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Info sull'Opera
Autore:
Aletti Editore
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
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Intervista a Piero Camerone, che presenta ai lettori il libro "Istantanee"

di Aletti Editore

👉 Intervista a Piero Camerone, che presenta ai lettori il libro "Istantanee"

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Istantanee”?Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - C'è un'immagine a cui ritorno quando sento la necessità di un punto fermo, di un simbolo intimo esclusivo e, per certi versi, a me ancora segreto: è l'immagine della littorina che un tempo percorreva la tratta Romagnano-Varallo Sesia. L'immaginazione mi fa ancora avvertire lo sferragliare di quel treno, dalle pianure del novarese allo scenario delle montagne valsesiane. L'idea di Istatanee, mi è venuta pensando al divenire delle rotaie, al paesaggio, ai paesi, alle case isolate, dove affacciano cortili ingombri di macchinari e attrezzi per far campagna. In questo incedere, ogni fugace sguardo dal finestrino, coglie un'istantanea, una traiettoria che subito muta in altro diverso scenario. Attraverso la parola, che per sua natura non tanto descrive quanto inventa, crea il mondo, nascono le narrazioni istantanee; tasselli dai colori diversi che combino in tentativi di forme, alla ricerca di senso e significato dell'esperienza.
Osservando il disegno di questo viaggio esistenziale, gli argomenti trattati sono molteplici, ma ogni narrazione risponde ad un unico tema ricorrente, una sorta di motivo conduttore: la ricerca della "responsabilità in prima persona" nel guidare la vita, cogliendo quel punto di osservazione che sa mettere ogni evento che accade nella sfera di influenza individuale. Attraverso le Istantanee, e partendo dalle mie incapacità, dai dubbi, dai sensi di vuoto, ho tentato di scavare, per individuare il meccanismo dell'autosabotaggio che talvolta mi limita.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Direi che la realtà ha inciso in modo determinante, in quanto il "perché" scrivo, è la volontà di approfondire aspetti e modalità d'essere del reale, utilizzando il potere generativo, trasformativo, della parola. La realtà, intesa come l'insieme delle cose che accadono, in molteplici ambiti della vita, espone le persone a un diffuso disorientamento che sembra espandersi e aggravarsi di giorno in giorno. Le persone, manifestano difficoltà nel trovare risposte che siano punti fermi nel rapporto con la complessità dei problemi: l'uomo è sempre più "vittima" della realtà. Nel libro "La quinta disciplina", Peter Senge esorta a confrontarsi con la realtà iniziando da noi stessi, dai nostri comportamenti e dalla nostra responsabilità individuale. Se prevale la convinzione che il nemico è "là fuori", siamo incapaci di definire soluzioni che dipendano da noi. Ecco allora che la #scrittura può servire a innescare il processo di apprendimento, funzionale a una rappresentazione e comprensione del reale secondo la traiettoria "inside-out", e non viceversa.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ho cercato di salvare il sentimento di appartenenza alle radici e ai valori che fondano la mia identità, oltre l'occasionalità del presente, soprattutto considerando che vivere la contemporaneità espone a al senso di precarietà e incertezza. Per citare Bauman "nell'odierno contesto così frammentato, le relazioni e la socialità diventano sempre più liquefatte e tendono a disgregarsi e ricomporsi rapidamente, senza apparire mai stabili". Credo che la consapevolezza delle radici consenta di dare una direzione all'insieme episodico degli accadimenti quotidiani. Questo non avviene casualmente ma, per richiamare Haidegger, è in relazione con il "Progetto di vita", cui siamo chiamati a dare contenuto e unicità. Penso che la "Cifra", di cui parla Karl Jaspers nella ricerca di senso, si possa intravvedere, e poeticamente comprendere, in questo specifico modo d'essere della soggettività: la responsabilità è innanzitutto personale e, solo in un secondo momento, sociale e collettiva.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Istantanee”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Il ricordo che riassume questo percorso di scrittura è l'immagine della strada che da Alba, in provincia di Cuneo, sale a Mango, e da qui prosegue verso San Donato. Oltre le colline, in certe giornate di vento, si può addirittura avvertire l'aria del mare.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione.
