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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a GIACOMO GARZYA, che presenta ai lettori il libro “Č la vita”

di Rassegna Stampa

👉Intervista a GIACOMO GARZYA, che presenta ai lettori il libro “È la vita”

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “È la vita”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo vuole innanzitutto significare che l'esistenza è un dono, già la vita di per sé è un gran privilegio, non va assolutamente sprecata, va vissuta pienamente e dà la possibilità di vivere attimo per attimo il presente, di guardare con speranza al futuro, ma anche di poter ripercorrere i momenti belli della vita, di rivivere le gioie vissute nel passato. Si sa che, spesso, i ricordi che resistono più a lungo, siano proprio quelli belli, laddove per autodifesa, per sopravvivere alle tragedie personali e non, che si incontrano nella vita, si tende a rimuovere quelli brutti.
Vi è da dire, poi, che il corso della vita di ciascuno di noi, è vero che possa essere determinato almeno in parte dalla propria volontà, ma è anche vero che esiste l'imponderabile, ovvero quando entra in gioco il destino: è questo a determinare, alla fine, la vita di ciascuno di noi, nel bene o nel male. Di qui l'imprescindibile necessità di accettarlo, confidando nella Provvidenza, ma soprattutto senza avere una visione prettamente fatalistica, che ci impedisca di esser "faber", costruttori della nostra vita, dei nostri ideali, per arrivare in qualche modo anche a una certa verità, per conoscere prima noi attraverso ciò che facciamo, poi l'altro da noi, secondo l'intuizione vichiana del Verum ipsum Factum.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Ha avuto importanza, vista la mia formazione di storico, in quanto la ricerca storica si basa sui fatti, sui documenti del passato, ma di quale realtà si tratta, oggettiva o soggettiva? Si parte, infatti, da ciò che si vede, da ciò che si sente e si sa anche, almeno credo sia così, che l'universo di fatto non esista senza noi uomini, che osserviamo la natura intorno, sentiamo e pensiamo, e si arriva alla conclusione che la realtà oggettiva non sia un elemento assoluto, può essere apparenza, addirittura un sogno, quindi relativa. Ne ho la convinzione anche come fotografo, certo, come per tanti esponenti della fotografia post-positivista, che l'inquadratura in una foto sia inconfutabilmente soggettiva, frutto di personale interpretazione di ciò che si osserva: una realtà soggettiva quindi, diversa da quella di un altro a me vicino, a guardare la medesima cosa.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta- La mia poesia, fin dall'inizio, ha voluto essere un antidoto contro l'oblio del tempo, preservando i valori universali della nostra civiltà, tenendo sempre vivi gli affetti, che ci consentono di sopravvivere in un mondo spesso ostile, non sempre o non proprio amico. Credo sia un comune errore pensare che, col passare del tempo, vi sia un'evoluzione del bene nella natura umana, anzi la violenza - è un esempio - sembra aumentare con i sempre più rapidi progressi della tecnologia negli armamenti, quindi, gli affetti, anche quelli per sempre perduti, devono poter vivere e rivivere in noi, per farci resistere in questi tempi di grave crisi, di passaggio epocale, nella solitudine esistenziale dell'uomo moderno, nella società di massa e dei consumi. Altra cosa è la solitudine volutamente cercata.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “È la vita”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Più che episodi da isolare, in questa silloge, come nelle precedenti, è il mio intero vissuto ad essere presente, come il mio "Io lirico". La mia poetica, tuttavia, non è solo un diario dell'anima, vuole sì scandagliare me stesso, ma per andare oltre, arrivando a vivere anche le emozioni degli altri.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Su tante letture dei classici, in particolare nella mia poesia vi è l'influenza soprattutto dei Poemi omerici, dei Lirici greci, Saffo su tutti, quindi Catullo, Orazio, Foscolo, Kavàfis, Garcìa Lorca, Ungaretti, Quasimodo. A livello stilistico, nella mia prosa, hanno avuto grande influenza soprattutto Curzio Malaparte, Hemingway, de Saint-Exupéry e Oriana Fallaci.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Avendo avuto la fortuna di viaggiare tanto, fin dall'età di sei anni, ho provato, nei musei delle grandi capitali europee e non, grande interesse soprattutto per la pittura, da scrivere talora poesie, spesso in presa diretta, sulle opere di grandi Maestri del passato che mi hanno particolarmente ispirato, come su quelle di tanti amici artisti conosciuti nella mia vita.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Amo in primis la letteratura che affronta tematiche esistenziali, in particolare Dostoevskij, quindi quella che tratta dei viaggi.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Sicuramente, dall'alto dei miei 71 anni, preferisco il libro cartaceo, è un vizio molto gradevole della mia generazione.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - In generale, trovo l'espressione scritta un'esperienza fondamentale per tutti, "Scripta manent, verba volant". Vivo in simbiosi con la scrittura, tutte le poesie che scrivo sono come mie figlie, in tutto e per tutto, una ragione importante della mia esistenza, al di là della loro pubblicazione.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “È la vita”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Innanzitutto per la curiosità di capire cosa ci sia dietro il titolo.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Scrivo da oltre trent'anni poesie, per cui non mi fermo, fa parte della mia vita esprimermi in questo modo, al di là dei miei libri fotografici pur essi per me importanti, un diverso codice linguistico ma sicuramente complementare alla mia poesia, soprattutto nei paesaggi. Nel 2025 si prevede l'uscita di un mio libro ad Atene, si tratta di una sessantina di mie poesie già edite, legate in gran parte a una quindicina di viaggi in Grecia, tradotte in greco moderno, per ricordare quel grecista che fu mio padre Antonio, e per dare al pubblico greco il mio contributo d'amore per l'Ellade.


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