| 👉 Intervista a Marzia Badaloni, che presenta il libro “Il dono delle Muse”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il dono delle Muse”?
Risposta - Il titolo “Il dono delle Muse” è la sintesi del pensiero che scaturisce dalla creatività dell’artista. Dopo quarant’anni di scrittura, ancora non so quale sia l’origine scientifica, da provocare la realizzazione creativa. Secondo C. Gustav Jung, la fantasia è una forma di energia ma non misurabile, eppure tangibile con la produzione artistica. Mentre Lev S. Vigostkij assume l’immaginazione quale fondamento di ogni attività creativa, perché la forza della immaginazione è in grado di creare nuove logiche combinatorie sulla realtà, nonché di interagire con la realtà in modo attivo e quindi in modo dinamico, esplorativo, costruttivo. E il #poeta trasforma in un’opera artistica ciò che ha percepito, grazie all’intuizione del latente, che è contenuto in tutte le nostre azioni nel mondo.
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta il volume?
Risposta - Il tema della raccolta è la relazione che si determina nel rapporto tra il mondo materiale e quello spirituale, da cui scaturiscono i sentimenti generati dalle emozioni. Infatti gli argomenti del poema appartengono ad un tema comune - la Vita - con i suoi retaggi anche disvelamenti, i suoi intimi segreti; “il dono di chi ama”, “la nostra imperfezione umana”, “ la ricerca della saggezza”; la libertà di scegliere, tra il giorno e la notte, tra credere e pensare, tra amare e odiare. Amichevoli rimembranze di donne e uomini e il loro lascito emozionale.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso sulla scrittura?
Risposta - L’arte è espressione del mondo interiore dell’artista, ma è anche la versione personale e interpretativa dell’osservazione della realtà. Caravaggio, la Piramide Cestia, una sala d’attesa, le dorate foglie autunnali, l’Utopia dell’ideale, e la mera Realtà, con i nostri sogni infranti e, finalmente, l’atroce ironica diagnosi, della vera, indicibile troppo vera e ben accettabile malattia dell’uomo, “al di là di ciò che si ode e si guarda".
Le poesie hanno in sé un denominatore comune, che crea una traccia invisibile, che dà alla silloge una struttura omogenea, cioè la trasformazione della realtà. È come guardare il panorama al tramonto e cogliere soltanto la sostanza delle forme indefinite, tra il rosso del tramonto e le masse nere contenute in esso. Come quando la bellezza si manifesta e si esprime all’interno delle parole che compongono i versi poetici.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La risposta a questa domanda è veramente complessa, poiché c'è in me una profonda ricerca etica, riguardo ciò che la storia ci insegna nel rimuovere le motivazioni che hanno trasformato il nostro essere nel mondo. L'elaborazione della memoria, del vissuto nei nostri ricordi, ci permette di vagliare ciò che rimane valido del nostro passato, come valore per la crescita interiore. La memoria, come valore testimoniale, è una dinamica che va vissuta, non come una ripetizione passiva, ma come un gesto di libertà, nel tentativo di setacciare la storicità degli eventi reinserendoli nel fluire del tempo presente, trovando, nei ricordi, la sostanza che li rende validi per l'universalità dei contenuti.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il dono delle Muse”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Il libro “Il dono delle Muse" ha una sua storia molto complessa. Come accade spesso, il testo fu scritto di getto, ma ha avuto una realizzazione grafica molto articolata, per il fatto che il testo conteneva all'interno, accanto ad ogni poesia, immagini di altri autori, per creare una sinergia fra le varie arti. E dall’inizio l'editore non era stato propenso alla pubblicazione, per gli elevati costi economici. Un iter in salita, per la lotta sostenuta e la resistenza per ottenere la stampa del libro, in modo che le mie esigenze creative fossero rispettate. Sono rimasta soddisfatta della pubblicazione poiché la silloge “Il dono delle Muse” meritava di essere stampata. La ritengo, ancora oggi, una silloge ricca di contenuti, ed è per questo motivo che ho accettato che fosse tradotta in Arabo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione, altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Avevo cinque anni, quando mio padre, decoratore, mi leggeva i versi della Divina commedia e testi religiosi, come la Bibbia. E da questo rapporto affettivo, nell'ascolto iniziò il mio cammino di apprendimento. Si è determinato un legame, che mi ha condotto da un autore all’altro, dalla filosofia a testi classici del teatro greco, e lirici, Saffo, Ovidio e Catullo, alla Sociologia per comprendere la realtà, trasformandola nei versi poetici, in pittura, in testi di canzoni.