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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
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Intervista a Valeria Cospito sul suo libro intitolato “ASPETTANDO DRAGHETTO la nonna racconta e …pensa”

di Rassegna Stampa

👉 Intervista a Valeria Cospito sul suo libro intitolato “ASPETTANDO DRAGHETTO la nonna racconta e …pensa”

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Aspettando Draghetto”. Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo del libro “Aspettando Draghetto” è dovuto al nomignolo affettuoso dato al mio unico nipote da mia figlia Alessandra dopo aver visto la prima ecografia, momento in cui il nascituro, in buona parte formato, ha suscitato nella madre emozioni e sensazioni singolari. Il nome Ascanio, nobile e altisonante, scelto con entusiasmo dai genitori, si è imposto fin dai primi mesi di vita; in ogni caso il nomignolo “#Draghetto” rimarrà probabilmente un dolce ricordo, avendolo io #nonna immortalato nel titolo di questo libro.
La storia della nascita di mio nipote, vissuta come un miracolo che ha allietato le mie giornate in tarda età, è una sorta di messaggio d’amore intenso e profondo sul tema della natalità.
Nella #narrazione ho descritto l’immagine di una nonna aperta alle innovazioni, ma legata ai valori morali, ricca di sentimento e decisamente in contrasto con i comportamenti aridi e individualisti che oggi rischiano di sconvolgere l’ordine naturale delle cose.
Nel #libro ho dato spazio innanzi tutto alle difficoltà della gravidanza in tempo di pandemia, a tematiche quali il calo delle nascite, quindi all’importanza di adoperarsi per mettere al mondo i bimbi che rappresentano un’esigenza prioritaria e sono fondamentali per il nostro futuro. Ho trattato anche argomenti di interesse comune quali l’adozione, il c.d. politicamente corretto, l’immigrazione selvaggia, il tema della sessualità e dell’affettività, le scelte politiche motivate solo dalla ricerca del consenso elettorale.
Ispirandomi alla mia esperienza di madre adottiva e nonna felicissima, ho raccontato che nella mia famiglia, la nascita di Ascanio è stata accolta come una benedizione, a dispetto dei tristi accadimenti contemporanei. Tra i più gravi ho indicato oltre alla pandemia, la guerra in Ucraina, le svariate carenze educative e formative da parte di scuola e famiglia nell’educazione dei giovani e la “fuga dei cervelli” per la mancanza di lavoro in Italia.
In sostanza, per me una vita che viene al mondo è simbolo di rinascita in tutti i sensi. L’apertura alla procreazione, la lotta al pregiudizio sociale, la scelta di iniziative che danno un senso concreto all’esistenza, la lotta per realizzare ciò in cui si crede, sono i messaggi che ho cercato di trasmettere al #lettore con la vena ottimistica che finora non mi è mai mancata.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Questo scritto è il frutto della mia esperienza di donna impossibilitata a procreare per mala sanità, ma più che mai fiduciosa nell’istituto dell’adozione, tanto da consentirmi di diventare moglie, madre e nonna felice. Le scelte di vita dipendono da noi, dal nostro coraggio, dalla volontà di realizzare gli obiettivi cui aspiriamo, lottando anche contro un destino apparentemente avverso che a volte ci mette alla prova.
“Aspettando Draghetto” è un libro che nasce dal cuore, è una forma di ringraziamento per la felicità che straripa in me da tutti i pori, tanto da voler coinvolgere il lettore al fine di sensibilizzarlo alle tematiche già esposte.
In un momento in cui i processi educativi, da parte di famiglia e scuola, lasciano molto a desiderare, ho sentito l’esigenza di fare chiarezza sul senso di responsabilità di genitori e nonni, non sempre inclini ad adempiere ai loro doveri e a rispettare i diritti dei figli.
Sappiamo tutti che la prima formazione avviene in famiglia e successivamente nella scuola. In un clima tumultuoso di cambiamento sociale si fa fatica ad adeguarsi ai ritmi evolutivi e a neutralizzare l’influenza negativa dei “social” che, anche a livello di scuola materna ed elementare, creano confusione sia tra gli educatori che negli scolari.
Pensando al futuro di mio nipote, riflettendo su quanto sta accadendo nel mondo, mi sono dilungata ad esporre le mie idee su quanto sia problematico e compromesso l’avvenire dei giovani. Il crollo dei valori morali, la mediocrità dei governanti e le scelte politiche sempre più audaci e non risolutive, mi inducono tuttavia a sperare e a credere in una rinascita sociale.
Parlare della gravidanza di mia figlia in tempo di pandemia, mi ha permesso di chiarire anche le difficoltà che stiamo vivendo a livello sanitario. I dubbi sulla bontà dei vaccini e quale scegliere, le divergenze d’opinione dei vari virologi che si alternano in televisione, hanno creato ansia e incertezza difficile da contenere specie per le mamme in attesa.
Nonostante ciò ribadisco il mio pensiero: mai arrendersi, mai perdere il coraggio e lottare fiduciosi per raggiungere i propri obiettivi.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo libro?
Risposta - Attraverso la #scrittura, nelle sue svariate forme, per quanto sia una goccia nel mare, ritengo indispensabile far sentire la mia voce, onde reagire ai soprusi e ai guasti della società che ogni giorno purtroppo hanno il sopravvento.
La mia aspirazione è coinvolgere il #lettore nella necessità di risvegliare quei valori assopiti importanti per il nostro benessere. Mi sta a cuore il recupero della dignità umana, fondamentale per quanti persistono nell’individualismo, nell’indifferenza, nei comportamenti sbagliati, subendo passivamente le ideologie prevalenti a prescindere dalla loro bontà. L’amore per il prossimo, la disponibilità verso gli altri, lottare contro la violenza e ogni forma di eccesso, avere il giusto senso dei diritti e dei doveri, sono valori da perseguire in una società sempre più in crisi. La famiglia in primis va salvaguardata e difesa. Oggi c’è molta confusione su tale concetto: si parla di famiglia tradizionale, di unione tra un uomo e una donna che si definiscono compagni di vita, di famiglia allargata con figli nati dentro e fuori il matrimonio. Secondo il mio pensiero, la famiglia è quella che nasce dalla scelta libera e consapevole di un uomo e una donna di vivere insieme nel rispetto reciproco e della prole, indipendentemente dalla certificazione religiosa dell’unione.
In definitiva, col mio scritto, più che voler salvare dall’oblio del tempo fatti o messaggi importanti, ho tentato di sollecitare il lettore a ragionare con la propria testa e prendere coscienza della realtà delle cose, anche a fronte dei fuorvianti indirizzi di pensiero che quotidianamente ci vengono proposti dai c.d. “mezzi di distrazione di massa” quali i media, social e televisione.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Aspettando Draghetto”, se dovesse isolare episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Più che parlare di episodi è forse più corretto fare riferimento alle pagine in cui tratto del rapporto di coppia mettendone in risalto l’affetto, l’amore e il senso di responsabilità, sentimenti che si consolidano con il concepimento del nascituro. Non a caso la visione della prima ecografia da parte dei genitori, quando il nascituro è quasi completamente formato, ritengo di averla descritta al meglio ricorrendo anche alla poesia, come ho fatto in altre circostanze. Con i versi ho potuto infatti esporre in modo conciso l’emozione irripetibile del momento, con la prosa mi sono invece soffermata sui contenuti più significativi della narrazione, dando spazio a dettagli e sfumature riguardanti l’evolversi di fatti, personaggi e stati d’animo.
Il carattere biografico del libro è stato il pretesto per esporre le mie riflessioni su una società in crisi in cui il problema della natalità, mi è sembrato, è uno dei più importanti da affrontare. In tal senso ho voluto anche sollecitare gli organi preposti ad occuparsi seriamente dell’emergenza sanitaria causata dalla pandemia. Essere diventata nonna mi ha indotta poi a riflettere su quanto oggi sia precario il futuro dei giovani a partire dalla famiglia, dalla scuola e dalla possibilità di trovare un lavoro adeguatamente retribuito e conforme agli studi effettuati. Sono queste le tematiche più salienti che isolerei e che caratterizzano questo mio scritto.

