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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Carmela Vaiana presenta ai lettori il libro “Il sentiero dell'alba felice”

di Rassegna Stampa

✔️Carmela Vaiana presenta ai lettori il libro “Il sentiero dell'alba felice”

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il sentiero dell'alba felice”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Ho scelto il titolo “Il sentiero dell`alba felice“ perché fu questo il titolo che immaginai a 14 anni d`età di dover dare un giorno alla prima raccolta di #poesie che avessi potuto pubblicare. Un titolo allusivo al percorrere il sentiero che la vita terrena è, fino all`alba felice dell`al di là in un Dio o Bene Supremo (qualsivoglia denominare nel rispetto di tutte le credenze) che intuiamo esista dopo il trapasso fisico. E la fotografia di copertina mostra appunto un sentiero in un tunnel in un mattino nuvoloso e bagnato di pioggia, che sarebbe l`esistenza umana oscurata dalle incertezze e dalle fatiche quotidiane, ma con una luce che si intravede alla fine del tunnel stesso, la luce della liberazione e dell`alba felice appunto, dove tutto si pacificherà e redimerà nell`ineffabile compiutezza divina.
In realtà ogni poesia che scrivo è per me in se stessa un sentiero che va verso l`alba felice, perché ogni poesia è una catarsi ed è un passo in più verso la consapevolezza e la redenzione piena del mio sé o del sé di chi la legge e vi si rispecchia. C`è sempre un`alba felice alla fine della lettura di una poesia, un`alba di bellezza e di indistruttibilità, un`alba di risonanza e di comunione dei cuori umani nella solidarietà di un comune sentire.
Nella presente monografia, che è la prima che pubblico, mostro una carrellata degli argomenti che tratto in poesia e che sono difatto qualsiasi cosa, situazione, persona o sentimento che in un attimo improvviso mi ispira. Uno dei miei temi più frequenti è il tema degli amori sbagliati, impossibili, ostacolati, lontani, repressi, non ricambiati, frustrati, falliti o finiti. Molte delle mie poesie parlano ripetutamente di questo, del rapporto amoroso controverso o contrastato tra uomo e donna. A volte ho scritto anche della pura tenerezza tra genitori e figli, dell`affetto genuino per gli anziani (in particolare per la signora da me accudita 15 anni fa, Antonietta Maria Rosa Mondatori Armento, soggetto che ricorre spesso), delle incomprensioni umane spesso dilaganti, della solitudine, dei defunti, della natura, della ricerca di Dio in un alternarsi di connubio e dissidio e talvolta di strazio interiore incolmabile, delle ferite e degli interrogativi del vivere, dell`infanzia perduta e dei legami spezzati, della malattia mentale. Talvolta ho ritratto donne dalle quali ho colto l`essenza con attenzione quasi maschile, seppure io non ne sia attratta, ma solo ammirata da donna poeta osservatrice sensibile quale sono. La donna da sempre si presta facilmente ad essere musa di ispirazione poetica ed è musa anche per me. Ho scritto tante poesie sugli uomini: bambini, giovani, adulti e anziani e sopratutto sugli uomini di cui sono stata innamorata, ma descrivere, cogliere e poetare sulle donne ha una grazia speciale e, se non ha grazia, ha profondità e mistero, probabilmente perché la donna è e resta in ogni caso il potenziale della fertilità, della maternità e della vita. Da ragazza, scrivevo spesso poesie e dialoghi a un`altra ragazza che in realtà ero io stessa, perché non riuscivo a trovare abbastanza comunicazione e confronto con altre persone e da lì ho iniziato ad espandere il mio femminile in modo prodigo di significati, di misericordia e di dolcezza, oltre che di stupore e di canto gioiso e grato per la bellezza della donna.