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Torna di nuovo la figura di mio padre, come maestro d’arte. Essendo decoratore, ho vissuto la mia infanzia immersa negli effluvi della trementina dell’olio di lino, a maneggiare fin da piccola i pigmenti in polvere. Era una esperienza sensoriale e fisica eccezionale. Il ricordo dell’esposizione dei versi poetici della Divina commedia, da parte di mio padre, mi ha avviato alla rappresentazione teatrale e alla scrittura di testi teatrali, che successivamente ho realizzato mettendoli in scena, realizzando le scenografie, i costumi e le canzoni relative.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - La lettura dei vari testi letterari fa parte della mia quotidianità; iniziando dai saggi storici, a quelli politici e filosofici, seguendo quel filo continuo che si crea dalla lettura di un libro all’altro, per soddisfare la curiosità di conoscenza.
Nell’apprendere la conoscenza, iniziata nell’infanzia senza essersi ancora fermata, la lettura è stata salvifica e nutrimento della mente e dell’animo nei momenti di crisi, come è accaduto nel periodo della pandemia covid-19.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Dalle mie risposte precedenti, è ovvio che adoro il libro cartaceo con il suo odore buono di stampa e, sfogliando il libro scelto, pagina dopo pagina, la storia si dipana e il mondo dell’autore si esprime e conduce in un'altra realtà, in un altro stato mentale.
Comunque, trovo che, per le sue potenzialità, il libro digitale abbia un ottimo mercato per il costo inferiore, per gli estratti gratuiti e la leggerezza che offre durante i viaggi ed è ovvio che lo utilizzo in momenti e modi particolari… nella frenetica vita moderna.
Domanda - Per terminare, quale è stato il suo rapporto con la scrittura durante la composizione del libro?
Risposta - Ogni volta che inizio la stesura di un libro, so di iniziare un viaggio tramite le parole, che mi condurranno per un percorso sconosciuto e che dovrò vivere a pelle per dare ad esso una impronta nuova e diversa. So che trasformerò, rischiando me stessa.
Domanda - Un motivo per cui comprerebbe “Il dono delle Muse”, se non l'avesse scritto?
Risposta - Il libro lo comprerei perché, sin dai primi versi, tratta di un argomento sempre valido, la bellezza e la crudezza della vita e come si può scegliere di viverla pienamente.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, ho redatto la scrittura del nuovo libro poetico, anche se nel corso della stesura si modificherà come ovvio che accada, il titolo però l’ho già scelto. In "Exordiun" affronto le questioni che si sono determinate a livello psicologico a causa della pandemia. Ogni volta che mi trovo davanti al foglio, alla tela, mi ritrovo sospesa nello spazio, tra il pensiero e l'azione. Giorni, mesi, anni vissuti sul filo della paura del contagio, con il timore di perdere tutto ciò si era realizzato, sia a livello personale che lavorativo. Il pericolo della malattia era una costante continua, e, proprio l'essere continuamente in pericolo, mi costrinse a proseguire l’analisi introspettiva e avventurarmi nell’oscurità, affrontando, passo dopo passo, gli echi del mio vissuto. Questa silloge, molto ermetica, spazia in ogni campo della realtà interiore ed allo stesso tempo anche per ciò che riguarda i rapporti di relazione. La poetica è cruda, priva di ogni struttura barocca, poiché ora mi posso presentare senza maschere, denudata di ogni sovrastruttura.
✔️L'opera “Il dono delle Muse”, in duplice lingua Italiano e Arabo, è disponibile in eBook a soli Euro 7,99!
https://www.ibs.it/dono-delle-muse-ebook-marzia-badaloni/e/9788859187011
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