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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

INTERVISTA a Ela Micoevich per il romanzo "L'UOMO CON GLI STIVALI"

di Rassegna Stampa

📘 TRAMA del romanzo "L'UOMO CON GLI STIVALI" di Ela Micoevich:
In un salotto di metà Ottocento tre anziane amiche si ritrovano, come d'abitudine, per il tè. Casualmente le solite chiacchere si ammantano di mistero, riportandole indietro nel tempo quando, giovanette, un uomo misterioso sconvolse le loro vite. Analizzando l'episodio in età matura lo interpretano sotto una luce diversa che porta a confessioni scandalose e scheletri nell'armadio.

👉 INTERVISTA a Ela Micoevich per il romanzo "L'UOMO CON GLI STIVALI"

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “L’uomo con gli stivali”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo riporta il motivo fondante del #racconto, il perno attorno al quale ruota la vicenda e che manterrà la sua valenza nonostante il trascorrere del tempo. Questo motivo rappresenta un invito ad affrontare la vita senza trascurare nemmeno il più piccolo dei dettagli che, a volte, potrebbero essere determinanti per la buona o la cattiva sorte.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Il #libro che presento ha un’ambientazione storica ben precisa, pertanto il legame con la realtà riguarda il periodo durante il quale si svolge il racconto, con particolare attenzione riservata ai personaggi attori delle vicende politiche di riferimento. I miei protagonisti, invece, sono parzialmente frutto di fantasia perché, nel definirli, mi sono ispirata alle peculiarità caratteriali di persone di mia conoscenza, talune care amiche, ma che ho cercato di rendere idonei alla storia attraverso i dettagli per calarli a pieno nello stile di vita del periodo.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Sarei veramente felice se il mio racconto potesse suscitare curiosità e interesse per la storia nei futuri #lettori: appartengo alla categoria dei sostenitori dell’importanza della conoscenza degli eventi passati per non rischiare di commettere ciclicamente gli stessi errori, ma ancor di più affinché si possa cogliere quanto di buono, risolutivo e formante sia stato sondato da chi ci ha preceduto per l’evoluzione dell’essere umano stesso.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “L’uomo con gli stivali”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Li descriverei sicuramente emozionali perché gli episodi più incisivi rappresentano il turbinio di emozioni con cui si colora e plasma la vita: amore, rancore, invidia, gelosia, competizione e così via, nelle loro infinite sfumature soggettive che possono suscitare anche reazioni, per così dire, “inaspettate”.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Sicuramente ritrovo un mentore nell’iconica figura di Dostoevskij: ho la fortuna di possedere la raccolta completa dei suoi scritti, compresi i minori, splendida edizione a cura di Eridano Bazzarelli; fin dalla giovane età ne sono rimasta affascinata e, nel corso della mia vita, li ho riletti svariate volte scovandone sempre nuove sfaccettature. Oltre a lui, l’elenco degli autori che per me sono stati ispirazionali sarebbe troppo lungo, essendo un’irriducibile e vorace #lettrice: dagli autori classici fino ad arrivare alle parole di Pirandello, Màrquez, Borges, Zafòn e molti altri. Ma sicuramente l’imprinting più forte proviene dalla mia famiglia, considerando che #GiovanniVerga fu zio di mio padre e la passione per la letteratura ha da sempre permeato tutti noi.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Una delle mie maggiori consapevolezze è che sia l’immagine a solleticare la fantasia, per la creazione dell’immagine stessa e per la sua aperta leggibilità. Infatti uno dei miei maggiori diletti è la pittura, tanto la “canonica” ad olio quanto quella decorativa su porcellana. Per seguire tale passione la conoscenza della storia dell’arte è stata fondamentale e, recentemente, ho riscontrato la medesima passione per la fotografia d’autore. Da tutto ciò la mia #scrittura risulta descrittiva ma nella giusta proporzione, affinché il #lettore, a poco a poco, possa creare facilmente nella sua mente ambienti, colori, luci, arrivando nel suo immaginario a familiarizzare con i personaggi di cui sta leggendo.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Fin da bambina ho avuto una forte propensione per i fantasy storici di vecchia scuola tedesca, ma mi appassiona moltissimo anche il genere fantascientifico, noir e thriller. Ma la verità è che non scelgo un libro da #leggere solo per il genere di appartenenza: un libro quando è scritto bene può solo che essere apprezzato e consigliato.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Sicuramente il cartaceo: il libro è per me una piccola creatura da tenere tra le mani, coccolare, sentire il profumo delle pagine o dell’inchiostro fresco di stampa, accarezzarne la copertina. Il libro è come un amico che arriva per soccorrere e riempire ogni momento della nostra vita, in modo tangibile, fisico, materiale, sancendo la sua esistenza.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura potrebbe essere definito simbiotico: per me equivale ad evadere dalla vita reale per vivere io stessa in un mondo parallelo in cui posso avere la possibilità di sdoppiare all’infinito la mia personalità proiettandola in mille personaggi diversi; per rendere quest’ultimi credibili ho la viscerale necessità di identificarmi in ognuno di loro, anche solo per piccoli tratti. Credo che tale modus operandi permetta allo #scrittore di divenire similare a un attore: il primo esprime le parole scrivendole mentre il secondo interpretandole, ma il fine è il medesimo, ossia fare “vivere” i propri protagonisti.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “L’uomo con gli stivali”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Lo comprerei perché ricorda i #romantici #romanzi di Jane Austen che molto apprezzo, ma è anche eco di un periodo storico affascinante quale fu quello napoleonico, con tutti gli intrighi e i giochi di potere che lo caratterizzarono. Non ultimo perché mette un accento sulla condizione femminile in rapporto alla società del tempo, dove la libertà troppe volte risultava relegata solo nei propri sentimenti più profondi e taciuti.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - In realtà attualmente sto lavorando ad altri tre progetti. Un romanzo è già terminato e in fase di revisione, e riguarda un tema sociale estremamente attuale, ossia i danni che può provocare l’eccesso di denaro entro quella che potrebbe essere definita una saga incentrata su tre famiglie culturalmente differenti, ma che si ritrovano per caso nella Grande Mela e finiscono coinvolte nello stesso degrado, intrecciandosi e sviscerando retroscena come effetto matrioska. Il secondo, invece, è legato alla mia terra d’origine, la Sicilia, rappresentata ad inizio ‘900 del secolo scorso dal punto di vista di un nobile ormai decaduto. Il terzo è di carattere marcatamente fantasy in stile Lewis, ma con quei tratti più “duri” che si potrebbero riscontrare in Martin.

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