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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
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Massimo Tallei presenta ai lettori "La vocazione del filo", opera poetica in italiano e arabo . Traduzione a cura del Prof. Hafez Haidar.

di Rassegna Stampa

👉 Massimo Tallei presenta ai lettori "La vocazione del filo", opera poetica in italiano e arabo . Traduzione a cura del Prof. Hafez Haidar.

Domanda - Perché questo titolo?
Risposta - Perché il titolo “La Vocazione del Filo”? Perché oggi più che mai, in un mondo dove tutti vogliono apparire e essere protagonisti, c’è sempre più bisogno di lavorare per l’unità, magari in sordina senza farsi riconoscere, ma agire da collante. Manca negli scenari politici, e non solo, qualcuno che lavori dietro le quinte e sia da amalgama affinché tutto l’edificio regga senza passare col megafono dei Media e dire sono stato io, guardate come sono bravo! È spiegato bene dalla poesia introduttiva di Helder Camara, una vita trascorsa ad aiutare i poveri delle favelas brasiliane; è conosciuto da pochi ma ha lavorato una vita intera per aiutare il prossimo, per il bene dell’umanità senza autoproclamarsi, senza annunciare a tutti “guardate quanto sono stato bravo” con il rischio di vanificare tutto il suo lavoro. Lasciare che gli altri si prendano i meriti perché a noi interessano i risultati utili alla crescita di una Coscienza Universale. Alcune poesie sono tratte da un libro che avevo già pubblicato con lo stesso titolo nel 1997 per la Libroitaliano Editore, altre sono nate sotto il lockdown, altre ancora molto più recenti ma gli argomenti ricorrenti di tutte le poesie sono la ricerca della consapevolezza, il dialogo continuo tra natura e spirito, la natura come mezzo che ci viene messo a disposizione per far evolvere il nostro spirito tenendo a bada il nostro Ego che cerca sempre di farsi avanti, di alzare la testa e annullare i progressi che l’anima compie nel cammino di crescita della nostra coscienza.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella sua scrittura?
Risposta - La realtà incide sempre nella scrittura! Sono stato per 6 anni responsabile di un Centro di Ascolto e di Prima Accoglienza della Caritas di Macerata, di recente ho accolto una famiglia ucraina di Dnipro per 14 mesi (mamma con tre bambini) e abbiamo vissuto da vicino il dramma della guerra (il papà dei bambini è un soldato che combatte tutti i giorni), ci colleghiamo telefonicamente con loro ogni settimana e la situazione non è rosea. Non è rosea nemmeno in medio oriente. Ci sono popoli che vivono senza un territorio ma nessuno ne parla tipo il popolo Saharawi: il territorio c’è (tra Marocco, Mauritania e Algeria) ma nessuno va in piazza per loro perché sono pacifici e non fanno atti terroristici per attirare attenzione mediatica. Bisogna tornare a guardare la trave nel nostro occhio piuttosto che la pagliuzza nell’occhio del fratello.
Cambiare noi stessi, nel profondo del nostro essere, per cambiare il mondo in meglio.
Sono convinto che, per dirla con Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo. L’arte è bellezza, la cultura è bellezza. Diffondere cultura, rendere partecipi gli altri popoli delle nostre produzioni letterarie, musicali, pittoriche è un passo importante verso la pace tra i popoli.
La Cultura e la sua diffusione crea Unità, che è quello che oggi manca anche nei condomini.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Molte di queste poesie sono state scritte durante il lockdown Covid, quindi molti scritti risentono di quei momenti nei quali tutto sembra vacillare, ma proprio per questo bisogna ritrovare una compattezza maggiore. L’amore per la famiglia, per la mia sposa, per i figli si ritrova in quasi tutte le poesie. Ho una figlia adottata dopo un lungo periodo di affidamento (affidataci dal Tribunale dei Minori di Ancona a 7 mesi e poi adottata a quasi 6 anni). Ritornano sempre i ricordi di quando l’accompagnavo in stazione e l’andavo a riprendere dopo la scuola di danza e i tanti lavori in giro per il mondo (è ballerina professionista e in questo periodo è impegnata in una trasmissione con Maria De Filippi).

