| Siete appassionati di gialli? 📒 Di cinema? 🎬 Della bella scrittura?✍️
Ecco per voi: “Milano in giallo – Il commissario Tinon e il caso del pigmalione” di Maria Cristina Flumiani (Aletti Editore).
Abbiamo intervistato l'Autrice.
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Milano in giallo – Il commissario Tinon e il caso del pigmalione”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Questo libro è il quarto episodio della serie del commissario Tinon: come nei romanzi precedenti il titolo proietta subito il lettore nel luogo dove si svolge l’azione: il mondo dello spettacolo, fatuo e pieno di lusinghe, di cui è vittima lo stesso Tinon.
Io credo molto in un’armonia universale che si ristabilisce di volta in volta eliminando ogni increspatura che ne rovini la perfezione; bene e male si confrontano, si integrano e confluiscono nella dinamica della vita, il più forte vince momentaneamente ma la resa dei conti arriva sempre e l’equilibrio viene ristabilito. Nel concreto, questo compito spetta alle forze dell’ordine. Il mio commissario, un quarantenne bello e ambizioso, ha esperienza delle pulsioni umane ed è consapevole della lotta intestina tra bene e male quando avidità, invidia e gelosia predominano. Quindi la sua strategia è mostrarsi amichevole e incoraggiante nei confronti delle persone che ruotano intorno alla vittima, inducendole a parlare a ruota libera, cogliendo i particolari che si lasciano sfuggire – talvolta involontariamente – e analizzando i sentimenti che le animano; in tal modo, combinando prove e dettagli, riesce a capire chi ha avuto l’occasione o l’interesse a eliminare la vittima.
Nei miei libri mi piace ricostruire il carattere dei personaggi, raccontando il loro passato e come ha inciso sulla loro psicologia.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Lavorando in Mediaset, pur non direttamente nelle produzioni, incontro personaggi famosi che partecipano a fiction e trasmissioni e ciò mi è stato fonte di ispirazione.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Milano, la mia città, così bella ed elegante con il suo meraviglioso Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele soprannominata Il Salotto, l’Arco della Pace e tutte le sue bellissime chiese da Sant’Ambrogio a Santa Maria delle Grazie, per citarne alcune. Ho voluto fotografarla, in senso sia letterale che descrittivo, per fermare il tempo e richiamare all’attenzione del lettore luoghi preziosi o comunque per me importanti.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Milano in giallo – Il commissario Tinon e il caso del pigmalione”, dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ricordo con simpatia il momento in cui Tinon si ritrova a disperarsi per questo caso così complesso e per la sua vita privata che sta cambiando di colpo. Capita che nulla vada per il verso giusto, chi non ha provato scoraggiamento in certi momenti?
Poi condivido le emozioni dei miei personaggi, li capisco, alcuni li compatisco, anche i più negativi. La frustrazione e il disagio incattiviscono, sono gli strumenti del male.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Mi piace molto Colin Dexter, mi sono ispirata ai suoi libri che dedicano ampio spazio a luoghi e personaggi.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sono un’appassionata lettrice e in cima alla lista delle mie preferenze colloco “Rebecca la prima moglie” di Daphne du Maurier, una favola che si trasforma in giallo, di cui ho parlato in un’intervista con Maurizio Costanzo. La storia è ambientata nel Novecento nella splendida cornice di una dimora nobiliare in Cornovaglia, ma quello che mi ha affascinato è la capacità descrittiva dell’autrice che, mostrando luoghi e oggetti appartenuti alla donna scomparsa, riesce a ricostruirne la personalità.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Adoro le saghe come “I Buddenbrook” di Thomas Mann e “La saga dei Florio” di Stefania Auci, ma anche i romanzi storici: ho divorato “Rinascimento privato” di Maria Bellonci, “La sposa normanna” di Carla Maria Russo, “Le sei mogli di Enrico VIII” di Antonia Fraser. Mi piace anche la narrativa: “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery, i racconti di Katherine Mansfield, i libri di Benedetta Cibrario. Ho scritto libri in cui commento le opere che mi hanno colpito. A mio parere, lo stile conta al novanta per cento, si può leggere un libro ben scritto con un contenuto poco interessante o noioso, ma non si può leggere un bel libro scritto male e/o carente nella punteggiatura.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Io sono ancora attirata dalla carta stampata, mi piace possedere un libro, toccarlo, sfogliarlo. Ho comprato il lettore, riconosco la sua comodità perché è leggero e dà la possibilità di cambiare il carattere del testo, ma lo trovo asettico. So che è molto diffuso, io stessa vendo la maggior parte dei miei libri in digitale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - È stato un libro sofferto, rivisto più volte, corretto altrettante. Sono felice di vedere il risultato della mia fatica, ci sono stati momenti in cui avrei voluto lasciar perdere.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Milano in giallo – Il commissario Tinon e il caso del pigmalione”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Perché parla del mondo del cinema, sempre affascinante, del commissario Tinon che, con la sua pacatezza e la sua analiticità, trova sempre la soluzione dei casi ed è ambientato a Milano, città affascinante perché dinamica e piena di attrazioni.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Mi piacerebbe molto scrivere la biografia di un personaggio storico; ho già un’idea e sto raccogliendo il materiale. E, inutile dirlo, sarà ambientato a Milano.
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