| ✔️Intervista a Fabio Cavigli, che presenta ai lettori il libro “Il mio Reiki”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il mio Reiki”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo l’ho scelto perché dopo aver visto e letto tante versioni sulla persona del ricopritore di questa disciplina inventate pressoché di sana pianta e infiorettate da aneddoti che non stavano né in cielo né in terra, dopo aver riscontrato la creazione di aloni di misticismo e deviazioni tendenti all’occultismo, rendendomi conto che invece il Reiki si basa su un fenomeno fisico naturale e riscontrabile, volevo divulgare la mia versione semplice e più onesta possibile di una pratica che dovrebbe essere considerata patrimonio dell’umanità. Inoltre sono stato spronato dal desiderio di diffondere l’intuizione sulla costruzione della mente umana, venuta alla luce proprio dall’utilizzo costante dell’energia attraverso i trattamenti, per capire come fossero possibili certi comportamenti, certe elaborazioni dei rapporti fra gli individui, come si potesse ricadere negli stessi errori dopo ottomila di storia nella costruzione delle società.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Direi moltissimo, tutta la mia elaborazione parte dalla pratica, dalla realtà effettiva delle cose, da quei fenomeni che possiamo definire e valutare giorno dopo giorno perché presenti in molti attimi della nostra vita. Ci troviamo costantemente davanti ad azioni, a proclami, a situazioni che, anche se non ci coinvolgessero direttamente, ci condizionano nelle scelte da prendere, nelle tempistiche da adottare, nelle risposte da fornire e non sempre siamo veramente lucidi (quasi mai sereni) nelle decisioni da prendere tartassati dalle suggestioni, dalle influenze, dai vincoli costretti a subire perché immersi in un sistema di relazioni sociali dove crediamo di avere il controllo delle nostre vite ma, spesso, ci ritroviamo travolti da stereotipi e/o da modelli che ci conducono (obbligano) su strade non confacenti alle nostre caratteristiche e talvolta in contrasto con le esigenze del nostro corpo.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La nostra realtà attuale la potremmo definire come “Il tempo degli sforzi inutili” perché siamo molto presi nella trasformazione delle cose semplici in questioni difficili. Mi sembra che l’ambizione maggiore riscontrabile in questa nostra società sia quella di dover complicare ogni cosa solo per evidenziare le nostre grandi capacità intellettive e far cadere dall’alto la nostra saccenza senza renderci conto che la vera intelligenza è quella di chi riesce a rendere semplici le cose più difficili. Quello che vorrei non si perdesse nei meandri del tempo è la ricerca dell’armonia per avere un più corretto rapporto con la realtà e una gestione più serena dei rapporti sociali.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il mio Reiki”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Non potrei parlare proprio di episodi particolari è stata la pratica dei trattamenti alle persone e le sensazioni, le immagini scaturiti durante le parti meditative degli stessi. Certo alcuni episodi sono stati più intensi della maggior parte di quelli eseguiti ma, comunque, tutti chi più chi meno hanno contribuito e condizionato il mio studio e l’elaborazione di questo mio pensiero.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - La mia fonte di ispirazione fondamentale è stata la mia curiosità, la voglia di conoscenza, di scoperta. Fin dalla giovane età la mia predisposizione all’analisi dei comportamenti degli individui non solo del genere umano mi ha spinto all’elaborazione e all’immagazzinamento dei dati raccolti, ad un raffronto di quello che vedevo con la mia personale realtà, per comprendere bene gli altri occorre capire meglio sé stessi. Comunque, in questo quadro, ci sono stati degli autori che sicuramente, con le loro opere, mi hanno comunque influenzato molto diversi fra loro partendo da Konrad Lorenz con i suoi studi naturalistici, per passare da Isaac Asimov precursore di un futuro che oggi sta diventando realtà, attraversando l’avventura tinta nei sentimenti e riflessioni dell’animo umano dei romanzi di Folco Quilici, immergendomi nelle immagini realizzate da quel fenomeno che si nasconde sotto il nome do Jacques Cousteau, passando dai romanzi di Ivo Andric e di Pier Paolo Pasolini sulle realtà umane per finire con Enzo Braschi e tutta una serie di volumi riguardanti popolazioni e personaggi dei nativi del Nord America.