| E’ un omaggio alla vita nei suoi aspetti più comuni e condivisi dall’uomo “La dimenticanza delle campanule”, l’ultima opera di Simone Borsi, autore già noto alla community dell’Aletti editore grazie alla sua prima raccolta poetica “Canne di fucile”. La nuova silloge, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia”, ricalca una continua ricerca interiore verso un equilibrio profondo e spirituale. «Se dovessi parlare metaforicamente della mia opera - spiega l’autore, nato a Como nel 1994 e residente a Valmorea, un piccolo paese della provincia - la assimilerei a un bouquet di fiori profumati e ancora socchiusi. Bisogna, infatti, assaporarla lentamente per percepire lo schiudersi dei boccioli». Da qui la scelta del titolo. «Le campanule vengono viste come un fiore fragile ed esposto al rischio in quanto non sono in grado di poter ricordare quella che è l’affettività. La poesia riveste i panni della salvatrice e permette di fare memoria. Si parla di dimenticanza proprio perché questo libro vuole distanziarsi dal precedente in cui i temi angosciosi e dello spettro della sofferenza erano predominanti».
I versi, liberi e svincolati dal punto di vista dei formalismi anche per quanto riguarda la metrica e la punteggiatura ridotta al minimo, accompagnano il lettore in un viaggio meditativo, sempre in evoluzione e senza confini, poiché riescono a trasformare le emozioni in qualcosa di tangibile, evadendo dalla realtà verso un mondo introspettivo. Il minimalismo vuole in qualche modo riflettere, da una parte, il flusso di coscienza e, dall’altra, lo smarrimento emotivo che spesso occorre. La poesia di Simone Borsi indaga sulla bellezza delle piccole cose. «I tesori più belli - racconta - sono custoditi nel significato dei piccoli gesti, delle emozioni più genuine».
L’amore in tutte le sue sfaccettature è al centro della raccolta poetica, ma anche la natura come bene supremo da preservare, la società nei suoi aspetti più instabili e precari. «Nell’opera poetica La dimenticanza delle campanule, - scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura - l’autore Simone Borsi ha raccolto, come in un’esposizione di quadri, poesie che toccano vari argomenti, con particolare riferimento alla natura circostante, e scandagliano in profondità l’animo umano e il mondo dei sentimenti. Il poeta dedica liriche colme di passione all’amata dal suo cuore, alla fata dei suoi sogni, alla rosa dei suoi giorni, a colei che riempie i suoi pensieri».
Nella scrittura realtà e fantasia s’intrecciano, poiché le emozioni attingono da una personale percezione del mondo reale e si trasformano in parole prendendo ispirazione dalla creatività. E questo rappresenta il fil rouge con la precedente raccolta poetica, insieme ai contrasti luce/ombra e al tema dello smarrimento e della solitudine. «Voglio trasmettere la radice dell’amore, in tutte le sue forme. È difficile oggigiorno avere una buona considerazione degli eventi che ci circondano perché siamo tormentati da falsi miti, illusioni, fregature e così via dicendo. Il sentimento è la forma più pura che l’uomo può condividere e utilizzare per stabilire una connessione autentica con i propri affetti e con l’ambiente circostante. Nelle mie poesie - conclude l’autore - si parla spesso di fiori e, non a caso, di rose che per me, come per molti, rappresentano il simbolo dell’adulazione, della ricerca, del corteggiamento e della passione».
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