Domanda - Quali sono le fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Fonte di ispirazione di questo scritto è stata la nascita di mio nipote Ascanio che mi ha particolarmente sensibilizzata, come ho già detto, al tema della #natalità in relazione al calo delle nascite, fenomeno oggi assai preoccupante in Italia e non solo. Per le mie vicende personali, tale problema mi ha interessata, anzi appassionata, tanto da mettere penna su carta per condividere con il lettore i miei pensieri. Essendo diventata nonna in tempo di pandemia, è stato naturale fare riferimento a quanto sia stata delicata e difficile la situazione delle donne in gravidanza e delle rispettive famiglie. Prendendo atto delle pressioni da parte di forze politiche tendenti a cambiamenti sociali radicali, mi è venuto naturale esprimere il mio disappunto su scelte che possono compromettere i processi educativi, il futuro dei giovani, la famiglia e il mondo del lavoro. Essendo stata una professoressa di filosofia, ho avuto una formazione classica, ho studiato pedagogia e psicologia, ho insegnato i colossi della letteratura italiana e straniera, non disdegnando tuttavia la lettura di autori moderni e contemporanei.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Tra le discipline artistiche mi sento più vicina alla musica, alla fotografia e alla pittura. Probabilmente tali forme artistiche mi hanno resa più sensibile all’armonia dei suoni e alla rappresentazione del bello attraverso l’evocazione.
Come un pittore descrive con tratti e colori le sue sensazioni emotive, altrettanto cerco di essere oculata nella scelta delle parole, per offrire al lettore l’immagine chiara di quanto voglio rappresentare.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - In quest’ultimo libro di carattere diaristico, non a caso ho realizzato una commistione tra prosa e poesia, perché mi piace sperimentare i generi letterari che prediligo a seconda del mio stato d’animo. Ho iniziato la mia attività di #scrittrice con la poesia, producendo nel tempo cinque o sei libri e svariati scritti poetici pubblicati su antologie e riviste periodiche. Tutto è stato oggetto di emozione poetica: la natura, gli affetti, la bellezza, l’amore nelle sue molteplici espressioni, il bene, il male, il sacro, il profano, il sociale, in breve quanto, da buona osservatrice, ho ritenuto degno di attenzione.
Per la prosa, partendo dalla mia autobiografia, “Per lasciare un’impronta” finalizzata ad esaltare il tema dell’adozione, sono passata alla novellistica con “Quindici perle della mia collana” e al romanzo psicologico “Come il fiume che scorre”, in cui tratto il tema dell’abbandono. Ultimamente, particolarmente sensibilizzata all’aumento degli episodi di violenza e alle carenze della giustizia, il mio interesse si è rivolto alla giallistica per denunciare i guasti di un sistema che, lasciando sovente impuniti i delitti, non garantisce la sicurezza del cittadino. Ho così prodotto una trilogia di #romanzi intitolati “Un unico destino”, “Anatomia familiare con delitto” e “Sangue in pineta e delitti impuniti”.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Sarò di vecchio stampo e un po' all’antica, ma prediligo il cartaceo cui sono affezionata da sempre. Sono consapevole dei miei limiti nei confronti dello strumento informatico e non è mia intenzione sottovalutarlo, infatti riconosco che per i giovani il libro digitale è un’innovazione importante e mi sta bene che lo usino purché leggano, senza però dimenticare come si scrive, almeno in corsivo.

