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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista alla Poetessa MARISA BRANDANO, che presenta ai lettori il libro “Anche le aiuole non mantengono le promesse” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

👉Intervista alla Poetessa MARISA BRANDANO, che presenta ai lettori il libro “Anche le aiuole non mantengono le promesse” (Aletti Editore)

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☑️Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Anche le aiuole non mantengono le promesse”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per Lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Parlando in senso ampio, quando c'è con noi stessi un contatto intimo e viscerale, che io uso definire di “entrañas” (affidandomi ad una parola di lingua spagnola, a me cara), a volte succede che arrivino le risposte prima ancora di formulare le domande.
Perché il dialogo intimo è un fluire continuo. Dentro noi... azzardo... forse c'è già tutto.
Se ci affacciamo nella foce del nostro pozzo miracoloso, la luce ci viene incontro per farci scoprire parti di noi, che ancora non conosciamo. Lo so, sembra un miracolo.
Ma questo è il frutto della cura che noi abbiamo dedicato alla Creatura immacolata, che alberga dentro noi stessi. Io me ne prendo cura da una vita, e così sono ricambiata.
Riflettendo sul perché del titolo “Anche le aiuole non mantengono le promesse” della mia raccolta di canti liberi, reputo sia più intrigante e formativo, per chi legge, non conoscere il percorso fatto dall'autore per partorire la titolazione di un libro.
Investendo, così, di fatto, il lettore a far parte di un circuito di vasi comunicanti tra il mondo di chi scrive e il mondo di chi legge.
Sinergia che trasporta entrambi nel mondo della creatività.
Per quanto riguarda gli argomenti trattati in questo volume, essi sono il risultato di un'investigazione nel mondo emozionale dell'essere umano. Dialogo intimo, continuo che porta ad un fluire spontaneo, innocente o civettuolo. “Vestito a festa o smunto mendicante”.
In libertà, senza frontiere.
Fluire, trasportato in lettighe di bambagia, con occhio indagatore (a volte) o permissivo.

☑️Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Mah, io nasco principalmente poeta. Viviseziono ciò che vedo, ciò che vivo, ciò che sogno.
Contemplo e, poi, mi lancio senza scudo nel marasma di ciò che incontro o a cui vado incontro. Credo, forse, nel tentativo di comprendere il senso della vita, attraverso gli eventi.
Quindi sono certa che qualora avessi avuto una vita più piatta, me ne sarei costruita, nella realtà o immaginazione, una più densa e frastagliata.

☑️Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo Suo libro?
Risposta - Sì, la scrittura come parto che genera figli di un futuro eterno. Prole che deve essere salvaguardata.
In questo libro c'è sangue e riso, petali che sfioriscono ed altri che si aprono alla vita. Tutti deposti e adagiati, tra venti di solitudine e reincarnazioni.
È in nome di questo vibrare di canti che ho reputato doveroso, da parte mia, regalare loro la propria degna unica dimora: il libro.

☑️Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Anche le aiuole non mantengono le promesse”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore,
come li descriverebbe?
Risposta - In realtà, in questa raccolta, c'è la testimonianza di un percorso iniziato da tempo antico. E tutto merita di essere salvaguardato. E tanto ancora è in cassaforte, custodito.
Questo libro è come un album con le foto di una bimba che cresce.
Anche se gli scritti non seguono un ordine cronologico.
Ma spero arrivi l'amore di una madre per i propri piccoli...
Come non “custodire dall'oblio del tempo”, come Lei stessa ha definito, un palpito, un frastuono...di un tempo che fu. Ma anche di ieri. E anche di domani.

