 | 👉Intervista a Margherita Frau per il romanzo "Sei millesecondi" (Aletti Editore)
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Sono dell'opinione che la realtà incida sempre nella scrittura, così come in tutte le forme d'arte: si crea per esorcizzare i propri demoni o dare ali ai propri angeli. E credo che questo valga soprattutto quando si parla d'amore.
Non si può dare cognizione di causa a qualcosa senza averla prima di sé stessi, e non possiamo parlare d'amore senza avere ben in mente cosa proviamo per chi amiamo o abbiamo amato. L'immaginazione è libera, il cuore quando ama non lo è mai e per scrivere servono entrambi.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Salvare, custodire... sono sinonimi di proteggere? Perché è quello ho fatto: ho protetto. Più di tutto dal tempo, sì. L'oblio è destinato alla dimenticanza ed io non volevo e non potevo permetterlo. La vita viaggia in dei bagagli che con gli anni offrono sempre meno spazio, io credo di aver reso lo spazio ad una promessa fatta, eterno. Nella vita non penso abbia importanza cosa o chi si è riusciti a sconfiggere, bensì cosa si è riusciti a proteggere!
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Ci sono autori a cui sono emotivamente legata più che ad altri, sicuramente a tutti riconoscente. E' capitato che magari di un autore con innumerevoli pubblicazioni abbia amato un solo libro, come successo con Grossman. Ma ce ne sono altri come Simone de Beauvoir e il suo compagno, sicuramente Dostoevskij, Wislawa Szymborska, Patrizia Cavalli... a cui sono rimasta irrimediabilmente fedele. Io mi sono formata sui libri di psicologia, Freud è l'ombra che mi ha accompagnata per tutta l'esistenza fino ad ora vissuta e potrei citarne almeno altri tre o quattro di nomi in questo campo che hanno segnato profondamente il mio essere. Non posso esimermi dal menzionare anche la filosofia ma i romanzi mi hanno segnato in altro modo. Se la psicologia e la filosofia mi hanno in qualche modo ancorata a verità che non potevo oltrepassare, la letteratura mi ha restituito la libertà. E' questa la sua potenza!
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Sei millisecondi”, se non lo avesse scritto.
Risposta - "Sei millisecondi" è esposto alle facili correnti del giudizio, di cui sono sempre stata acerrima nemica. E questo perché credo che la nostra comprensione quando osserviamo qualcosa, sia strettamente veicolata dalle nostre esperienze: più quel fatto è vicino al nostro vissuto e meglio lo comprendiamo. Sei millisecondi ha avuto l'ardire di osare raccontando la vicenda di un sentimento che sapeva e voleva essere più forte di tutto, anche di sé stessi. E' vero, dovremmo sempre porci dei limiti ma come detto dalla protagonista: Non deve essere facile, deve valerne la pena! E a me solo pochi mesi prima di iniziare a scriverlo, era stato detto: "Tu osa, osa sempre! Questo è il motivo per cui andrebbe acquistato, perché anche chi legge è chiamato ad osare per comprendere ma questo è uno dei significati stessi del libro: solo andando oltre il te stesso fino ad ora conosciuto, ne conoscerai un altro che ti aspettava da molto ma non sapeva come fare a portarti o ri-portarti da lui.
Domanda - Cosa direbbe alla protagonista del libro oggi?
Risposta - Più che dirle, le chiederei: con tutta la strada che hai fatto, hai trovato qualcosa che nella vita conti di più del mantenere una promessa fatta? E lei probabilmente non risponderebbe ma metterebbe nelle mie mani il libro, e sarebbe il suo modo di dire che non importa il prezzo pagato perché no, non c'è niente che conti di più. E' cosa preziosa e assai rara la fiducia che non necessita di occhi per sapere. Che essa venga recepita o meno per tarle dall'altro, ho scoperto che l'amore è anche questo o forse...solo questo! Non dare per avere qualcosa indietro. E direi al protagonista maschile una sola cosa: Se ero destinata ad incontrare un drago...sarò sempre grata alla vita per avermi fatto incontrare proprio lui.
Domanda - Progetti futuri?
Risposta - Sì, sto lavorando a delle sceneggiature teatrali. Una impregnata di poesia e l'altra di scomode verità, per questo avevo bisogno di personaggi come Giordano Bruno e Pasolini.
C'è una raccolta di poesie che un giorno o l'altro mi deciderò a pubblicare e c'è la stesura non ancora terminata di un altro romanzo...e come detto precedentemente: si scrive per esorcizzare i propri demoni e anche in questo si affronta il tema dell'amore ma da un punto di vista di responsabilità e cambia di molto rispetto al primo.
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