| Donatella Nardin presenta ai lettori il libro “Il dono e la cura” (Aletti Editore)
«Il titolo di questa raccolta, formata da testi inediti e da altre poesie tratte da mie precedenti pubblicazioni, esplicita due concetti fondamentali della mia visione poetica.
Il dono allude infatti alla mia innata propensione al “fare poesia” - come affermavano i Greci - attitudine che trae nutrimento e motivazione da un sentire particolare, da un intimo flusso di energia creativa appena intuito che chiama a sé la parola.
La poesia dunque, come affermato da Marina Cvetaeva “come qualcosa, o qualcuno, che dentro di noi vuole disperatamente essere”.
Ho scelto invece il lemma la cura per la sua duplice valenza rispettivamente di attenzione, accoglimento e premura nei confronti di ciò che risana la mente e il cuore e, insieme, per sottolineare l’impegno e lo studio che il #poetare e lo #scrivere in generale esigono.
Dato che sono una persona che tenta, con molta fatica, di stare nel mondo in pienezza - anche se a tratti con incerta passione a causa di numerose traversie e tragedie che hanno costellato la mia vita - devo dire che la #poesia mi ha aiutata a percepire ciò che si cela dietro le mutevoli forme del consueto e dell’ordinario, offrendomi spesso molta consolazione.
Le tematiche affrontate nei miei testi sono quelle di molti e di sempre quali il tempo, nel suo scorrere effimero, i dolori, le perdite, le illusioni, le tenaci invadenze degli amori, le loro residue speranze.
Si tratta insomma di una scrittura declinata nelle sue infinite varianti, cromaticamente cangianti, per comunicare stati emotivi e condizioni esistenziali comuni a molti, di versi che, nel rimbalzo, appalesano piccole gioie e stupori, infelicità e passioni.
Semplificando, il canto come un antidoto alla labilità della vita, nel tentativo inesausto
di trovare, anche nei momenti più duri, uno spiraglio di luce che offra un po’ di pace e di serenità.
Aggiungo che in questo percorso la realtà incide solo se lascia un segno preciso nella dimensione interiore. Succede allora che da quel segno e da quel magma, attraverso continue limature e sottrazioni, si riesca a rendere esplicito, quando il sentire è autentico e profondo, il senso originario delle cose.
In tali dinamiche, un ruolo preminente nella mia formazione letteraria, e di concerto umana, è da attribuire alle letture, sia di autori classici, approfonditi nel tempo, che di autori contemporanei, anche stranieri.
Un coro di voci belle mi accompagna, citarle tutte sarebbe troppo lungo.
Da esse ho tratto e continuo a trarre insegnamenti e illuminazioni, in alcune mi rispecchio, in altre trovo conforto, altre ancora mi hanno insegnato ad affinare quello sguardo difforme che la poesia, e l’arte in generale, sempre inseguono e reclamano.
A proposito di illuminazioni, suscitate anche da altre discipline artistiche, ho avuto modo di collaborare e successivamente di esporre una mia silloge breve in una mostra denominata “Meraviglie d’Oriente”. Le mie liriche, trasposte su forex, sono state infatti collocate accanto ai quadri, da cui traevano ispirazione, di un noto e stimato pittore internazionale, nato nella mia terra, e cioè Luigi Ballarin che opera tra Venezia, Roma e Instanbul.
A maggio 2023 due mie poesie, selezionate tra molte da un Comitato di esperti, sono state inserite nel catalogo ed esposte nel Padiglione Spoleto, presso il Palazzo Ivancich, alla Pro Biennale di Venezia.
La mostra, allestita dal curatore d’arte e scrittore Salvo Nugnes, ha visto la partecipazione di Vittorio Sgarbi e di molti altri Ambasciatori dell’Arte e della Cultura nonché di alcune Autorità Istituzionali.
Per quanto illustrato finora, mi farebbe molto piacere che questo mio libro, pubblicato sia in versione cartacea, che personalmente prediligo, che in versione e-book, suscitasse una qualche attenzione e una interessata accoglienza.
Nel chiudere, desidero esprimere i miei più vivi e sentiti ringraziamenti al Professor Emerito Hafez Haidar che ha curato egregiamente la traduzione dell’opera in arabo, cosa per cui sono davvero molto onorata e grata.
Nel contempo, sentitamente ringrazio il poliedrico Editore, poeta e molto altro, Giuseppe Aletti, per la sua continua attività in favore della scrittura, quella poetica in modo particolare, che offre a noi autori molte possibilità di visibilità, di crescita e di conoscenza».
- Donatella Nardin
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