 | 👉Intervista a Sandra Vezzani, che presenta ai lettori il libro "Cambio di passo": una seducente commistione di espressioni artistiche, che spazia dalla poesia al racconto alla fotografia.
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come “CAMBIO DI PASSO”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Ho voluto cercare di trasmettere con queste liriche un cambiamento del punto di vista. E l’ho potuto fare anche grazie alla lettura di questo nostro contesto sociale e umano in cui siamo tutti immersi. Per farlo sono partita dalle origini del mio personale percorso e dal mio primo viaggio di significato, l’#Africa, per la precisione il #MOZAMBICO negli anni 1978, in piena Guerra Civile. Ora il continente africano, a distanza di molto tempo, torna prepotentemente alla ribalta e diventa oggetto di discussione con la proposta avanzata nel Piano Mattei e ci fa immaginare un cambio di passo che riguarda molte delle emergenze presenti, dall’energetico al settore agricolo a quello alimentare fino all’ambientale. L’Africa diventa la tela bianca immaginaria in cui dipingere queste poesie.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Credo che lo stile sia fondamentale e cioè la scrittura come lavoro di stile e di resa è chiedersi come si possa scrivere la realtà o quali rapporti ci siano tra la #poesia e la letteratura. Lo stile quale oggetto ondivago e non completamente distinto che mischia e mette insieme la scelta delle parole, il suono che esse producono, le scelte verbali. Lo stile diventa l’idea stessa, forma e struttura salvate dal caos del tempo per rappresentare la realtà.
Poi fondamentale è osservare. Prima di scrivere bisogna vedere. In quest'opera voglio portare in figura la vita di tutti i giorni e cerco di capire come sono fatte le persone sia fisicamente che psicologicamente, cosa pensano, come si atteggiano ma anche come sono gli oggetti che li circondano. Per scrivere bene bisogna sapere come si comporta un bambino quando si annoia, di quale colore è un tramonto in montagna in inverno, di che cosa profuma la terra dopo la pioggia, come si siede un contadino quando rientra a casa da una giornata di lavoro. Il segreto per me è stato osservare la gente, gli avvenimenti, e il piacere di muovermi da sola nella folla.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il mio intento è che le mie poesie possano trasmettere valore, etica e soprattutto coraggio. Come ci insegna la filosofia la scrittura ha avuto sempre un ruolo basilare nel dare forma al pensiero per poterlo poi propagare, conoscere e perché no anche confutare. La scrittura è coraggio e come la verità si presenta nuda. Ha bisogno di essere limpida, serve a tirare fuori le emozioni e per riuscire in questo occorre scrivere testi che coinvolgano chi ascolta, in cui ci si possa identificare e riconoscere. Poi è importante far arrivare le immagini usando i sensi e i ricordi.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “CAMBIO DI PASSO”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ogni lirica porta con sé un frammento dell'animo da me colto in un periodo denso di accadimenti, dalla pandemia all’alluvione in Romagna che hanno forzatamente costretto a fare i conti con l”inaspettato.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?Risposta - Sicuramente i poeti classici: Omero, Virgilio e poi D’Annunzio, Pascoli, Leopardi, Montale, Pasolini, Merini. L’epoca della globalizzazione, del libero mercato, del cosmopolitismo ha decretato la necessità di valorizzare le parti che costituiscono il tutto e i singoli luoghi e le stesse città con i loro elementi unici. Bertolucci con la sua idea di “abitare le cose”, l’amore per Parma e la campagna, Caproni con Genova, Zanzotto con le colline trevigiane. Gran parte della poesia del’900 nasce dal rapporto che gli autori hanno con i luoghi.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sicuramente Mirò nella pittura, artista caratterizzato da un continuo processo di esplorazione, che ha guardato il mondo con gli occhi di un bambino proprio come il fanciullino pascoliano. Poesia pittura e musica insieme. Kandinsky che negli anni ’10 e’20 ha trasformato i quadri in sinfonie per gli occhi cercando una corrispondenza diretta tra l’andamento delle masse cromatiche e la sonorità di Beethoven. Paul Gauguin, Goethe e poi nella musica Beatles, Rolling Stone, De André, Battisti, Battiato e per arrivare ai contemporanei Lucio Corsi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Testi teatrali, di prosa e soprattutto testi di natura filosofica e psicologica.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Avere tra le mani un libro cartaceo rimane per me un'esperienza unica. Sono due modalità diverse con scopi diversi. Leggere è un processo che coinvolge il ragionamento critico, genera formazione di opinioni e sviluppa l’immaginazione che è una delle espressioni fondamentali che coltiviamo fin dall’infanzia. Sfogliare un libro è per me tutt’altro che fare uno swipe su un e-reader. Non demonizzo gli e-Book ma un libro cartaceo significa per me fuga dal quotidiano, disconnessione dalla realtà, un momento di evasione, solo nostro.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - E’ servito ad aumentare le consapevolezze delle mie emozioni e dei miei pensieri. È servito soprattutto a vedere colori quando fuori c'era il buio.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “CAMBIO DI PASSO”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Comprerei CAMBIO DI PASSO perché è un libro trasversale dove coesistono più stili: il racconto breve, la poesia, la fotografia documentativa. Serve a dare fisicità alle parole: è la più riuscita fusione del nostro essere mente e corpo in una danza ininterrotta di immagini, parole e musica.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso s, può darcene una anticipazione?
Rispota - Sì, vorrei indagare la poesia e il linguaggio del Medio Oriente. Mi attrae il senso di forza collettiva che unisce generazioni intere e valori comuni e l’importanza del racconto orale. E infine la cultura del Giappone dove la poesia indaga la pulizia dell’ambiente e dell’animo. In Giappone “pulito è bene” e i giapponesi associano le pulizie delle case al benessere psicofisico e spirituale. Vorrei scrivere un libro di poesie dal titolo PLEASE, CLEAN THE TABLE (Per favore, pulisci il tavolo). Chissà!
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