da laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne, tanti. Ma quelli ai quali mi sono particolarmente avvicinata culturalmente sono i decadenti, gli avanguardisti, i contemporanei a seguire; mentre, sentimentalmente, più i contemporanei. Per citarne alcuni, perché la lista sarebbe davvero lunga, Charles Bukowski, Frida Kahlo, Pablo Neruda, Khalil Gibran, Alda Merini, Paulo Coelho, Jacques Prévert, Paul Celan, Mariangela Gualtieri, Gio Evan, Patrizia Cavalli. Non procedo, come preannunciato, nella elencazione di altri altrettanto significativi nel panorama artistico-letterario internazionale.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sì. C’è una disciplina artistica in particolare. L’Impressionismo. Mi riporta ad immagini reali, oggettive i cui soggetti mi affascinano e che - spesso e volentieri - sono presenti nei miei versi: giardini e i fiori, viaggi (gite) in una natura limpida, incontaminata, solare, creatività intesa come rinascita dell’io, sentimenti veri.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Prediligo il romanzo. Il romanzo realista, per l’esattezza. Specchio della società contemporanea. L’iniziatore può essere considerato il francese Stendhal che tanto apprezzo, benché difficile da leggere per lo stile evoluto ed estremamente elegante della lingua francese. A scriverlo io che sono di madrelingua francese ed una specialista della letteratura francese. Nella sua opera sono presenti un forte impegno conoscitivo della realtà e una serietà di indagine del tutto nuovi rispetto al passato. Stendhal, sottinteso, non rimane un caso isolato. Sulla sua scia si sviluppano e prolificano numerosi altri romanzieri.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Decisamente quello cartaceo che posso toccare con mano, respirare quando leggo e riprenderlo per scoprire e vivere nuove emozioni in un tempo diverso.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Affascinante, coinvolgente. Un viaggio alla scoperta sempre più profonda del mio io, alla ricerca di nuove sensazioni, emozioni da vivere e da trasmettere con grande fervore, con avvincente passione.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “ALITO DI BREZZA”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Comprerei “ALITO DI BREZZA” per quanto scritto, fino ad ora, in questa mia intervista.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione? Risposta - Certamente. Ho già scritto altre opere i cui temi sono assai legati alla storia e società attuale e che spero, vivamente, avere il piacere di far conoscere ai cari lettori che mi apprezzano. Opere, che - a tratti - si accennano, di cui spesso si dà un assaggio attraverso i social divenuti grande veicolo di comunicazione e di trasmissione dell’arte contemporanea. Mi soffermo qui, perché di opere trattiamo in questa relazione.
👉“Alito di brezza”. Quel respiro profondo sul sentiero della vita.
📘Il libro è acquistabile, previa ordinazione, presso qualsiasi libreria
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