| 👉Intervista ad Angela Riviera che presenta ai lettori il libro “Il violinista di strada”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il violinista di strada”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Io ritengo che la mente umana è quanto di più insondabile ci possa essere e che quello che, apparentemente, potrebbe essere impossibile, in alcuni casi si rivela non solo possibile, ma anche probabile.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà, a mio avviso, incide sempre sulla #scrittura.
Anche un’opera di fantasia prende spunto da fatti, eventi, situazioni e personaggi che diventano poi strutturati in un miscuglio di situazioni particolari nell’opera letteraria.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il tempo sa essere un grande nemico e, a volte, anche un grande amico, quando consegna agli altri storie da ricordare, che ci possano dire qualcosa, che ci possano insegnare a non giudicare e a metterci nelle scarpe altrui prima di pontificare. Ecco, io penso che ho voluto salvare dall’oblio la possibilità di guardare gli altri con occhio ironicamente benevolo, poiché alla fine, tranne in pochissimi casi, qualcosa da salvare c’è in ciascuno di noi.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il violinista di strada”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ho particolarmente amato l’incontro con il protagonista, il violinista di strada, appunto, ragazzo forte e fragile nello stesso tempo, salvato dai suoi affetti e dall’amore incondizionato per la sua musica.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Amo molto Pirandello, Manzoni, Dacia Maraini, Camilleri, Umberto Eco, per la loro capacità di guardare con rispetto e lucidità gli esseri umani.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sì, la musica.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Romanzi storici e biografie di grandi uomini.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Amo il cartaceo, ma non disdegno il digitale, anche se l’odore e il fruscio della carta è, per me, insostituibile. Sa di radici.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Mi succede spesso di creare personaggi che poi, in qualche maniera, diventano persone, poiché si rifiutano quasi di seguire il percorso che io avevo in mente all’origine, in quanto la storia sembra svilupparsi quasi in forma autonoma, nel senso che si intreccia da sé e la vicenda si dipana… La storia si forma meravigliosamente sotto i miei occhi.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il violinista di strada”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Perché è avvincente, profondo senza essere pesante…Un’ottima compagnia, da ripescare in qualsiasi momento.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, ho in mente altre storie…Il protagonista è, in fondo, un coprotagonista… Il commissario De Giudice è quello che sbroglia le matasse…
Didascalia immagine: la copertina del libro e un momento della presentazione al pubblico
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Collana "I Diamanti - #Narrativa"
pp. 192 €20.00
ISBN 978-88-591-9155-1
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