| Federica Napoli si presenta ai lettori con il suo "Imperfetta"
«Imperfetta racconta la mia convinzione che nell’imperfezione si annidino gli aspetti più crudi e veri della natura umana. Il leitmotiv del libro è la vulnerabilità, quella fragilità insita nell’uomo, ma anche la bellezza e la meraviglia del vivere senza maschere, consci di questa condizione che appartiene a tutti e che rende veri, ma anche forti. Ricchi di sfumature e contrasti. Il rifiuto di questa nostra terrenità, al giorno d’oggi evidente e diffusissimo, rischia di farci apparire ridicoli, stucchevoli e falsi.
Negli anni ho cercato inconsciamente, in ogni ambito della mia vita di raggiungere questa perfezione, e più la cercavo più mi sfuggiva. Fin quando ho realizzato che ero alla ricerca di un’utopia. Vivendo pienamente, come ho sempre fatto, ho commesso errori, ho sentito sulla pelle le esperienze, le persone e proprio nei momenti in cui ero più fragile, negli sbagli più che nei successi, ho trovato la bellezza dell’imperfezione che racchiude la natura umana. Ho assaporato la vita pienamente senza sconti né scorciatoie. Nessuno può sfuggire a questa verità, noi non siamo esseri perfetti, la perfezione è il riflesso di un’illusione, non è raggiungibile perché non esiste. Ma è così importante? Direi di no. Esiste la nostra meravigliosa imperfezione che ci restituisce l’umanità troppo spesso dimenticata.
La realtà ha inciso fortemente e incide sempre in tutto quello che scrivo. Non potrei prescindere da quello che sento realmente, da quello che ho vissuto. I sogni futuri e le speranze, tutto ha un enorme peso. Leggendo le mie riflessioni, i miei pensieri, si può trovare un ritratto di quella che sono. Verità e mondo onirico si mescolano nei miei scritti. E credo che in molti possano rispecchiarsi in quello che leggono, che possano trovare le parole che cercano per esprimersi, e così mi faccio spesso portavoce di chi me lo consente. E ne sono fiera, onorata.
Vorrei salvare e lasciare in eredità a mio figlio quello che reputo importante. La parte pulita, i valori, che reputo fondamentali, le mie idee, sperando che le tenga strette a sé, senza però farne mantra di vita, e lasciando che sia lui, un giorno, ad interpretarli con la propria visione e le proprie risorse. Ma vorrei anche lasciare una traccia dell’importanza della poesia. Della scrittura. Credo sia un dovere per chi sente le parole come emozioni, lasciare al mondo parte di sé.
Imperfetta è una raccolta nata da una poesia “Gli imperfetti”, presente nel mio libro precedente “Dietro ai miei occhi”, Aletti Editore. Rileggendola, ho sentito che avrei avuto tanto altro da dire, che era diversa perché raccoglieva tanto di me e del mio modo di vivere la vita, di sentire le esperienze, non poteva concludersi così ma aveva bisogno di un seguito. La sentivo incompiuta. È così è nata “Imperfetta”.
Mentre scrivo sono completamente assorbita dalle parole, come se fossero lì e aspettassero di essere riversate su un foglio o sullo schermo di un pc ma a volte anche del telefono se mi trovo in giro e ho un’idea improvvisa. Le parole escono e si sistemano esattamente dove vogliono, come fossero vive, ed è lì che devono stare. Ricordo che da piccola mio padre mi suggeriva di tenere sempre un quadernino con me, così da appuntare idee o pensieri, fissandoli prima che potessero svanire. E così ho fatto da sempre. Difficilmente modifico la prima stesura, posso aggiustare qualcosa, ma non stravolgo mai il senso. Ho un rapporto molto bello con le parole, le amo ma ho anche la forte necessità di tirarle fuori, di dare loro vita prima che inizino a tormentarmi. Subito dopo mi sento bene e inizio a sentirle come vere e proprie mie creature. Sempre.
Se non lo avessi scritto io, comprerei Imperfetta per il suo titolo. Ritengo che la smania di perfezione sia stancante e approcciarsi ad una raccolta poetica a dei pensieri che hanno un titolo così rassicurante, così vero e soprattutto così umano, sia uno stimolo a capire cosa l’autore voglia dire, quale messaggio voglia far arrivare ai #lettori. In effetti è un #libro che racchiude anche tanta filosofia di vita, che ha in sé il desiderio di aiutare chi legge, di incoraggiare e in qualche modo guidare verso l’inizio di una guarigione interiore. È una raccolta ambiziosa».
Federica Napoli lettrice. Il rapporto con l'arte.
Letture: «Cesare Pavese, Italo Calvino, Jane Austen, Virginia Wolf, Boris Pasternak, Pablo Neruda, Fernando Pessoa, Oscar Wilde, Murakami, Grossman, Nietzsche, Freud, ma potrei continuare, questi in particolare hanno contribuito alla mia formazione e mi sono rimasti dentro. La loro eredità è stata fondamentale per la mia crescita. Questo è il grande valore ed il prezioso dono di chi lascia traccia di sé.
L’Arte in generale mi ha sempre influenzata, la pittura in particolare, vengo da una famiglia di artisti, ho respirato fin da piccola queste atmosfere che inevitabilmente sono entrate nel mio modo di vedere e vivere la vita. Ma ancora di più la danza, fin da piccola, avevo solo 4 anni, ho seguito corsi di questa meravigliosa disciplina che reputo arte allo stato puro. La passione, le emozioni che straripano da ogni linea, il ritmo, la musica associata ai movimenti, tutto è bellezza nella danza.
Amo molto i romanzi di ogni tipo, noir, romanzi storici, sentimentali, di avventura, fantastici. Quando trovi quello che ti appassiona, è come un abito su misura, è magia. Leggere mi anestetizza e ha il potere di trasportarmi in una dimensione diversa, ricca di stimoli, appassionante. Quando termino un libro ho sempre nostalgia di quelle atmosfere e dei personaggi che diventano veri e propri amici. La letteratura è una cura. È una porta su mondi nuovi.
Preferisco sempre i libri e i testi cartacei. L’odore delle pagine, tenere il libro fra le mani, è parte dell’esperienza di leggere un libro, un modo anche per entrare ancora più in contatto con ciò che stiamo scoprendo e assaporare i messaggi che gli autori ci vogliono far arrivare, con più partecipazione.
Federica Napoli scriverà ancora?
Assolutamente sì, ho in progetto di scrivere un romanzo, qualcosa di vero, qualcosa che somigli alle mie poesie. Vorrei che fosse come un pugno nello stomaco di chi vi si approcci, che resti e che aiuti a capire che ogni vita racchiude tante vite».
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