| 👉 INTERVISTA A ANTONIO BALZANI CHE PRESENTA AI LETTORI IL LIBRO “MEMENTO VIVERE” (ALETTI EDITORE)
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Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Memento Vivere”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Memento Vivere, proprio il contrario del più famoso Memento Mori: ricorda che devi morire.
Il mio messaggio è invece ricorda di vivere, momento per momento perché ogni momento apprezzabile della vita, positivo o negativo, è pregno di poesia. Momenti di poesia, istanti, attimi, bagliori di comprensione che segnano le emozioni che poi ricorderai e faranno parte di te fino alla fine.
Vivi pienamente, sappi di farlo, ammettilo e poi ricorda.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà è l’unica cosa che esiste anche se può avere carattere materiale oggetto di scienza o trascendentale, oggetto di fede, di speranza, e spesso è questo l’aspetto che ispira il #poeta perché molti vorrebbero rifuggirla ma non possono; in ogni caso esiste e nella realtà ognuno di noi vive e trascorre il suo tempo, incontra problemi, li affronta, sceglie, comunque decide, secondo le sue motivazioni i suoi desideri e ne trae, o produce in altri, emozioni e ricordi.
Ho imparato che la vita è fatta di momenti singoli, istanti unici irripetibili, equilibri instabili derivanti da azioni congiunte e sovrapposte di pochi elementi fondamentali.
Ho imparato che per ogni soggetto naturale le stesse regole e comportamenti, non valgono e danno risposte e risultati disuguali in differenti contesti.
Ho imparato ad osservare e valutare questo sì, anche a decidere se necessario e anche a sbagliare.
Col tempo e l’esperienza ho imparato ad osservare prendendo atto, liberandomi dalla necessità e volontà di esprimere giudizi non necessari.
La vita è realtà e io canto la vita in ogni suo aspetto; lo faccio osservando la realtà e allora canto la malinconia per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato ma in fondo, ancora… forse potrebbe ma non la nostalgia, sorella gemella che piange esclusivamente la perdita di qualcosa che si aveva, si possedeva.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La natura certamente, che ci coinvolge di cui facciamo parte. Miliardi di sfaccettature, di interazioni, di punti di vista e forma un tutto unico di ciò che esiste: basta osservare.
In fondo io sono un tecnico: azione, reazione, proposta e risposta ambientale che seleziona la risposta vincente per un breve momento. Il caos è vita è mutazione, è evoluzione.
Ogni variazione altera gli equilibri e genera nuovamente cambiamenti e nuovamente caos e dal caos ancora cambiamenti e nuovi punti ordinati.
Trame, reti di proposta e nodi di risposta.
Azione e risposta ambientale, dunque qualunque sia l'ambiente inteso come contesto e noi ne facciamo parte comunque, volenti o nolenti, coscienti o incoscienti e con noi le nostre emozioni che ne sono il motore.
Osservarle queste facce luccicanti attorno a noi, alcune almeno tentando di capirle, significa assumere responsabilità.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Memento Vivere” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Una passeggiata notturna su una spiaggia vuota, gli ombrelloni chiusi, il silenzio assoluto, stelle senza luna. Un momento di svolta.
Provate ad immaginare la vita circoscritta ad un granello di sabbia, anche due, tre, cento, perfino mille. Immaginate di lasciarli cadere dall’alto, molto in alto, dal cielo e di osservarli cadere ed evolversi, rotolare, saltellare fino a raggiungere chilometriche spiagge sabbiose composte da miliardi di miliardi di granelli simili ma sterili.
Episodi insignificanti se non per chi ci vive sui granelli, ignorando volutamente di far parte della spiaggia.
Il senso della vita dunque? Forse semplicemente quello che noi le diamo, ciascuno, con il nostro modo di vivere e di rapportarci.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Metastasio, Ungaretti, Foscolo, poi molti altri. Non dimentichiamo che la poesia è nata nell’antica Grecia come metodo per contrapporsi alla sopraffazione, all’oppressione, e nei secoli così è stata utilizzata: vorrei ricordare Neruda, Trilussa, Garcia Lorca tra i tanti, Salvatore Quasimodo.
Nel mondo orientale poi è parte fondamentale di una cultura popolare molto radicata e mantiene le sue caratteristiche fondamentali; emozioni e ricordi condivisi, speranza e delusione e ancora speranza e illusione.