☑️Domanda - Quali sono le Sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella Sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Io provengo da una formazione classica e, nella mia crescita, mi sono nutrita dei grandi scrittori, pensatori.
Dostoevskij, Seneca. Li ho amati. E li amo a tal punto da essere diventati miei consanguinei di elezione. Dante.
Il cantico delle creature di San Francesco. Ed è subito sera di Salvatore Quasimodo.
Poi ho vissuto di rendita, ho fatto sedimentare e ho continuato, più che mai, a contemplare. E ho iniziato con maggiore consapevolezza a vomitare negli scritti (ma anche nel mio percorso pittorico), con furore, con dolcezza, perle, fiori, sogni. Funerali, e battesimi.
Non sono una grande lettrice. Mi assolvo, dicendomi che non è importante quanto si legge ma come si legge. E ne sono convinta.
Posso rileggere una frase di Dostoevskij venti volte di seguito e per venti volte continua a catturarmi.
Le mie letture le ho sempre fatte per nutrirmi, perché avvolta dalla capacità dell'autore.
Non ho mai letto per trovare fonti ispiratrici.
È giusto che ogni creativo cerchi e costruisca la propria strada individuale. Assolutamente. Sempre.
Oggi, ma già da un po', credo di aver fatto abbastanza tabula rasa dentro me, eliminando il superfluo, ma non solo, perché nella dimenticanza, poi, quando riemerge la conoscenza, rinverdisce lo stupore e la gioia, iniziali. Ecco, io me ne voglio cibare sempre.
Così, anche se è una conoscenza incontrata tempo fa, e volutamente “scordata”, direi nascosta semplicemente per far riesplodere il battito dell'eccitazione, quando si ripresenta alla porta della nostra fame, diventiamo di nuovo innocenti, pudichi. E poi arditi.
È bello.

☑️Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la Sua scrittura?
Risposta - Diciamo che sono due, le mie vene creative.
Quella letteraria, di cui abbiamo parlato fino ad ora e l'altra, nell'arte figurativa.
La mia, è una ricerca deposta su tele e composizioni: fermenti di materia informale. Un viaggio esplorativo in cui dono nuova vita a tutto ciò che comunemente, una volta usato, viene dagli umani rottamato. Mi inoltro nell'arte povera.
Io, in quelle macerie mi riaggancio alla “voce” di una scarpa, di un cencio che ha pulito la stanza del bimbo... e infondo, loro, la parola muta della testimonianza.
Brandelli inanimati planano su conche spirituali e poetiche che, per prodigio, risorgono.
Anche le mie “mummiette” prendono la parola con la loro apparente staticità.
Guerriere che si liberano da fili, rame, catene, pregiudizi. Paure.

☑️Domanda - Oltre a quello trattato nel Suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Ho un amore e propensione marcata per la drammaturgia.
Oltre ad aver pubblicato poesie con altre case editrici, nel 2022 ho dato alle stampe il mio primo poema, che è anche audiolibro “TOC Codice Svelato”, il quale mi ha dato grande soddisfazione.
Nonostante io sia consapevole di esprimermi in una forma orfica e, quindi, non facilmente fruibile dai più, ma questa è la mia identità letteraria.
Quella di TOC è la storia di una donna, che dialoga per tutti i mesi della gestazione, col proprio figlio, TOC appunto, il quale si trova ancora dentro la sua pancia.
Figlio non cercato, inizialmente ripudiato, ma che diventa poi nel tempo, sostegno e, forse, ragione di vita.

☑️Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Senza dubbio, per me, il libro è quello tradizionale cartaceo, che puoi toccare, che ti fa compagnia. Che metti accanto al letto, ma anche sul cuscino. Però riconosco che, nel mondo
odierno, anche il libro digitale, assolutamente sì, ha ragione d'essere. Non come sostitutivo, ma come veicolo differente di diffusione ed espansione.
Certo il cartaceo sa di pane appena sfornato.

☑️Domanda - Per terminare, qual è stato il Suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - È stata una gioia, tenerezza. È stato rivivere un impeto, reverenza verso temi trattati. È stato un lavoro di assemblaggio dei canti scritti, fatto con serietà e rigore, con sacralità.
È stata una gioia, una danza.
Preparativi per un matrimonio che, di fatto, esisteva già.
Festa per una casa nuova.
Festa.

☑️Domanda - Un motivo per cui Lei comprerebbe “Anche le aiuole non mantengono le promesse”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Lo comprerei per sentirmi a casa. E, se questo non succedesse, so che mi sentirei in una casa non mia, ma ben accolta e con un respiro nuovo.
L'augurio per questo mio nuovo libro, è che faccia una buona compagnia a chi lo legge.

☑️Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, sono quasi in dirittura d'arrivo di un altro progetto letterario in prosa, che terminerò entro brevissimo tempo. Che ha già un titolo, ma che per scaramanzia non dico.
Così come non parlerò, nemmeno, della tematica affrontata.
Con un po' di pazienza arriverà alle stampe, e mi auguro possa calamitare molte anime.
Ovviamente, nel mio turbinio creativo c'è una lista d'attesa che, spero, veda la luce.

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