| ✔️Intervista a Melissa Sparaventi, che presenta ai lettori il libro "INK. Raccolta di sentimenti disordinati ma liberi"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “INK - Raccolta di sentimenti disordinati ma liberi”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo del libro nasce in riferimento ad una canzone che mi ha colpita diversi anni fa. Il brano si chiama “Chinatown” e l’artista è Caparezza. Il verso che mi ha ispirata canta: “non è la fede che ha cambiato la mia vita ma l’inchiostro.” C’è una parte di me in questo assunto. Credo che l’inchiostro, cioè la scrittura, abbia avuto potere sulla mia persona.
Scrivere mi ha permesso di crescere, di superare ostacoli, di vedermi con occhi diversi, di raccontarmi. Una sorta di terapia dell’anima.
L’elaborato è una raccolta di componimenti poetici che sono stati definiti disordinati ma liberi. Disordinati perché figli di un processo creativo caotico, ricco di picchi emotivi contrastanti. Liberi perché dissonanti rispetto a certe convenzioni sociali del nostro tempo.
Il libro racconta in versi un po’ della mia storia. È suddiviso in tre capitoli: il sé, l’altro e il mondo.
Nel primo capitolo racconto di me, della mia interiorità. Nel secondo capitolo racconto di alcune persone con cui ho condiviso momenti ed esperienze che hanno lasciato tracce nel mio percorso. Nell’ultimo, racconto di alcuni temi che mi hanno ispirata nell’ambiente esterno come, ad esempio, natura e arte.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà ha sempre un rapporto forte con ciò che racconto. Tutto parte da ciò che ho vissuto sulla mia pelle e poi si trasforma secondo le regole della mia mente e diventa testo scritto.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Questo testo vuole celebrare il potere dell’arte. Credo che l’arte sia uno strumento potentissimo, capace di estrarre dall’uomo la parte più sacra, profonda, nascosta e unica. Il mio testo vuole essere esempio del potere curativo dell’arte. Credo che con l’arte si possano comunicare vissuti interiori con un’intensità diversa. L’arte è espressione libera, democratica, pura. L’arte può aiutare la guarigione della mente.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “INK - Raccolta di sentimenti disordinati ma liberi”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Quando mi è stata data la possibilità di pubblicare certi miei scritti ho provato emozioni contrastanti. Da una parte la gioia di coronare un sogno che mi appartiene da anni. Dall’altra parte la paura di mettermi a nudo, di raccontarmi, di esprimere la parte più fragile e sensibile. Paura di conoscere la vera me. Ho trovato il coraggio di farlo in qualche scatola nascosta e, senza pensare troppo, ho iniziato a raccogliere e coltivare diversi appunti che avevo accantonato.
Le mie poesie sono nate dalla mia vita di tutti i giorni, dal mio vivere con intensità emotiva certi eventi. Ho scritto seguendo l’ispirazione che mi dettava le parole all’orecchio, riflettendo sull’energia che il mondo mi rilasciava. È stato un processo complesso, a volte contorto, che ha mi ha fatto fare i conti con certe insicurezze che mi porto in valigia da molti anni. Ancora oggi non mi sembra reale che qualcuno leggerà di me.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Direi che è complicato selezionare delle precise fonti di ispirazione. Fin da piccola l’arte mi ha appassionato in diverse forme. Mi attirano generi e tendenze spesso molto diversi fra loro.
Impressionismo e surrealismo. Romanticismo e verismo. Rap e cantautorato. Poesia e prosa. Arte greca e arte moderna. Letteratura psicologica e gialli. Per citarne alcuni.
Nella stesura di questa prima raccolta l’artista Rupi Kaur ha accompagnato le mie riflessioni attraverso la sua produzione artistica. Ammiro il messaggio che vuole diffondere con la sua arte.
Profondamente umano, profondamente dignitoso.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Assolutamente sì, musica, fotografia, pittura, letteratura classica e moderna.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Riposta - Mi piacciono i romanzi, i manuali di psicologia, le raccolte poetiche, i gialli, gli albi illustrati, i romanzi psicologici, la letteratura moderna giapponese…
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Sono una grande fan della carta. Mi piace sentirne l’odore, la materialità sulle mani. Quando leggo ho sempre bisogno di vivermi la carta con tutti i miei sensi.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura è intenso. Nell’atto creativo ho picchi emotivi contrastanti. Scrivo di getto e spesso con poca razionalità, soprattutto nella prima stesura. Durante la scrittura ricerco l’emozione continuamente. Il momento della rilettura è molto delicato perché spesso non apprezzo il mio prodotto o non lo ritengo abbastanza valido. Sto cercando di lavorare su questa forma di auto sabotaggio. Difficilmente riesco a scrivere seguendo dogmi precisi o imposizioni.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “INK - Raccolta di sentimenti disordinati ma liberi”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Lo comprerei perché è disordinato ma libero.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una
anticipazione?
Risposta - La mia testa è spesso bombardata di stimoli creativi ma non sempre riesco a portarli a termine. Il mio prossimo progetto, se ne avrò la possibilità, vorrei fosse un romanzo in prosa.
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