| 👉 INTERVISTA A SALVATORE D’INCERTOPADRE, AUTORE DEL LIBRO “LO RIFAREI ANCORA”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Lo rifarei ancora”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il pentimento è un sentimento che nasce a volte in seguito a un atto contro la morale o una persona, un atto a cui purtroppo non è possibile porre rimedio. Non è il caso di Angela, la protagonista del #romanzo che uccide il marito per salvare la vita alla figlia Camilla, picchiata dal padre in preda a un delirio #omicida. L’amore materno prevale su tutto, anche sulla sacralità della vita, tanto che Angela alla domanda della sua amica Aida su un suo eventuale pentimento, risponde: “Lo rifarei ancora, altre cento, mille volte”. Da questa affermazione perentoria di Angela scaturisce il titolo del libro.
Sono due gli argomenti ricorrenti del romanzo. In primo luogo il tema delle #donne che amano troppo, di quelle donne che anche se deluse dai propri uomini, anche se consapevoli della loro completa indifferenza, della loro progressiva e inarrestabile #violenza, non riescono a decidere l’unica cosa che le condurrebbe a una nuova vita senza l’affanno di amore per forza. L’altro argomento fondamentale è l’#amicizia, quella che nasce all’improvviso quando ci si ritrova in una situazione da condividere inesorabilmente insieme. L’amicizia che nasce anche tra #donne di estrazione sociale e cultura diversa, ricca di sincerità e affetto reciproco. L’amicizia che nasce tra Angela e Aida vuole essere un inno all’amore, alla consapevolezza che nessuno è diverso da noi, che dall’altro c’è sempre qualcosa da imparare anche se ci appare tanto dissimile da noi.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - L’idea del romanzo è nata da un fatto di #cronaca accaduto in Francia. Il presidente #Sarkozy, durante il suo mandato, concesse la grazia a una donna che aveva ammazzato il marito per salvare la figlia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Un #libro è sempre una testimonianza che resta indelebile nel tempo. In questo romanzo ci sono diverse cose che vorrei non venissero disperse nell’oblio della mente umana: l’amore materno, l’amicizia, la speranza.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Sono da sempre un appassionato di storia del Novecento e ho letto tanti autori che affrontano questo tema. Non disdegno però autori quali Pirandello, Moravia, Pratolini, Verga… l’elenco sarebbe lungo, quindi mi fermo qui.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sono un musicista e in quanto tale amo la buona musica, in particola quella d’autore. Poi, forse influenzato da mia figlia, laureata in storia dell’arte, amo tutto ciò che è stato prodotto da pittori, scultori e architetti del Rinascimento e del successivo periodo che contiene artisti come Michelangelo Merisi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Come ho già detto, sono un appassionato di storia del Novecento e amo #scrivere romanzi storici, calando i personaggi e le loro vicende in contesti reali della Storia. Ritengo sia il modo migliore per far conoscere, soprattutto ai giovani, la nostra Storia recente, senza la necessità di dover leggere trattati che possono apparire interminabili e noiosi.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Amo sentire l’odore della carta stampata.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Amo scrivere, perché per scrivere bisogna leggere tanto e apprendere fatti nuovi, a volte solleticanti per imbastire una storia. Ogni romanzo nasce da un’idea che cresce e si amplia con il susseguirsi dei capitoli, con la necessità di acquisire sempre nuovi elementi. “Lo rifarei ancora” mi ha consentito di approfondire il mondo delle donne a cui ho sempre dedicato molta attenzione nei miei lavori.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Lo rifarei ancora”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Perché affronta un problema non ancora risolto: la violenza sulle donne.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Quando termino un romanzo, lo metto in barric, come si fa con il vino per farlo maturare. Poi lo riprendo in seguito per rimaneggiarlo prima della pubblicazione. In attesa dell’invecchiamento, ho sempre pronto una nuova idea. Anche questa volta è accaduto, e già ho messo a invecchiare un nuovo romanzo storico dal titolo “Il falegname”. Il romanzo narra di un giovane sardo che, diventato un provetto falegname, si trasferisce a Torino, presso la scuola dei Salesiani, per diventare un maestro falegname. Si trova però, suo malgrado, coinvolto nella guerra e nei feroci bombardamenti sulla città. Per questo diventa un eroe, ma di quelli senza armi. Naturalmente ci sono anche gli ingredienti fondamentali di un romanzo, quali l’amicizia e l’amore.
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