Trovo che la gente abbia spesso idee troppo fisse e predeterminate riguardo ai sentimenti e i sentimenti vengono catalogati in un senso o in un altro, quando esistono molte più sfaccettature di sentimenti di quanto comunemente si abbia coscienza. Da #poeta, io ne ho coscienza. Mi sento di andare al di là dei luoghi comuni, dei comuni canoni di percezione, di giudizio, di descrizione e di interpretazione e, in questo mio modo di essere, mi sento in qualche modo di fare una qualche forma di giustizia, sopratutto alle persone più messe da parte, non valorizzate o alle strette con la vita, che non sono riconosciute e calcolate come meriterebbero.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà ha inciso sempre nella mia scrittura. Con la scrittura, ho cercato di capire e di trasmettere la realtà pura e cruda della vita umana, ho cercato di studiare e di cogliere i dettagli meno ovvi della realtà, come anche dell`invisibile e del sentire sia mio che altrui. Ho fatto tutto questo con un`intenzione di elevazione spirituale, di non resa alla finitudine e all`apparente mediocrità di molte circostanze del vivere terreno.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Credo me stessa in primo luogo, il senso del mio intelletto, della mia sensibilità che si è spesso voluta mantenere fragile per poter percepire e sondare coraggiosamente gli antri più bui e dolorosi dell`esperienza di essere degli esseri umani su una terra dura che ci mette sempre a dura prova. Per me lo scrittore è colui che sa parlare del dolore in modo universale a tutti, mettendosi a nudo, esponendosi senza ipocrisie e senza orgoglio o falsi pudori, immedesimandosi anche nei suoi simili con solidarietà imparziale. Ho sempre desiderato e sentito la spinta a voler essere una scrittrice e una poetessa il più possibile a largo raggio e credo che, per esserlo, bisogna essere umili e sinceri, compassionevoli e attenti fin dove possibile con se stessi e con agli altri. Per me scrivere è un atto umano e di umanizzazione, che talvolta riesce ad elevarsi alla sacralità dell`intuizione di un Dio che in qualche modo è in mezzo alle nostre vicende, anche se possiamo trovarci vulnerabili, fallibili, abbandonati e sconfitti o arrabbiati nel non senso dell`esistenza. Il mio scrivere credo che sia un inno all`essere umano felice o infelice che sia, speranzoso o disperato, fortunato o sfortunato, socievole o riluttante, credente o non credente, onorevole o disonorevole. Di solito intuisco una luce in ognuno. Parlo spesso di esseri umani che ho incontrato, che ho conosciuto, che ho amato, che ho cercato di capire, che ho osservato in silenzio, che ho visto da lontano o che mi hanno respinta. Non ho prerogative. Ciò che voglio è più che altro pubblicare per mettere al sicuro ciò che ho scritto, in modo che non vada perduto. Non credo di avere niente di particolarmente specifico da comunicare: solo esporre le mie ispirazioni e fare sì che vengano conservate. E tra le mie ispirazioni ci sono certamente delle persone alle quali ho voluto fare delle dediche. Persone comuni che mi hanno colpito nel profondo e che mi piace fare conoscere e immortalare nel piccolo della mia intenzione affettuosa divenuta editoriale.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il sentiero dell'alba felice”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Non ci sono episodi che io ricordi con particolare favore. Avevo inviato le mie 40 poesie in valutazione senza sapere cosa sarebbe avvenuto e non immaginavo che sarei stata ricontattata con la notizia di poter pubblicare tutte le mie 40 poesie in una mia monografia. Sono stata entusiata e grata. Lo considero un gran bell`inizio, possibilmente per una carriera nel mondo della letteratura che è il mio vero mondo, quello a cui ho sempre aspirato.
