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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Silvano Loppoli, che presenta ai lettori il libro di poesie “Pan di Serpe”

di Rassegna Stampa

👉 Intervista a Silvano Loppoli, che presenta ai lettori il libro di poesie “Pan di Serpe”

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Pan di Serpe”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Non di un bel fior vermiglio fiorisce il tardivo amore di una donna , ma di pan di serpe e fior di giusquiamo (Michail Aleksandrovič Šolochov). Pan di serpe è fiore ingannevole, ricco e velenoso. La metafora del tempo ineluttabile di cui viviamo e che ci consuma. Eppure raccontarlo, celebrarlo, nel mito come nella nostra semplice vicenda umana è riscatto, salvezza.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Inevitabilmente incide, siamo i recettori assoluti di quanto ci circonda, ma in una visione che rende partecipi anche gli altri e il tutto che ne deriva. Scrivere è un momento di solitudine che apre le finestre di ogni esperienza, di tutte le sensibilità, del certo, dell’improbabile e dello stesso assurdo. Non per niente la Storia dell’uomo inizia con la scrittura, e tutto incredibilmente sopravvive.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ho custodito me stesso quale risultato di tutto quanto è passato con me, e prima di me nei ricordi tangibili del passato. Salvarmi dall’oblio anche per il solo tempo di leggere un verso, è condurre per mano infinite persone di cui, al di fuori della parola, non rimane più nulla.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Pan di Serpe”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Sento la mancanza di un compiuto che non ho saputo raggiungere. Questa sensazione tuttavia, che può apparire come un limite, è invece la costante che di “Pan di Serpe” ricordo con particolare favore. Un confine che, forse, mi rende ancora in grado di rincorrere il futuro. Qualunque esso sia.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Ho la fortuna di trattenere nella mente gran parte di ciò che leggo, o incontro, o studio. È buona memoria solo nella misura in cui il sentire profondo rende le cose incancellabili. La fonte di ispirazione assoluta, pertanto, è la vita stessa che mi è stata regalata e a cui accompagno tutto ciò di cui divento ogni giorno custode. La poesia che più mi ha più coinvolto, fin da ragazzo, è quella spagnola del novecento. Un nome su tutti, Federico Garcia Lorca. Quanto alla prosa rinuncio a tutto, pur di salvare I Malavoglia di Giovanni Verga.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Le parole sono come i quadri, hanno bisogno di luce, qualcosa che le sottragga dal buio e le faccia vibrare. Penso alla pittura di Caravaggio, l’assoluto generato dall’oscuro in forme e colori che sono maledizione, speranza, riscatto.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - I saggi storici, quelli che riescono a illuminarci sul passato, senza paludamenti e ideologie. I grandi affreschi che consegnano alla memoria le vicende della Storia e degli uomini e delle donne che le hanno animate. Prediligo quei racconti che all’analisi storica sovrappongono la capacità di raccontare gli aspetti profondamente umani di quanto è stato vissuto.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Assolutamente il cartaceo.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - La fatica nel leggermi in modo distaccato, quasi impersonale, superando i sensi unici e i luoghi comuni in cui facilmente si cade e si persevera. Un confronto quasi fisico con cui non si finisce mai.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Pan di Serpe”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Dovrei conoscerne l’esistenza, e questo per tutti noi principianti è il limite insuperabile, al di là del valore di quanto scriviamo. Il motivo lo ridurrei pertanto alla ricerca di qualcosa che mi sorprenda.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Ho fin qui pubblicato numerose poesie, perché mi riempivano il cassetto e temevo andassero perdute. La rapidità in queste cose certo non giova. Ora sto dedicando molto tempo alla prosa. In un primo lavoro metterò gli scritti brevi, cui sempre più ci abitua la nevrotica lettura web. Sarà una transizione dalla poesia alla prosa poetica, se si può dire. Poi sto raccogliendo, in una prospettiva assai lunga, racconti e memorie della mia vita, da bambino ad adulto. Si tratta della sintesi di una vecchia civiltà rurale ormai perduta e di cui mi rimangono fortunatamente molti ricordi. Molte grazie.

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