| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il carillon”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - "Il carillon" nasce da un’idea estemporanea ed immaginaria: un uomo che costruisce con le sue mani un carillon in cui danza una ballerina e si innamora della sua figura, che egli stesso ha creato. Questo input non è altro che un modo per illustrare e descrivere le sensazioni, i sentimenti, i desideri, concreti ed immaginari, che si sviluppano nei rapporti con la donna amata.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà è sempre quello che si cerca di esprimere con la poesia; tutte le liriche nascono da momenti vissuti ed appunto reali che si cerca di esternare al #lettore in maniera poetica, cioè con un linguaggio armonico, quasi musicale, molto spesso per immagini, che sappiano illustrare come in un dipinto i fatti e le sensazioni vissute.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Non sempre si inizia a scrivere qualcosa con l’intento di salvare e custodire i ricordi; quello viene dopo, quando, come ho fatto con “Il carillon”, si raccoglie quello che si è scritto in una raccolta e si cerca di darle un senso ed un significato “unitario”, di modo che diventi, ma solo dopo, testimonianza concreta di momenti di vita vissuta.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il carillon”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Mi riesce molto difficile isolare episodi singoli e menzionarli rispetto ad altri, perché ogni singola poesia della raccolta è un momento unico ed in effetti irripetibile in sé, che però non avrebbe alcun significato (o ne avrebbe molto meno e forse diverso) se non facesse parte dell’insieme delle esperienze che descrive.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Ci sono due autori fondamentali che mi hanno sempre ispirato: Eugenio Montale e Ghiannis Ritsos; nel caso del secondo, condivido appieno le parole di Luis Aragon, che di lui ha detto: “…credo che mai dei versi, per quanto belli, per quanto commoventi fossero, mi abbiano fatto piangere…”
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sì, molto spesso nelle mie liriche compaiono riferimenti alla musica del gruppo dei Genesis (e Peter Gabriel in particolare) e spesso riferimenti a pittori quali Edvard Munch, Klimt, Egon Schiele ed altri.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Mi piace leggere libri gialli, ma anche libri di cinema, di cui sono molto appassionato.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Senza alcun dubbio quello cartaceo; non ho mai letto un libro digitale; ci ho provato, ma non c’è paragone.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Come ho già detto, non ho mai “pensato” prima di scrivere qualcosa; le poesie le scrivo quando e non appena mi viene l’ispirazione e spesso le perdo, se non ho la possibilità di mettere i versi su carta immediatamente; pertanto, posso dire di non avere avuto un vero rapporto con la composizione del libro, che è nato solo dopo. Ho sempre cercato di spiegare questa cosa agli altri, avvalendomi della maestria di Ghiannis Ritsos, che spiega alla perfezione cos’è la poesia e la sua nascita nella lirica “Oscillazione immobile”.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il carillon”, se non lo avesse scritto.
Risposta - La curiosità di leggere poesie scritte da altri, carpirne il senso e verificare le eventuali affinità.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Al momento sto cercando di terminare, completare e rivedere due romanzi, sempre scritti in gioventù. Uno vedrà la luce presto, l’altro è molto complesso e da completare e forse riuscirò a finirlo entro il prossimo anno. Nel frattempo, ovviamente, non abbandono la poesia e dopo aver terminato e pubblicato un anno fa circa una raccolta di poesie nuove (La notte e il pettirosso), sto scrivendone altre che per il momento (come dicevo sopra), non hanno ancora uno sviluppo “unitario”.
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