Risposta - Il fascino delle Langhe, di cui ho detto, richiama, per naturale assonanza, Cesare Pavese e Beppe Fenoglio. Alle scuole medie, la professoressa di italiano mi ha fatto avvicinare alla letteratura con "La luna e i falò", "La bella estate", e i racconti di "Feria d'Agosto". Di Fenoglio ho un ricordo vivido dei romanzi "La malora" e "Il partigiano Johnny". Per rifarmi a un concetto di Massimo Recalcati, i libri sono incontri, e gli incontri, quando sono buoni, aprono mondi, spostano l'orizzonte del "qui e ora", e cambiano la vita. Dopo la lettura di quel certo testo, la vita non è più come prima, e così è stato per gli scrittori che ho menzionato. Su un versante più cognitivo, razionale, i miei riferimenti sono Heidegger, Sartre, Gadamer e Gianni Vattimo. L'esistenzialismo, la filosofia ermeneutica e, almeno in parte, il pensiero debole, mettono al centro l'esistenza come ambito di ricerca e conoscenza; vi è poi la filosofia ermeneutica che sovverte le certezze di una visione univoca della realtà. Questo ambito di studio e apprendimento per me è stato una scelta di campo, attualissima ancora oggi, dove indagare le molteplici possibilità del vivere.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - La passione per il pianoforte classico mi fa mettere al primo posto, le Variazioni Goldberge le Invenzioni a due e tre voci, di Bach. Per l'altro ambito di interesse, costituito dalla musica jazz, i miei riferimenti sono, Theloniuos Monk, Bud Powell, Bill Evans e Keith Jarret. Improvvisazione jazzistica (composizione istantanea) e narrazioni istantanee sono il filo rosso che collega la musica con la ricerca sulla parola. Una parola che, nel suo tendere al minimalismo, vuole cogliere l'essenza dei momenti, degli stati d'animo, oltre la fugacità e il frastuono in cui spesso si vive.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Il genere racconti, di cui apprezzo il ritmo asciutto e serrato della scrittura. Mi riferisco, ad esempio, a Raymond Carver e Dino Buzzati. Sono poi interessato alla saggistica, privilegiando Sartre, Erich Fromm e gli altri esponenti della Scuola di Francoforte.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Per me il libro tradizionale, il libro che sa di stampa e carta, è insostituibile. Capisco che il digitale possa meglio raggiungere un certo tipo di pubblico, ma personalmente ho necessità della fisicità del libro cartaceo, per sottolineare e prendere appunti.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
E' stato un rapporto non strutturato e non ordinato per tempi prestabiliti. Le narrazioni istantanee contengono un'idea che vuole collegarsi alla composizione estemporanea che, come ho detto, caratterizza il jazz. Le mie narrazioni sono improvvisazioni su temi della quotidianità, su stati d'animo che mi suggestionano, su emozioni che mi capita avvertire. Quando intuisco che qualcosa stia delineandosi, mi appunto tutto e di più, su foglietti occasionali o sul cellulare. Scrivo dove mi trovo, quando l'esigenza della scrittura è autentica, non programmata. Quello che viene fuori deve andare bene così com'è, senza correzioni: altrimenti che istantanee sarebbero!

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Istantanee”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Un aspetto che potrebbe interessarmi è la tensione creativa nella ricerca di essenzialità e autenticità. Gli argomenti delle narrazioni istantanee interessano questioni che non si esauriscono in un'esigenza espressiva individuale, ma si rivolgono, come in una sorta di testimonianza, agli altri. Esse sono una visione delle cose che voglio offrire, per incontrare l'altro sul piano dell'esperienza, della ricerca, e della riflessione critica. Ho svolto un'operazione di comunicazione, avente ad oggetto argomenti che non saprei restituire efficacemente mediante il semplice dialogo.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Da qualche tempo ho in cantiere un progetto di romanzo che penserei di intitolare "Coincidenza per domani". La sinossi, al momento, è questa: c'è una stazione abbandonata, forse una dimensione onirica, in cui capitano un giovane seminarista e un vecchio clown. L'altoparlante, avvisa: "Annuncio ritardo. Treno proveniente da ieri per domani, viaggia con ritardo imprecisato". L'attesa diventa occasione di dialogo tra i personaggi. E' un'idea a impianto esistenzialista-surrealista, basata sul confronto attuale fra generazioni diverse, entrambe in attesa di futuro.

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