| 👉 Intervista a Maria Virginia Basile che presenta ai lettori la raccolta poetica "Oltre il tuo orizzonte"
✔️ Il libro, in duplice lingua Italiano e Arabo, con traduzione a cura del Prof. Hafez Haidar, è disponibile in eBook a soli Euro 7,99!
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☑️ I N T E R V I S T A
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Oltre il tuo orizzonte”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Mi piace #leggere oltre le parole e inserirle in combinazioni che, una volta lette, possano indurre comprensione, nel senso che lascino un messaggio al #lettore attento. Non c'è bisogno che le parole siano altisonanti, auliche, ma che nel loro accostamento, se pur semplice, esprimano fortemente e soprattutto la volontà di parlare ad un ‘tu’. L’io e il tu sono sostanzialmente gli attori di ogni scritto. È in questa chiave che ho pensato a questo titolo, forse apparentemente un po' banale, intendo dire che la dimensione dell’oltre e l’indicazione dell'orizzonte ricorrono frequentemente come immagini nella relazione dialogica. Eppure, a ben guardare, in questo titolo è insito un invito, una sorta di monologo drammatico, in cui il #poeta accoglie il tu, invitandolo a spostare lo sguardo oltre il suo orizzonte, attraverso la #lettura. Trovo che in questo sia il vero nocciolo, il cuore pulsante del mio messaggio, nella corrispondenza dell'io poetico con l’ascolto del lettore, che interpreta e fa suo le immagini, i simboli, ricavandone emozioni, che poi saranno rielaborate e fatte proprie, a seconda di un vissuto, che è proprio, che resta tale, ma si arricchisce di altre sfumature; altrimenti resta solo un esercizio di lettura che, pur nella sua importanza, resta inerte, sospeso da qualche parte in un panorama così ampio, per poi sparire. La #poesia ci deve far pensare, provare emozioni, deve richiamare sentimenti, avere quella capacità profondamente conoscitiva che appartiene al significato, mediante un significante capace di evocare; è ciò che #WilliamWordsworth, padre del Primo Romanticismo Inglese, ha regalato come idea nella Preface del famoso manifesto ‘Lyrical Ballads’. Se questo succede, avviene una sorta di ‘magia’, vuol dire che si è toccato un punto di unione che rappresenta, per me, la funzione poetica. Scritta da una persona, letta in due, fatta propria; questa è la dimensione universale che un messaggio poetico deve contenere, suscitare, possedere e rilanciare, che non ha bisogno di essere decodificato, ma che riesca a toccare corde interiori, mente, cuore, memoria, intuizione, desideri, affetti.
Per quanto riguarda le tematiche affrontate sono soprattutto stati d’animo, riflessioni sugli affetti, spesso vissuti con un senso di nostalgia, la tematica dell’assenza che si rende presenza mediante la memoria, vi sono argomenti legati ad una società che si vede materialistica, che favorisce il senso dell’apparire tout court piuttosto che l’essenza della vita interiore; tratto anche di Natura, la contemplazione della bellezza del creato, vi sono figure femminili alle quali dedico pensieri perché simbolo di continuazione di vita e di amore, vi è forte un sentimento d’amore per la mia terra, la #Calabria, scrigno di bellezze e cultura antica, il mio amore per ciò che è apparentemente ‘piccolo’, nascosto e discreto. Il professore #HafezHaidar, nella sua prefazione, ha individuato dei punti focali della mia produzione, che riassume, devo dire in modo efficace e veritiero, nell’amore per mia madre, e quindi per gli affetti, per la Natura, per un mondo che non appare, ma che vive in modo discreto e in armonia con se stesso e il Creato.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Sono convinta che siamo tutti il risultato di un vissuto, nel senso che è proprio la realtà che ci guida, che induce conoscenza e determina scelte, è la realtà nella quale si vive a stimolare anche delle passioni, dei desideri; tuttavia, sono anche certa che vi sono delle ricchezze, o dei talenti, intendo dire dei doni, di cui potenzialmente siamo tutti dotati, che ci rendono particolarmente capaci di leggere la nostra realtà in chiave artistica. L’artista, in senso lato, è inserito nella sua realtà, dalla quale trae ispirazione, che ‘traduce’, trasporta nella dimensione artistica, mediante varie forme.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - È una domanda che prevede una forte assunzione di responsabilità, che personalmente, nel mio piccolo raggio di azione, mi assumo, anzi ho già assunto perché ho prodotto, ma senza alcuna certezza che la mia poesia possa salvare da un eventuale oblio. Mi spiego meglio. Preferisco usare il verbo ‘custodire’ piuttosto che ‘salvare’, poiché ritengo che nessuno scritto possa salvare alcunché dall’oblio, se non vi sia una risposta attiva di un tu che si renda disponibile all’ascolto. Certamente, credo nella funzione dialogica dell’arte e della poesia nel caso specifico, nel senso che la poesia è comunicazione, la lettura è comunicazione; quando si stabilisce un circuito di relazione, è lì che l’arte ha funzionato, che gli aliti e i soffi di vita (come definisco questa relazione nella mia prima silloge poetica ‘Binario 16’) tra un io e un tu sono stati trasmessi. Ecco, forse è proprio in questa relazione che è insita l’azione del salvare e del custodire.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Oltre il tuo orizzonte”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ogni scritto diventa una propria creatura, a servizio di un tu, degli altri. Più che di episodi, parlerei di stati d’animo, di suggestioni, sensazioni. Sapere che questa mia silloge è scritta, tradotta, apprezzata quindi in lingua araba, mondo di antichissima cultura, spesso così lontana da quello occidentale, così poco conosciuta ancora, mi fa pensare che l’Arte, nello specifico l’arte poetica, ma intendo tutta l’Arte, ha il vantaggio di superare limiti, barriere, addirittura pregiudizi, perché parla al cuore umano, ad una radice intatta in cui l’uomo custodisce sentimenti umani basilari, come l’amore e il dolore.