| 📌Intervista ad Andrea Dell'Orbo, che presenta ai lettori il libro "Novelle ritrovate" (Aletti Editore)
☑️Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Oltre l’apparenza”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume? E quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Marzo 2020. Lockdown.
Come ai tempi del Boccaccio e della peste a Firenze, quando ci si raccontava l'un l'altro novelle per passare il tempo chiusi in luoghi sicuri, così anch'io ho fatto. E ho raccolto novelle, quelle mie, autobiografiche, un po' come dire: “Non mi sono inventato niente. E' tutto vero”. Non si tratta quindi d'un genere letterario tipo fantasy, fantascienza o simili, nonostante situazioni alquanto surreali, paradossali o contrarie alla logica comune contenute nel testo. A volte anche la narrativa può nascere come si esegue un disegno, si realizza un dipinto, una statua, si compone una musica. Difficile descrivere tali opere a parole. C'è chi lo fa, ma il risultato spesso è deludente, inefficace e a volte grottesco. Io non ho risposte. E la risposta non è mai una sola.
Nella prima novella non si capisce infatti se alla fine la protagonista femminile muoia per incidente o per suicidio. Lascio al lettore la sua risposta. Come non si riesce anche ad evincere se il protagonista maschile abbia fallito la sua più che promettente carriera artistica musicale per motivi personali o sociali (siamo ai tempi degli “anni di piombo”). Nel finale della seconda novella addirittura chiedo esplicitamente ai lettori (che poi nella fattispecie sono quelli di una rivista di alpinismo che realmente pubblicò anni fa detta novella, poi appunto da me “ritrovata”) di aiutarmi, chiedo cioè ai miei lettori, se qualcuno di loro è al corrente della fonte dei fatti cui mi riferisco nel racconto, di aiutarmi a dipanare una lunga e inquietante serie di strani accadimenti capitatemi su di una determinata montagna dell'Appennino.
☑️Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Dall'oblio del tempo (ma il tempo è anche galantuomo e non sempre e in ogni caso è negativo l'oblio che ci reca) la mia scrittura come valore testimoniale ha voluto salvare la cultura dei popoli di montagna, di cui sono figlio, e comunque di tutti i figli della natura essenziale autentica e in buona parte ancora selvaggia.
☑️Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Novelle ritrovate”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Isolare episodi particolari e per me favorevoli del libro non è possibile: ogni episodio è legato all'altro da un filo sottile, da coincidenze e sorprendenti interconnessioni che rappresentano loro stesse l'episodio in sé da dover descrivere.
☑️Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Gli autori fonte di ispirazione e fondamentali per me sono tutti quelli più o meno legati all'ambiente di montagna in genere e all'alpinismo. Da bambino però leggevo Edgar Allan Poe. Poi sono passato a Dino Buzzati (La boutique del mistero) e Carlo Sgorlon. Poi ai pionieri dell'alpinismo senza guide come Tita Piaz fino a Bonatti, Messner, Mauro Corona ed Erri De Luca. Altre fonti di ispirazione sono stati gli autori di testi per canzoni come George Brassens, il primo Modugno in dialetto e chitarra, Bob Dylan e le poesie in friulano di Pasolini. Non faccio poi preferenze tra generi letterari, come tra una disciplina artistica e un'altra. Il valore di un'opera d'arte è scisso per me dalla sua forma apparente (musica, pittura, scultura, narrativa, poesia, giocolieri nella via…) È uno dei miei limiti poi quello di non superare l'Era Geologica del Cartaceo. E nemmeno è facile il mio rapporto con la scrittura di libri.
☑️Domanda - Qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Sono cresciuto scrivendo testi per canzoni, poesie, o a comporre musica. Scrivere un libro comporta un intervento più invasivo della mente, della ragione. Questo può portare un conflitto con l'immediatezza della visione magica dell'ispirazione. La mente spesso è assediata da categorie, stereotipi e inautenticità. Cerco di raccontare fatti piuttosto normali e quotidiani, ma intorno ai quali mistero e spiazzamenti emotivi o logici aleggiano.
☑️Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Oltre l’apparenza”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Se non avessi scritto “NOVELLE RITROVATE”, non saprei dire perché lo vorrei comprare. Forse leggendo sul retro di copertina notizie sull'autore, i riferimenti al mondo della montagna eccetera, allora lo comprerei.
☑️Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta -In progetto per il futuro ho un racconto già terminato che si chiama “SE RIUSCIRANNO I MONTI A SOSTENERE IL CIELO”, nel quale episodi, ricordi e frammenti di vita del protagonista si susseguono senza un nesso logico né temporale, in un avvicendarsi tra realtà vissuta e immaginazione. Perso e quasi travolto in questo arcano labirinto esistenziale faticosamente alla fine lui troverà l’unica possibile via d'uscita. Il racconto è già stato inviato per partecipare all'Ottavo Premio Internazionale Salvatore Quasimodo. Poi c'è un altro racconto in preparazione che riguarda la vita di un artista. Artista che da pochi, insignificanti e brevissimi spunti colti durante le ore di veglia da opere di altri, involontariamente poi di notte con la sua mente rielabora, riassembla e ricostruisce il tutto dando forma al mattino dopo il risveglio a qualcosa di completamente nuovo, più vasto e non più assolutamente riconducibile alle originali fortuite fonti di ispirazione, pur essendo di quelle legittima figlia. Mai che nessuno infatti abbia reclamato o gridato al plagio! La stessa cosa però e con le stesse modalità avverrà quando da banali e comuni informazioni di natura scientifica riuscirà ad elaborare eccezionali scoperte, tali da far drizzare le antenne perfino ai più potenti ministeri della difesa mondiali. E qui inizia la paranoia del protagonista che non rivelerà più cose di questo genere e di questa portata per timore di essere rapito da qualche agente dei servizi segreti. Si chiuderà in se stesso anche con le sue creazioni artistiche. Questa in linea di massima la trama. Il titolo del racconto per adesso mi è ancora ignoto. Vedremo.
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