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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

ALBERTO VALENTI PRESENTA AI LETTORI IL LIBRO “SCIENZA & TERRA – la natura nell’epoca postmoderna”

di Rassegna Stampa

👉ALBERTO VALENTI PRESENTA AI LETTORI IL LIBRO “SCIENZA & TERRA – la natura nell’epoca postmoderna”

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “SCIENZA & TERRA – la natura nell’epoca postmoderna”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Cominciamo dalla seconda domanda, quella sui temi prevalenti di cui tratta il libro. Il primo è la diffusione planetaria, tra tutte le classi sociali, di una concezione causale o, se vogliamo chiarire bene il concetto, produttiva della realtà. È proprio come diceva #Sartre: l’uomo di oggi si sente creatore; per questo non ha più bisogno di Dio. Non so indicare l’ordine di precedenza di questi due concetti, cioè non so se bisogna dire: l’uomo non ha più un Dio sopra di sé, e quindi diviene lui il creatore; oppure se bisogna dire che l’uomo si accorge di essere creatore, e quindi diventa ateo. Non credo che per chiunque, ateo o credente, sia pure per motivi diversi, vi sia una differenza plausibile tra questi due concetti. Quello che è certo è che la nostra epoca è caratterizzata da una concezione della natura che vede l’uomo come designato a prenderne il controllo, a conferirle un senso, a decidere lui quale sia la “natura” della natura, quindi l’uomo può fare della natura quello che vuole. Questa concezione della natura è molto diversa da quelle che erano diffuse nelle epoche antica, medievale e moderna. Alla concezione sacrale della natura che avevano gli antichi si sono succedute quella medievale-cristiana, de-sacralizzante o secolarizzante, e poi quella moderna, rappresentativa, calcolante: ma l’epoca moderna era ancora convinta che la natura ci dice cosa fare, che ci sono delle leggi di natura (si pensi a Newton e alle sue leggi); poi è cominciata l’epoca postmoderna, caratterizzata da un diverso rapporto con la natura, vista ora come una sorta di “pongo” da plasmare a piacimento. Questo è il tema principale del #libro, attorno al quale tutti gli altri si dispongono come suoi “pianeti”.
Venendo ora alla prima domanda, quanto al titolo, “SCIENZA & TERRA” mi è venuto in mente all’improvviso: ho voluto aggiungerlo al sottotitolo, perché mi pare che contenga in sintesi tutto quello che viene dopo, anche se “la natura nell’epoca postmoderna” è più esplicativo del contenuto.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà ha inciso tantissimo nella #scrittura. Credo si possa affermare che il nostro mondo sta cambiando più rapidamente di quanto abbia mai fatto in precedenza. È un fenomeno che coinvolge tutti, possiamo dire che è un fenomeno di massa, ed ha portata planetaria. Il principale “motore” è la diffusione della scienza-tecnologia. Questa riguarda tutti, in tutto il pianeta. È un fenomeno di massa e planetario. È per la diffusione della tecnologia che si va diffondendo una irrazionale fiducia nella “scienza”. Infatti da più parti si sente spesso invocare l’autorità della scienza per risolvere qualunque problema. Stiamo tutti diventando adoratori di una entità che non esiste: la scienza, appunto. Nella realtà esistono invece più scienze, in numero sempre crescente. E nessuna disciplina o teoria è in grado di fornire un unico modello della realtà, o un modello che sia traducibile o compatibile con altri modelli. Come diceva Mario Ageno, noi uomini ci troviamo in situazione analoga a quella di un cartografo che voglia rappresentare una superficie all’incirca sferica come quella del pianeta terra su di una carta piana: non possiamo farlo, se vogliamo rispettare distanze tra due punti qualsiasi della terra, angoli tra due rette che si incontrino in un punto e desideriamo che le aree delle regioni rappresentate siano proporzionali a quelle reali. Ci sono, tenendo conto di questo fatto, più rappresentazioni della terra possibili su carta piana, ma nessuna fedele per tutti e tre i parametri detti, cioè distanze, angoli ed aree. La situazione reale dell’uomo è questa: che egli si trova costretto a decidere tra più modelli tra loro contraddittori. Tutti o quasi tutti sanno citare le teorie scientifiche più note: evoluzione, teoria atomica, elettronica, teoria quantistica; ma quasi nessuno sa come funziona veramente il metodo scientifico: con una logica paraconsistente (come dice il mio amico Mauro Murzi), cioè un tipo di logica che si sforza di non lasciar mai trasparire alla luce del sole le contraddizioni di cui pure è portatrice. Questa contraddizione (sapere quasi tutto della scienza ma non conoscere il suo metodo) è molto diffusa, tanto che mi pare, con questo #libro, di mettermi contro il mondo intero. Ma non è forse vero quello che diceva #BertrandRussell, che una sciocchezza ripetuta da un milione di persone non diventa, per questo, qualcosa di diverso da una idiozia? Se invece di dire “un milione”, diciamo: “dieci milioni” o anche “un miliardo”, cambia forse qualcosa?