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Ma non so se sia plausibile parlare di influenze sulla mia scrittura da parte delle altre discipline artistiche in cui mi cimento e mi riferisco alla musica, alla poesia e alla mia passione per la natura in tutti i suoi aspetti come si evince anche leggendo la mia opera visto che sono un forte ambientalista essendo stato anche per nove anni responsabile della sezione del WWF del Casentino. Dalla musica, essendo un musicista autodidatta, compositore e arrangiatore sicuramente ho appreso il senso universale delle cose importanti, dei legami che, a discapito delle differenze linguistiche e culturali, uniscono tutti i popoli in uno dei più importanti linguaggi universali al di là dei credo, delle religioni, dei nazionalismi che sminuiscono le potenzialità e le capacità di intere comunità a livello culturale e di amore fraterno, dalla poesia, che sono la fonte privilegiata dei testi delle mie composizioni, sicuramente viene fuori l’amore per l’espressione curata, l’attenzione per il dettaglio rappresentato dalla scelta della parola più adatta a raffigurare il concetto che voglio esprimere e che lega in maniera armonica i vocaboli del testo e infine dalla natura, dalle sue leggi, dal rispetto che le dovrebbe essere riconosciuto in sintonia con il culto della Grande Madre Terra in fin dei conti nostra progenitrice. Io non mi sento di avere le competenze per giudicare quanto e come possa essere stato influenzato nel mio modo di scrivere e di esporre il mio pensiero saranno i lettori o altre figure ancor più specializzate che potranno disquisire a loro piacimento su tale argomento.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Come penso di aver accennato nella risposta sulle fonti di ispirazione, il genere letterario che prediligo, al di là della forma di scrittura che sia romanzo o saggio o altro, riguarda l’analisi dei comportamenti umani in tutte le sue sfaccettature sia individuali che di massa messe a confronto anche con quelli che sono i risvolti, le complicità, le collaborazioni, gli antagonismi nel mondo animale e vegetale dove, per fortuna, incominciamo a renderci conto delle reali tipologie di aggregazione, di comunicazione, di sostegno reciproco, di difesa della integrità del branco che evidenziano capacità comportamentali in diversi casi superiori alle nostre da cui dovremmo veramente prendere esempio.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Preferisco il libro tradizionale anche perché leggere al computer è molto più stancante, almeno per me.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - In passato ho composto alcune poesie e alcuni testi delle mie canzoni ma l’entusiasmo che ho avuto con questa composizione è stato ineguagliabile soprattutto per il prolungato stato di eccitazione che ha caratterizzato la sua stesura e conseguentemente tutte le riletture per migliorarne la comprensione, per curare alcuni concetti fondamentali supporti dei miei punti di vista, per apportare tutte le correzioni e tutti i refusi necessari inebriandomi di una sempre maggiore consapevolezza di immergermi in un’iniziativa che dovrebbe servire ad avvicinare altri tipi di persone al Reiki oltre a chi, trovandosi in uno stato di frustrazione e debolezza, vi sia avvicinato come ultima spiaggia deluso e amareggiato dall’inefficacia delle medicine tradizionali. Persone che potrebbero accorgersi di quanto sia enormemente vantaggiosa la prevenzione rispetto alla cura (specialmente quella invasiva) con una pratica che è fondamentalmente semplice anche se ti costringe a cambiare il rapporto con il proprio corpo creando quell’armonia indispensabile per una vita sana e lunga.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il mio Reiki”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Fondamentalmente è la curiosità di conoscere un punto di vista diverso, di mettermi in gioco confrontandomi con un pensiero differente in modo da allargare comunque il mio orizzonte, per provare una nuova esperienza e scoprire qualcosa che potrebbe essermi utile e favorevole sempreché abbia opinioni divergenti, ma nel caso di convinzioni simili poter avere la conferma che la strada, da me, intrapresa sia nella giusta direzione con magari l’apporto di consigli o indicazioni che possano agevolarmi nella mia crescita visto che la vita intera è un percorso verso una meta simile all’arcobaleno, lo vedi, ne determini il punto di partenza, ma più ti avvicini più questo si sposta in avanti richiedendo altri passi verso la comprensione del proprio karma e delle vere nostre necessità.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, ho in mente di scrivere un romanzo che si svolge in Cina a cavallo delle due grandi guerre, la storia di un gruppo di giovani uomini che con spirito di abnegazione si recano nelle province più povere della nazione per aiutare le popolazioni locali nella loro quotidianità e anche di approfondire le tematiche sui rapporti umani di questo libro con più specifiche argomentazioni basandomi anche sull’apporto degli scambi di vedute con i lettori, sempre che siano interessati alla mia visione delle cose.
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