Ciò che posso dire di speciale è che sono rimasta stupita di trovare una casa editrice come la Aletti, così dinamica e stimolante, continuamente ricca di ogni sorta di iniziativa letteraria a cui poter accedere: i progetti della Aletti sono tutti interessanti e apprezzabili. Mi piacciono tutti. E certamente la possibilità di avere un`introduzione critica da parte di altri letterati già affermati è stata una bella opportunità. Mi sono sentita considerata, invogliata, spronata, incoraggiata. È stato bello anche trovare su facebook gli altri autori esordienti con i loro libri e alcuni dei loro testi che ho letto volentieri, come anche ascoltare Caterina Aletti leggere altri componimenti inviati a lei via email da gente comune. Credo che sia insolito e alquando eccezionale.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Ci sono autori che hanno contribuito alla mia formazione culturale e sentimentale, ma non li considero strettamente legati alle mie ispirazioni, se non per una vaga influenza, perché il mio scrivere è decisamente diverso dal loro. Io mi sono basata su me stessa, su un flusso naturale e spontaneo che ho sentito venir fuori da me. Da giovane avevo letto Dostojeski, Cecov, Kafka, Edgar Allan Poe, Emily Bronte, Boudelaire, Voltaire, Jules Verne e vari altri letterati dell`800. Avevo letto anche Orwell, Pasolini, Bevilaqua, Saviano, Dacia Maraini. Forse, impercettibilmente, qualcosa di loro, della loro aura è in me, ma non saprei come individuarlo per esprimerlo al momento presente. Penso più che altro che il romanzo “Rebecca la prima moglie “ di Dafne Du Mourier abbia influito in qualche modo su di me.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Percepisco che ad un livello inconscio o semiconscio mi sono spontaneamente collegata col mio animo a tutti i dipinti di Edvard Munch e ad alcuni di Egon Schiele, a molte delle canzoni di Patty Pravo e di Sting, alle sculture di Camille Cloudel, al film “Gesù di Nazareth” di Zeffirelli, al teatro di Mariangela Melato, alla danza di Maurice Bejard col quale mi ritrovo nel discorso intitolato “Messaggio al futuro“. Non mi sento di avere preso spunto da loro, mi sento semplicemente di avere risuonato con questi artisti, in modo similare, ognuno per qualche aspetto della mia poetica. È peculiare che quando avevo circa 22 anni, incontrai Maurice Bejard ad un incontro con intervista televisiva locale all`università di Palermo e gli regalai cinque o sei poesie scritte da me che descrivevano la danza e lui le apprezzò e dopo qualche giorno mi fece venire a cercare dai suoi collaboratori perché voleva parlarmi. Ma non compresi a quel tempo che potevo accettare di avere un sodalizio intellettivo con quell`uomo del quale non volevo usufruire della fama. Mi dicevo che dovevo farcela da sola ad entrare mondo dell`arte. Ero inesperta della vita e non capii che non c`era nulla di male in questo.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - La letteratura classica dell`ottocento, specialmente quella russa, francese e inglese, le fiabe e le novelle per bambini, le storie di fantasmi, alcuni testi teatrali di genere surreale ed esistenzialista, le biografie di persone famose e non famose, le storie vere delle vite dei nostri anziani che raccontano le fatiche dei loro tempi dei primi anni del 900, specialmente tra le due guerre mondiali.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Preferisco il libro tradizionale cartaceo, lo trovo più facile e sano da leggere e più significativo da conservare o da regalare.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Le poesie raccolte in questa mia prima monografia stampata, sono poesie scritte da me in vari luoghi e in differenti periodi della mia vita, da quando avevo venti anni ad oggi che ne ho cinquanta. Il mio rapporto con la scrittura durante tutto questo arco di tempo è stato sempre quello di una persona con un suo insopprimibile fervore a dire la bellezza in ogni cosa, persona, situazione o sentimento, bellezza che è sacralità e dignità, anche nel più doloroso, sbagliato, sconnesso, violato e umiliato dei momenti.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il sentiero dell'alba felice”, se non lo avesse scritto.
Risposta - La presentazione sul retro della copertina del libro che introduce il lavoro poetico di una donna nata in Sicilia da una famiglia non istruita e che ha lavorato più che altro come badante di anziani, considerando la poesia come un sentiero lungo un tunnel dal quale s`intravede una luce ultima, la luce ultima alla quale io oso credere per ogni condizione umana, anche la più ignominiosa e priva di sbocco. È questo il senso e il messaggio focale di tutto ciò che ho scritto, che scrivo e che ancora scriverò.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì. Scrivere per me è quasi come respirare. È il mio stesso vivere. È quasi un pane quotidiano. La scrittura è imprescindibile da me. Non posso smettere di scrivere. E per me è fondamentale essere autentica, genuina, esprimendo ciò che mi è naturale esprimere, senza appoggiarmi a nessun modello. Essere ispirata e basta. Scrivere d`impulso, da ciò che la mia anima capta, senza infiltrazioni. Ho intenzione di pubblicare tante altre poesie e probabilmente delle novelle, alcune già scritte in passato, dato che ho iniziato a scrivere a 11 anni d`età senza avere avuto fin`ora la possibilità di pubblicare, e altre che certamente sto già scrivendo e scriverò.

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