| 👉 Intervista ad Aurora Geluardi, che presenta ai lettori "Le favole della buonanotte".
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Le favole della buonanotte”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo è dovuto al fatto che oggigiorno i bambini sembrano “spariti”, nel senso che la presenza di Internet e della tecnologia riveste, purtroppo, una realtà sempre più presente nelle loro giornate e sembra come se si fossero dimenticati della bellezza e della semplicità del mondo esterno.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Molto, bisogna far tornare i bambini alla loro realtà infantile. Ho pensato a quanto era bello quando la mamma ti metteva a letto e leggeva una favoletta per farti addormentare sorridendo.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il futuro non ci garantisce niente di buono, fra guerre e tante morti innocenti. Ecco perché ho pensato a questo libro, letto da un bambino ancora piccolo o dalla sua mamma.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Le favole della buonanotte”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - A me piacciono tutti i racconti, sono usciti fuori dalla mia fantasia e li vedevo come fossero film: è la mia fantasia accesa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale? Risposta - La mia unica fonte di formazione e ispirazione è stata ed è la mia fantasia: lei dettava, filmava, creava, immaginava e io scrivevo.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - A me piacciono le poesie, in generale, e ne ho scritta qualcuna, ma è sempre il mio cuore che comanda.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Preferisco le poesie d’amore, in particolare le poesie e i componimenti di Hermann Hesse
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Io personalmente preferisco il libro cartaceo, che si tocca con mano, che profuma di carta stampata, dove si può sottolineare un pensiero che ci colpisce o si mette un segnalibro per ricordarci il punto da cui riprendere la lettura in seguito. Sono, allo stesso tempo, consapevole che ormai la tecnologia riveste un ruolo fondamentale nella società attuale e la versione digitale rappresenta un metodo veloce e più “pratico” di leggere.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Sembrava come se non fossi realmente io a decidere la sua composizione, ma come se un’altra persona mi dettasse le parole da scrivere. Quest’altra persona era la mia fantasia, la mia testa o un’Aurora più intima con cui dialogavo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Le favole della buonanotte”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Lo sceglierei perché sentirei curiosità. Non sono i soliti sermoni, saggi o romanzi pesanti, ma una narrazione più colorata e leggera.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, ho già un altro libro pronto dove sono presenti tutti i tipi di poesia: da quella più seria a quella d’amore, da quella più spinta alle riflessioni. |