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Mi ritengo un grande lettore di libri di narrativa e un collezionista nonché lettore di libri di poesia. Dostoevskij, Hesse, Goethe, Kafka, Xavier Marias, Clara Sanchez per rimanere tra i più attuali. Tra i poeti Sandro Penna, Vittorio Sereni, Ungaretti, Quasimodo, Luciano Erba, Sergio Zavoli (che pochi lo sanno ma è un grande poeta). I miei preferiti in assoluto rimangono Kahlil Gibran e Tagore: la loro profondità di pensiero è quella che più mi ha influenzato. Gianni Rodari mi ha influenzato molto come scrittore di favole.
Ultimamente la scoperta di Bruno Arzeni, poeta maceratese del quale ignoravo l’esistenza, mi ha letteralmente cambiato la vita: ho scritto un romanzo “Il Poggio incantato” per valorizzarne le poesie visto che Arzeni è conosciuto come traduttore germanista (T. Mann, Goethe, Grimm, Pirandello, Deledda e altri) ma ha scritto almeno 400 poesie che sto cercando di riportare alla luce! E che LUCE!!!

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Ci sono sicuramente altre discipline artistiche che hanno influenzato e continuano ad influenzare la mia scrittura, prima fra tutte la musica. Me la cavo a strimpellare sia pianoforte che chitarra e ho praticato anche l’attività di musicista per un certo lasso di tempo (dai 16 ai 30 anni). Ascolto ogni tipo di musica. L’artista che più mi piace è sicuramente Sting, ma se devo scrivere vado con un sottofondo di Loreena McKennit o Sarah Jane Morris e Antonio Forcione o Emeli Sandè. Il cinema m’influenza in modo significativo: guardare un buon film ispira (mio figlio dopo la laurea in Lettere e Filosofia ha frequentato lo Sperimentale a Roma e fa il produttore cinematografico, insegna anche Analisi del libro allo Sperimentale). La danza è un’altra arte che mi piace molto e che guardo sempre con molto interesse avendo anche la figlia grande, ballerina professionista.
Oltre alla poesia, di gran lunga il mio genere preferito (mi affascina molto la sintesi, l’esprimere in una frase un concetto complesso; rimanere a meditare 2 ore su 4 righe questo mi affascina della poesia), amo la narrativa in generale, il romanzo in tutte le sue sfaccettature ma anche il giallo (Simenon, Doyle, ma anche Joel Dicker). Un altro genere che mi piace molto sono le favole. Ne ho pubblicate 6 e conto di pubblicarne ancora perché ne ho diverse nel cassetto.

Domanda - Libro cartaceo o digitale?
Risposta - Libro cartaceo sempre. Sono un collezionista di libri vecchi, la carta dei quali racconta una storia essa stessa. Poi esercito la professione di Oftalmologo e da Oculista posso tranquillamente confermare, senza la paura di essere smentito, che il computer tanto bene alla vista non fa, quindi meno si utilizza meglio è. Il libro meglio leggerlo su carta.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Qual è il mio rapporto con la scrittura? Semplice: l’ispirazione arriva di notte, ho sempre un taccuino sopra il comodino. Mi appunto le idee e durante il giorno, quando ho tempo, ci lavoro. Appunti su carta, lavoro certosino al computer. Il difficile è riprendere l’ispirazione iniziale e ritornare sempre al centro dal quale nasce tutto quello che si vuole esprimere. Mi chiedo sempre se la poesia così scritta ha un valore universale o no, se è in grado di influenzare positivamente la cultura oppure no. Molte poesie nascono, ci lavoro e poi le scarto perché lette a distanza di tempo non mi danno quella gioia creativa originaria. La gioia di aver creato un’opera bella è troppo grande, perché è frutto del tuo spirito, è farina del tuo sacco, è un segno dell’evoluzione della tua anima.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "La Vocazione del Filo", se non lo avesse scritto.
Risposta - Comprerei, da lettore, “La Vocazione del Filo” per il titolo, perché il titolo è accattivante: perché devo avere la vocazione del filo? Cosa c’entra il filo con la poesia? Poi si sfoglia la prima pagina e leggi Helder Camara che ti spiega perché dobbiamo essere come il filo, perché se ognuno di noi fosse un filo il mondo sarebbe in pace e tutto funzionerebbe meglio. Questo mi attira come lettore. Sono curioso di sapere cosa si nasconde dentro, qual è il segreto per diventare un filo nascosto che fa bella una collana!

Domanda - Progetti futuri?
Risposta - Sempre con la Aletti e per la collana Altre Frontiere presto verrà pubblicato “Meditazioni di un Corpo cosciente” in inglese.
Sto lavorando al mio secondo romanzo e ogni tanto scrivo qualche poesia, raggiunto il numero di 30-40 vedo se è il caso di pubblicarle oppure no. Da grande (ho 66 anni) vorrei fare lo scrittore; cioè vorrei avere più tempo per scrivere, ma l’empatia con i pazienti che incontro giornalmente è continua fonte d’ispirazione e non potrei mai rinunciarvi.

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