La poesia attraversa l’intera gamma dei sentimenti umani, inarrestabile, insopprimibile.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - La pittura e la musica dopo il manierismo storico: il pittore che rappresenta la realtà ma ricerca l’essenzialità dello spirito, il musicista che ne che ricerca l’armonia.
Pochi tratti essenziali necessari per descrivere il mondo e l’intero cosmo; singole immagini simboliche, sonorità che suscitano emozioni e comprensione in chi guarda e ascolta. La stessa cosa fa il poeta.
Nessuno di loro vuole comunicare, trasmettere, incarnare nella propria opera le proprie intense emozioni che pur l’ispirano per trasferirle semplicemente, o almeno non solo, ma tutti cercano di indurre, di stimolare nell’osservatore che legge, guarda, ascolta o canta, emozioni nuove, uniche;
quando ci riescono creano un’opera d’arte che richiede di essere vista e rivista, letta e riletta, ascoltata più e più volte per essere pienamente penetrata, acquisita, condivisa in quell’essenza comune.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Credo che la caratteristica peculiare degli uomini, che li differenzia da ogni altra specie vivente, non sia la capacità di comunicare o di provare sentimenti comune a molti, forse a tutti e neppure l’autocoscienza anch’essa comune a molti in vari gradi ma sia invece la fantasia; la capacità di astrarre e immaginare oltre ogni schema, oltre ogni scopo, oltre ogni limite; la capacità di costruire ambienti, mondi e situazioni e viverle pienamente con tutte le emozioni di una vita vera e a volte poi anche di fare scoperte utili.
Per questo motivo non amo i libri gialli d’azione, salvo alcuni che sviluppano un pensiero, le soap opera banalmente prevedibili, fotocopie di vite insulse, i libri erotici, la pseudo fantascienza a base di altrettanto insulsi mostri terrificanti quanto inutili.
Per il resto mi piacciono la storia e poi l’azione e il sentimento e mischiarli con un po' di conoscenza tecnica e coinvolgenti quadri pittorici d’ambientazione: fantasia ma non cretinate.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Dipende dal libro. Io per ragioni anche d’età provengo dalla scuola del cartaceo e amo il contatto con il tomo ma non posso negare la praticità del libro digitale, la sua comodità d’utilizzo.
Possiedo migliaia di libri, la gran parte digitali. Alcuni li desidero poi e allora ne acquisto la versione cartacea.
Per la poesia invece, credo che il discorso debba invertirsi: credo che il libro digitale costituisca l’approccio migliore e permetta di avvicinarsi ai testi con maggior facilità, con maggior frequenza e comodità e questo è positivo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Emozionante! È forse la parola che può meglio esprimere l’atto di osservare casualmente ma con attenzione momenti particolari senza neppure rendersene pienamente conto ma richiamando emozioni o ricordi; alzarsi in piena notte perché le parole si inseguono nella testa ed hanno bisogno di uscire e poggiarsi alla carta; riprenderle e riviverle, approfondirle, assaporarle, degustarle, e poi rileggere il risultato e ancora e ancora finché il tormento non cessa, finalmente, e leggere la poesia diventa un piacere esclusivo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Memento Vivere” se non lo avesse scritto.
Risposta - Perché è un testo moderno ma dalle radici antiche, non è l’Odissea e neppure la Divina commedia ma un quaderno di appunti che tocca molti temi suggeriti al nostro cuore ma anche e soprattutto al nostro cervello, molti dei quali possono essere condivisi, approfonditi, interpretati secondo il nostro bisogno: una sorsata d’acqua fresca in pieno deserto.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì! Scrivere e raccontare è un piacere troppo grande per rinunciarci ma io sono un tipo eclettico e mi piace raccontare storie e poi mi piace dire la mia e intervenire senza bavagli o pregiudizi sulle condizioni del mondo.
Sono un poeta marginale ma come ho già detto traggo ispirazione dal mondo, dalla realtà, la mia fantasia galoppa e non riesco a non scrivere poesie ma ci vuole tempo a volte piacere, a volte sofferenza.
Posso anticipare l’idea di un ampliamento della raccolta poetica e di una moltiplicazione dei temi, d’altronde più invecchio più ho tempo di guardarmi intorno e di pensare no?
Io vivo, voglio farlo il più intensamente possibile e il mio strumento è la mente; se ho rimpianti voglio riconoscerli ed esorcizzarli e anche conoscermi sempre meglio anche se a volte questo non è piacevole; purtroppo non decido io quando e da dove mi verrà l’ispirazione.
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