| 👉 Intervista al Prof Claudio S. Testaverde che presenta ai lettori "Il libro dei Sogni" (Aletti Editore)
Domanda - Come mai "Il libro dei Sogni"? Quali sono gli argomenti trattati ricorrenti nel testo?
Risposta - Era necessario, dopo un lungo percorso esistenziale,
dottrinale, ”pianificare” le colonne portanti dell'inconscio, scrivendo un libro sul mondo onirico, sui #sogni; ciò era già in nuce nella mia mente sin da ragazzo, uno dei primi libri che approcciai fu la Tramdeutung - ancora adolescente- lo vedevo, e l'ho visto, come un volano per immergersi - secondo circolo ermeneutico-nell'oceano interiore.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso sulla scrittura?
Risposta - Scrittura e realtà sono correlati per necessità necessaria, e, pur rimanendo ognuna con la propria identità, riescono a essere l'una colonna per l'altra per sostenere l'arco dell'esistenza.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale. Cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo libro?
Risposta - La società postcapitalistica, finanziaria, oligarchica guerrafondaia, consuma tutto, e cancella le tracce di culture e
archetipi, lacerando nel profondo le identità.
Scrivere, come esprimere se stesso in modo reale, è un atto di resistenza alla perdita esiziale della memoria globalizzata. I sogni ”seppur onirici”... sono dei graffiti, che ricordano del passato e della memoria eterna.
Domanda - Episodi relativi alla scrittura del #libro, che ricorda in modo particolare? Come li descriverebbe?
Risposta - Entrando nel merito della sincronia (causalismo casuale come la definisco), incontrare una persona, o vedere un luogo dopo che li hai sognato, segnano la mia evoluzione, e sono tanti gli episodi; per scendere nel particolare della domanda, uno importante, è avere visto una casa, che avevo avuto in sogno, con grande valore simbolico onirico... e poi tanti sentieri boschivi, e eventi sognati prima.
Ricordo una volta avevo sognato di perdere il controllo della macchina, l'andatura era bassa, guidavo in una strada di montagna, cosa che dopo accadde senza apparente motivo... Un sogno prolettico, come l'ho definito, come se la realtà per esprimersi avesse bisogno dei sogni e viceversa.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori, che ritiene fondamentali, nella sua formazione, culturale sentimentale?
Risposta - Varie! La lettura, i film, l'arte figurativa e ”soprattutto
il transfert allargato”, ossia quel sentirmi nel flusso generale del
mondo delle relazioni, rimanendo partecipe, ma anche distaccato.
Oltre agli autori classici Freud, Jung, Fromm, Klein, sono stati miei
rifermenti formativi: Kant, Hegel, Rousseau, Wittgeistein; nel campo
del cinema: Kurosawa, Malick, Pasolini, Antonioni, Coppola; in quello letterario, da Dante, a Orazio, da Pasolini, a Quasimodo, da Baudelere a Marquez. Ma anche l'esperienza con la Aletti mi è utile e ho trovato geniale e positivo: ”Da una Feritoia osservo parole”.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti che hanno
influenzato la sua scrittura?
Risposta - L'arte in generale è stata fonte di positivo condizionamento per me, da quella figurativa, cinematografica al teatro greco, all'architettura. Artisti come: Leonardo, Michelangelo,
Picasso, Manet, Renoir, Van Gogh per passare a Sofocle, Eschilo, Euripide, cineasti quali Antonioni, Malik, Coppola, Pasolini, e in
modo specifico: Ungaretti e Quasimodo e al filosofo geniale Wittgeistein.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro,quali altri generi letterari preferisce?
Risposta - Le poesie ermetiche, quelle classiche, le favole classiche, le tragedie greche, i romanzi russi e i poeti francesi.
Domanda - Preferisce il libro cartaceo, o digitale?
Risposta - Di gran lunga il cartaceo!
Domanda - Quale è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - La scrittura la vivo come una gestualità pittorica, che sconfina in prospettive “imprevedibili”: allude, cattura l'osservatore-lettore. La parola scritta, per me, è in sé evocativo-simbolica, si racconta, si nasconde e rivela.
Non è semplice e geometrico costrutto grammaticale, ma un percorso plastico, una architettura in fieri, un progetto fluido, e come ho cercato di precisare nel libro risulta ermeneutica. Ci racconta, con il suo raccontatore, la sua origine, il suo espandersi, il ritorno a chi l'ha prodotta, seguendo la propria spinta vitale. Come una rete, che raccoglie i pesci secondo l'abilità del pescatore. Una colonna, che ne aspetta un'altra per definire l'arcata del sentire, pensiero racconto, necessaria per un cammino di conoscenza e comunicazione.
Domanda - Un motivo per cui dovrebbe comprare il suo libro?
Risposta - Per avere più strumenti di conoscenza e riflessione di se stesso!
Domanda - Altri progetti?
Risposta - Poesia, Poesia, Poesia!
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