| 👉 INTERVISTA A DIEGO FIGINI, che presenta ai lettori il libro "APPENA PRIMA DELLA CAMPAGNA" (Aletti Editore)
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Appena Prima della Campagna”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Ho scritto questo romanzo, partendo proprio dal titolo, ispirandomi alla mia adolescenza.
“Appena Prima della Campagna” rappresenta una linea di confine. Negli anni Ottanta, il mio paese, come tanti altri, ancora prevalentemente rurale, viene sconvolto dalla modernità, non solo nell’aspetto, ma anche nel modo di vivere. Quindi ho rivissuto, tramite i miei ricordi, certi personaggi, ancora legati alla tradizione, che più o meno coscientemente, conducevano una esistenza già “decisa o programmata” per così dire (perché era stata quella del nonno e del padre poi) e chi, invece, sentiva di voler fare qualcosa di più, della propria vita, ma soprattutto qualcosa di diverso. “L’unica maniera per farlo, è andarsene. Allora, occorre capirlo in tempo e fermarsi, appena prima che la campagna (la vita di paese, fatta di ciò che gli altri si aspettano da te) ti leghi per sempre.” Io penso di averlo fatto, anche grazie alla scrittura.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - I miei romanzi attingono sempre dalla realtà. Come già avevo detto in un'intervista per la pubblicazione de “Le Storie della Quercia” pubblicato con Aletti nel 2017. Anche se i personaggi e le loro caratteristiche sono inventate di sana pianta, le storie che essi vivono, partono sempre da un aneddoto o una storia del passato che mi è stata raccontata. Nel caso di "Appena Prima della Campagna" sono stati i miei ricordi di adolescente a fare da guida. Il modo in cui vedevo ed interpretavo le azioni degli adulti di allora, come interagivo coi miei coetanei, poi c’erano sempre i ragazzi più grandi, quelli che, in qualche maniera, ci facevano scuola di vita, quelli con cui si parlava di argomenti che spesso a casa erano considerati tabù.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Io sono nato nel 1970. Faccio parte di quella generazione post-boom economico, pre-internet. Siamo cresciuti, noi dei piccoli centri, giocando a calcio per strada o in campetti di terra battuta, che diventavano paludi quando pioveva. Passavamo giornate a “truccare” i motocicli per guadagnare qualche chilometro in più di velocità e l’estate al fiume a pescare o a fare i bagni o a vendemmiare. Andavamo in giro con un gettone in tasca (per chi possedeva il telefono) per avvisare i genitori. L’autunno lo trascorrevamo nei boschi (che conoscevamo perfettamente) in cerca di funghi, spesso in competizione con gli adulti… tutto questo non esiste più. Dove una volta si seminava il grano, adesso sorgono dei piccoli borghi residenziali. Nel mio #romanzo racconto di questo mondo scomparso, senza dare giudizi, ma soltanto per far conoscere ai ragazzi di oggi com’era la nostra realtà, che comprendeva anche un rapporto con gli adulti molto diverso da oggi.“Se te le prendi e vieni a casa a lamentarti, ti do il resto!” ti dicevano i genitori, riferendosi ad un possibile litigio con altri ragazzi, oggi giustamente è inconcepibile. Sia ben chiaro; la mia è soltanto un'analisi di come si viveva in quel periodo, non voglio dire che fosse meglio o peggio di oggi, questo lo lascio giudicare al lettore.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Appena Prima della Campagna”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Credo che il personaggio di Ezio, il dottore, sia quello che mi ha impegnato di più, non solo perché è un personaggio complesso ma anche per il rapporto che ha con il fratello gemello. Soprattutto nei dialoghi, per le tematiche che ho voluto affrontare ed approfondire. Ezio per lunghi tratti è il perno su cui ruota il tema principale del romanzo, interagisce con quasi tutti gli altri personaggi, determinando buona parte delle vicende di "Appena Prima della Campagna".
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - John Steinbeck, Pasolini, Italo Calvino, Cesare Pavese, Beppe Fenoglio, Pablo Neruda, Alda Merini, Guido Gozzano, Guido Ceronetti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - La pittura in particolare di Pellizza da Volpedo e di Vincent van Gogh. La musica di Fabrizio De Andrè.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Avventura e mistero. Adoro Edgar Allan Poe, Jules Verne, Faletti, Cuore di tenebra di Conrad, l’Odissea di Omero ed altri.
Archeologia e storia; ad esempio, autori come Zahi Hawass ed Alberto Angela.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Io prediligo il libro cartaceo. Il contatto fisico col libro è qualcosa a cui non saprei rinunciare. C’è qualcosa di magico nello sfogliare un libro, anche dal punto divista visivo è una soddisfazione.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Durante la stesura del libro, sono totalmente preso dagli sviluppi della storia. Si può dire che sperimento emozionalmente le loro stesse avventure e condivido fino all’ultimo i loro sentimenti. Scrivere un libro per me, significa vivere ogni volta un’avventura, che mi segna profondamente. Giungere alla fine della realizzazione del libro è una soddisfazione ma anche un piccolo dispiacere, perché significa la fine di un viaggio interiore.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Appena Prima della Campagna”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Credo che mi affiderei alla quarta di copertina che è molto intrigante. Una volta letta quella, penso che la voglia di scoprire il vero e completo messaggio del libro mi indurrebbe ad acquistarlo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Ho terminato da poco di scrivere un romanzo dal titolo “Il Sangue tra i Bucaneve” ed un racconto intitolato “Il Viale degli Abeti” che spero di poter pubblicare in un prossimo futuro.
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