| Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “C’è di più”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - L'amore come cura, vibrazione, consonanza con l'universo in cui tutto si lega in una trama di corrispondenze sempre mutevoli;
la natura, che è parte della cura, ci riscatta dalle tante case abbandonate, specchio di nuove case interiori che la curiosità per l' essere ci aiuta a costruire;
la meraviglia - che la natura ci insegna -, per il mistero che a tratti si svela, il breve chiarore che, come la Pizia, non dice ma accenna;
la nostalgia, il dolore - piacere che da lontano si fa vicino, la polvere che fa volare le ali, gratitudine verso il passato i cui resti sono pieni di luce, per alimentare risorse, per non smettere di rinascere.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Ho frequentato la poesia sin da bambina nelle stanze di Palazzo Comi, sede dell' Accademia Salentina, dove mi capitava di rifugiarmi nell'umido abbraccio dell'impermeabile di Alfonso Gatto o sulle ginocchia di Diego Valeri, ospiti di Girolamo Comi, da sempre amico fraterno della mia nonna paterna, che mi ha iniziata all'esercizio dei simboli, al viaggio verso realtà laterali, spesso minuscole ma ricche di energia, che popolavano la sua poesia.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Orfani della civiltà che credeva nel futuro e immersi nell'epoca "delle passioni tristi", è importante fare pace con la fragilità e accettare che ciascuno di noi è somma di infinite sottrazioni, è quel che resta dei libri, dei quadri, della musica, del luogo in cui si nasce, infanzia, famiglia, amici. Recuperare la memoria poetica e prendersene cura, farla durare come deposito di luce e premessa di continua rinascita, pur nella consapevolezza che il presente è la sola cadenza che viviamo e possiamo solo intuire.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale? Altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura? E, oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - La musica, classica e jazz, ma anche cantautori quali Battiato, De André, Conte. Subito dopo la letteratura, in particolare i grandi classici, in particolare i russi, i francesi, alcuni americani e soprattutto Pessoa, Rilke e Cvetaeva , Candiani e Szymborska, ma anche Saba e Pavese, filosofi e poeti greci antichi.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Preferisco senz'altro il libro cartaceo, con cui si può intrattenere un rapporto anche corporeo, che si lascia toccare, annusare, annotare, ti protegge come un amico dal comodino e ha un peso rassicurante in borsa.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - "Sottovoce" contiene in gran parte versi riemersi da libri, cartelle, vecchi quaderni o fogli sparsi su cui annotavo sensazioni per non perderle. Sono io che mi rileggo, tappe del cammino verso e con me, alla ricerca di ciò che è reale ed essenziale, nascosto - come nella " lettera rubata" di Poe -, anche se in piena vista, memore della lezione di Heidegger e Kant.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “C’è di più”, se non lo avesse scritto.
Risposta - In contesti sempre più aggressivi e urlanti, uno spazio di emozioni "sottovoce" può servire a rasserenare e ritrovare senso.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Continuo a scrivere, seguendo le quotidiane oscillazioni dell'anima e forse riprenderò alcune favole scritte tempo fa.
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