Domanda - Per terminare, quale è stato il suo rapporto con la #scrittura durante la composizione del libro?
Risposta - Essendo per me la scrittura lo strumento più valido per esprimere il mio punto di vista sul mondo che mi circonda, scrivo con passione dando un senso concreto alla mia esistenza. Avere degli obiettivi è importante e rimuginare sul da farsi senza esternare e condividere con gli altri le proprie opinioni, per me non ha senso. Nell’elaborazione dei contenuti, per quanto incline a mettere in evidenza le pecche di una società che cambia in peggio, ho sempre mantenuto con la mia vena ottimistica la speranza in un futuro migliore. Scrivo la mattina, anche all’alba, approfittando del silenzio che mi consente di concentrarmi più facilmente su quanto ho da dire. Allora ho la sensazione di dialogare realmente con il lettore coinvolgendolo nei miei pensieri. A tal fine, ho cura di rendere chiara l’esposizione dei fatti scegliendo le parole giuste perché i periodi siano scorrevoli, armonici e di facile comprensione per tutti. Probabilmente mi ripeto spesso e insisto forse troppo sulle tematiche che mi stanno a cuore, ma la mia aspirazione è quella di indurre chi mi leggerà a scavare nella propria interiorità, a confrontarsi e a riflettere sulle mie opinioni, indipendentemente dal condividerle o meno.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Aspettando Draghetto” se non lo avesse scritto?
Risposta - Sono cosciente che il contenuto di questo scritto potrebbe essere scambiato per un banale diario di una gestazione, in realtà non è così perché la linea diaristica è solo il pretesto per esporre le considerazioni di una nonna sugli accadimenti attuali che compromettono il futuro dei nostri figli fin dalla nascita. Parlo dell’attesa gioiosa di un bimbo in tempo di pandemia, di crisi della sanità, di guerre che non finiscono mai, di scelte politiche assurde se non autodistruttive, dell’attesa di cambiamenti e riforme risolutive. Ho scritto questo libro cosciente di non essere allineata con le ideologie correnti sponsorizzate dal c.d. politicamente corretto, ma rivendico con forza i miei pensieri e il rispetto per il cattolicesimo, quale nostra religione di Stato.
In breve, leggerei questo libro perché sarei oltremodo curiosa di sentire una voce fuori dal coro, una voce che parla del buon senso comune, ancorché di una nonna innamorata del suo nipotino.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere in futuro? In caso affermativo, può darcene un’anticipazione?
Risposta - Al momento mi riprometto di prendermi una pausa di riflessione durante la quale assorbirò la reazione a quest’ ultimo libro scritto in una delle fasi più emotive della mia vita. Non escludo tuttavia che le cose potrebbero anche andare diversamente perché… “del doman non c’è certezza!”

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