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Spero si capisca dalla scrittura che, nonostante io ammetta di essere cristiano, per la maggior parte del testo non mi appoggio su argomentazioni di provenienza teologica o religiosa, ma affronto la questione da un punto di vista che definirei “#scientifico” in senso largo. Faccio appello alla ragione e, fondamentalmente, solo a quella. Infatti la mia analisi si appoggia sostanzialmente sul teorema di #Gödel e sulla teoria della scienza di #Bunge. Il teorema di Gödel ci mette in guardia circa la possibilità di raggiungere una conoscenza certa e definitiva della natura; l’umanità dovrà sempre tenere conto delle sue limitazioni conoscitive, dei limiti che vengono alla luce dalle nostre stesse acquisizioni logiche e matematiche. Questo se vogliamo avere uno sguardo scientifico, e nello stesso tempo non scientista, sulle cose.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “SCIENZA & TERRA – la natura nell’epoca postmoderna”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Direi senz’altro il momento iniziale, quello che mi ha spinto a scrivere: il momento in cui mi sono reso conto che la ostilità generale per la metafisica dipendeva proprio da questo, che la gente pensa di poter intervenire su tutto, cambiare tutto, che quindi non c’è più alcuna base solida su cui costruire una metafisica, alcun fondamento da utilizzare o da cercare da parte di una metafisica. È stato questo il momento che mi ha spinto a scrivere, a iniziare il percorso che mi ha portato fin qui. Alla fine posso dire di essere abbastanza soddisfatto della mia opera, nel
senso che mi pare di avere scritto un libro in tono abbastanza divulgativo, sebbene la prima appendice sia per alcuni aspetti alquanto tecnica e quindi di più difficile lettura.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Citerei senz’altro: Romano Guardini, per il complesso della sua opera, non solo per quanto egli ha scritto ne “La fine dell’epoca moderna” e nel libretto intitolato “Il potere”; Robert Spaemann, che ho avuto occasione di sentire in un paio d’occasioni quando è venuto nel nostro paese e di cui ho subito ammirato la chiarezza e la profondità di pensiero; Hannah Arendt, soprattutto con il suo volume “La vita della mente”, opera ancora poco conosciuta in Italia; Mario Bunge, epistemologo argentino scomparso da qualche anno, ben poco conosciuto qui da noi, ma che merita di essere studiato ed approfondito; Mario Ageno, epistemologo italiano di cui pochissimi tengono conto, che però ha detto cose sensatissime sulla ricerca scientifica: egli è stato infatti un biofisico di valore mondiale, conosceva la ricerca sul campo e contestava quello che i vari Popper, Kuhn, eccetera, venivano dicendo.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Nel testo ho citato, per motivi diversi, due poesie, la prima di Heinrich Heine, “Una volta ho avuto una bellissima patria”, composta nel 1834; la seconda è invece di John Donne che nel 1611 scrisse “Anatomy of the World” (tradotta di solito in italiano con il titolo “Tutto è in dubbio”). L’ho fatto, nel primo caso, per esprimere con Heine il senso di smarrimento nella bellezza che troviamo nel mondo, non in un posto qualunque, ma in quella che sentiamo essere la nostra patria; potremmo anche, a proposito di questo sentimento, citare Leopardi: “Così tra questa/immensità s’annega il pensier mio:/e il naufragar m’è dolce in questo mare”. Nel secondo caso, è ancora un poeta che esprime il senso di spaesamento che la rivoluzione copernicana ha causato negli uomini di pensiero.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Oltre al genere #saggistico, di solito riguardante la #scienza o la #filosofia della scienza, leggo volentieri i romanzieri e saggisti di origine ebraica, Saul Bellow, Chaim Potok, Isaac Bashevis Singer, Israel Yoshua Singer, Elias Canetti, Simone Weil, Martin Buber, Abraham Joshua Heschel, …

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Preferisco il libro cartaceo, ma è per pura abitudine. Posso anche leggere sul tablet o dallo schermo di un computer, riconosco anzi facilmente che è più comodo non aver la casa invasa dai libri, come è attualmente la nostra (mia moglie mi accusa spesso per questo, e devo dire che non posso darle torto). Attualmente ho anche due librerie coi libri in doppia fila sistemate in garage …

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Scrivere mi piace molto. Anche a scuola, ricordo che avevo regolarmente una votazione più alta nei compiti scritti rispetto alle interrogazioni orali. Certamente è stato un lavoro abbastanza duro, durato per circa due anni, cosa che a posteriori mi stupisce alquanto, considerata la esiguità del libro (140 pagine circa).

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “SCIENZA & TERRA – la natura nell’epoca postmoderna”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Perché tratta problemi che mi interessano tantissimo. Una volta visto gli argomenti nell’Indice, mi verrebbe senz’altro voglia di acquistarlo.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Mi interessano molto i lavori di Alfred Tarski (ed altri) sulle teorie indecidibili, che mi pare pongano una sfida decisiva alle idee scientiste di conquista del mondo attraverso il sapere. Credo che questo sia il Moloch che oggi minacci maggiormente l’umanità: il pensiero scientista irriflesso, non consapevole di sé, che scimmiottando gli altri per senso di conformismo si adagia a ritenere e ripetere cose che il pensiero logico e scientifico ha già dimostrato essere insostenibili. Certamente padroneggiare il teorema di Gödel non è alla portata di tutti: ma almeno sapere (all’ingrosso) quello che dice e sapere quale è la sua rilevanza per il resto della scienza, questo dovrebbe essere considerato un dovere da parte di tutti.

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