| "PASSEGGIANDO PER SCHONBRUNN": Intervista a Sergio Benedetto Sabetta
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Passeggiando per Schonbrunn”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Lo Stato austriaco è una creazione dinastica della Casa degli Asburgo (Hasburg), ma sarebbe un errore di valutazione scorgervi un insieme di territori diversi, artificiale, uniti solo dal legame col medesimo sovrano. Invece, nel corso dei secoli, si è venuta formando una “idea austriaca”, comune a tutte le diverse e distinte parti sulle quali regnava la Monarchia.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Questa “idea dell’Austria” riposa sulla constatazione che i popoli riuniti sui paesi bagnati dal Danubio, diversi per lingua, per origine e cultura, sono in realtà naturalmente portati a intendersi sul terreno politico ed economico e non solo nel loro egoistico interesse ma in quello dell’Europa intera.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Sorge l’idea dell’Austria asburgica fondata sull’affermazione di una solidarietà che ha origine nelle lotte fatte in comune, che si traduce in un ideale di civiltà:
Bella gerant alii, tu felix Austria, nube,
Nam quae Mars aliis, dat tibi regna Venus.
"Passeggiando per Schonbrunn" è pertanto un immergersi in questa atmosfera storica di unità nella diversità culturale, distrutta dal nazionalismo esasperato dell’inizio Novecento finito nella deflagrazione della Grande Guerra, una unitarietà che non può ridursi al solo freddo aspetto economico ma allargarsi in un’idea di civiltà frutto di una comune intesa.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Nella scrittura poetica si recupera questo slancio in misto di razionalità e sentimenti, ricordi e pulsioni, nello stendere gli scritti sono riemersi i ricordi delle passeggiate per i suoi giardini, le serre, gli ampi saloni della reggia, i roseti, i bianchi cavalli lipizzani della Scuola spagnola, un senso di armonia venuto meno in questa epoca distonica.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Passeggiando per Schonbrunn”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Vi è stato un immergersi anche nei ricordi leopardiani della mia terra di gioventù, i grigi mattoni di una Recanati adagiata sui colli in vista del mare, la lettura dell’edizione integrale in due volumi del Don Chisciotte, ma anche “il Leone di Damasco” di Salgari a fianco dell’Ariosto con il suo “Orlando Furioso”.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - L’arte del mosaico con le sue figure ieratiche, fisse nel tempo di bizantina memoria, in giardini dorati, incantati tra fonti e paradisi, sin da giovane sollecitavano la mia fantasia, i pittori umanisti quale Piero della Francesca, ma anche l’architettura monumentale dell’antichità fino all’Ottocento mi ha affascinato nella simmetria delle forme, un’armonia dell’animo, nel ricordo di coloro che in essi sono vissuti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta -Nel Novecento: Chagall, De Chirico, Klimt, la Secessione viennese e l’Art Nouveau, come la Scuola labronica, erede dei Macchiaioli toscani e degli Impressionisti francesi ottocenteschi, o i colori materici della Scuola romana.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Questo mi ha spinto ad interessarmi anche di elementi di sociologia, storia, filosofia ed economia, come si può ben vedere nei miei saggi.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Sebbene riconosco le potenzialità del libro digitale nel rendere più facilmente disponibile il testo, rimango più fedele al cartaceo anche per una minore stanchezza visiva e dal fatto di essere cresciuto con esso.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe il libro, se non lo avesse scritto.
Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro?
Risposta - In questo mio percorso recupero un personale “Grand Tour” poetico verso l’Italia e Roma in particolare, quale sintesi tra le nostre radici mediterranee e le culture nordiche e dell’Est fuse nello scorrere dei fiumi, ma anche Cordova e Granada, Atene e Bisanzio quale sintesi storica e culturale nel sovrapporsi delle epoche storiche del mare Mediterraneo, questo si risolve alche in silloge tradotte nelle lingue arabo ed inglese.
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