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - La mia formazione è principalmente classica, avendo studiato in un Liceo Classico e Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’università La Sapienza di Roma, per cui ho avuto una lunga ‘esposizione’ allo studio delle civiltà antiche e poi alle letterature europee e anglo-americana. Ho insegnato Lingua e Letteratura Inglese per 40 anni in Licei, la mia vicinanza alla Letteratura anglofona mi ha fatto incontrare quotidianamente autori che ho amato, non dimenticando però l’attenzione alla letteratura francese e italiana. Ho apprezzato molto, e continuo, il teatro e la narrativa, di vari periodi storici e letterari; per quanto riguarda la poesia, vi sono molti autori che amo e dai quali certamente ho inconsapevolmente tratto una sorta d’ispirazione. Tra i tanti non posso non citare Francesco Petrarca, lo stesso San Francesco d’Assisi, Giacomo Leopardi, Eugenio Montale, Umberto Saba, Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti; ancora e soprattutto, William Shakespeare, John Donne, Alexander Pope, il grande Thomas Gray, i padri del Romanticismo inglese, in particolare William Wordsworth, ma anche la seconda generazione del Romanticismo, come sarebbe possibile non trarre a piene mani da un John Keats, Lord Byron, P.B Shelley! Per non parlare poi di poeti a noi più vicini. Ho un amore spassionato per Thomas Stearns Eliot, che ha certamente dato una svolta decisiva al Modernismo in poesia; tuttavia, non si può dimenticare la poesia francese romantica, i decadenti, i famosi poétes maudits, Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, il simbolismo francese con Mallarmé, ma anche le poéte du quotidien che era Jacques Prévert. Penso anche che una buona formazione culturale debba necessariamente includere un’altrettanto efficace educazione sentimentale, altrimenti si rischia di non carpire e non fare propri i messaggi dei #poeti, che molto hanno lasciato nei loro versi, in quanto a sentimenti, riflessioni, meditazioni; è, come dire, equivalente a quelle belle occasioni che si sono perse!
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Certamente! Come si fa a scrivere poesia e non amare la musica? Poesia è musicalità, è ritmo, armonia, melodia; anche le arti visive, la scultura, la pittura entrano a pieno diritto nel linguaggio artistico. In modo particolare, per quanto riguarda il nesso tra pittura e poesia, ho pubblicato un saggio sulla rivista letteraria ‘Ilfilorosso’ in cui tratto proprio del legame tra la pittura di Raffaello e di Monet e la poesia di W. Wordsworth, insieme alla pittura di Caravaggio e la poesia di W. Blake, il cui titolo è “ Lo sguardo alla città di William Wordsworth e William Blake: pennellate di poesia” in rivista letteraria ilfilorosso n.67, luglio-dicembre 2019 e un altro saggio La transposition d’art come strumento di conoscenza; dalla cosiddetta canzonetta del XX secolo alla letteratura, e viceversa rivista letteraria ilfilorosso n. 71, in cui mi soffermo sulla relazione che esiste necessariamente nei diversi campi di espressione artistica. Dei pittori come Turner, Munch, Monet, Toulouse-Lautrec, William Alphonse Bouguerau, Artemisia Gentileschi, Berthe Morisot, insieme a tanti altri, ispirano sentimenti, sensazioni, attraversano memorie, perciò sollecitano immagini che si traducono in poesia.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Amo la narrativa e il teatro.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Di fatto preferisco avere il cartaceo, diciamo la versione tradizionale, nelle mani, per un fatto di lunga abitudine ad una lettura in cui sia il tatto che l’olfatto erano, e sono, coinvolti. Tuttavia, ho imparato a trarre vantaggio dagli strumenti digitali che offrono una possibilità di lettura più dinamica e aperta, nel senso che si può leggere qualunque cosa perché è reperibile facilmente. Per cui, benvenuti tutti i mezzi, l’importante è che si legga.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Un libro è per l’autore una propria creatura, parte di sé, ma anche parte dell’altro da sé! Ci vuole cura, si accarezzano gli scritti nel tentativo di creare armonia, non forzata, ma naturale, che possa accogliere il proprio pensiero e ‘lanciarlo’ verso un tu che ti leggerà e che dovrà comprendere. Almeno si spera.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Oltre il tuo orizzonte”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Sinceramente penso che vi sia un’unione di forti sentimenti, di sensazioni, emozioni, che non appartengono solo a chi scrive, in questo caso a me, ma all’uomo. Il mio è un mondo di sentimenti profondi, visitati, vissuti da una donna, che è ben consapevole della realtà , a volte -se non sovente- deludente, ma che ricerca il buono, il bello, il vero, o almeno la speranza.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Proprio lo scorso 13 novembre è uscito un mio romanzo che sarà presentato tra una settimana presso la libreria Ubik della mia città. Nel mese di dicembre sarà pubblicato un mio racconto in un’antologia collettanea, dedicata al Natale. Il prossimo anno sarà in pubblicazione un altro romanzo che ha ottenuto un buon riconoscimento in un premio letterario. Intanto, sto ultimando una traduzione dalla lingua italiana alla lingua inglese di un libro. Continuerò a interessarmi di poesia e narrativa, anche per bambini.
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