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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Letterio Scopelliti che presenta ai lettori il romanzo “Tokyo Rooftop Bar” - Aletti Editore

di Rassegna Stampa

👉 Intervista a Letterio Scopelliti che presenta ai lettori il romanzo “Tokyo Rooftop Bar” - Aletti Editore

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Tokyo Rooftop Bar”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo fa riferimento al #bar nel quale è ambientata l’ultima parte del #romanzo. Ė un bar situato in uno dei #grattacieli di #Tokyo, alla sua sommità, con una splendida vista della città. Ho sempre avuto una predilezione per i bar come luoghi di incontro che possono essere anche misteriosi ed inquietanti. Ho scelto proprio Tokyo perché sono stato sempre affascinato dalle metropoli, microcosmi e punti di incontro di cittadini provenienti da diverse culture e civiltà. Nel bar troviamo un misterioso personaggio che convoca tutte le protagoniste delle storie e, in qualche modo, decide il loro destino.
Quanto alle tematiche presenti nel romanzo, in primo luogo si parla del rapporto tra caso e necessità, tra destino e libero arbitrio, in secondo luogo del complesso e intrigante rapporto tra l’autore e i suoi personaggi e si indaga sulle emozioni, sulle paure e i desideri dei singoli personaggi.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Per rispondere a questa domanda bisognerebbe prima definire il concetto di realtà. A mio parere è reale tutto quello che si vive ma per uno scrittore e per chi, come me, è appassionato di cinema o teatro non si vive solo quello che è reale ma anche tutto quello che è frutto della fantasia e della creazione di altri. Certo nel romanzo si possono rintracciare esperienze personali ma queste sono sempre filtrate e rivissute con gli occhi di chi crea situazioni nuove e quindi spesso le situazioni reali sono solo lo sfondo nel quale si muovono i personaggi immaginari.

Domanda - La #scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo #libro?
Risposta - Con questo romanzo ho voluto salvare dall’oblio frammenti di vita del presente del passato e anche in qualche modo anticipare il futuro. Le dieci storie che compongono il testo rappresentano quadri molto diversi, sempre pieni di mistero e fascino che restituiscono aspetti di vita pieni di speranza, aspettative e situazioni perfino magiche. E, soprattutto, ho cercato di indagare sui sentimenti di chi viveva questi momenti.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Tokyo Rooftop Bar”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ricordo in particolare le emozioni vissute in prima persona visitando due isole del Mediterraneo: Stromboli con il suo fascino primitivo, la forza ammaliante del vulcano, l’incomparabile bellezza del cielo stellato notturno e i colori e i sapori di straordinaria intensità e Santorini con l’incanto del suo mare, il bianco delle sue case e il blu delle chiese, l’armonia dell’insieme e le file di asini che salgono le rampe delle sue strade carichi di mercanzie.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Molti sono gli autori che mi hanno influenzato e, in particolare, gli autori a me più cari e più frequentati come Haruki Murakami, Harold Pinter, Jerome David Salinger, Paul Auster, Patrick Modiano, Isaac Bashevis Singer, Niccolò Ammanniti, Javer Marias, Carolina Crescentini, Mariolina Venezia, Melania Mazzucco, George Orwell, e Stephen King. Mi attraggono gli scrittori che indagano sui risvolti della mente e sanno impreziosire la loro scrittura caricandola di mistero e bellezza.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Oltre alla letteratura sono stato influenzato dal cinema e dal suo universo e nella mia scrittura mi servo di immagini o di scene che nascono dalla mia assidua frequenza delle sale cinematografiche e dalla mia passione per il cinema d’autore. Anche le mie predilezioni per la fotografia e per l’arte hanno contribuito alla costruzione di molte delle scene del romanzo. Gli abiti o le location sono stati ispirati a fotografie che ho realizzato in luoghi diversi, sia in Italia che all’estero. In generale, la mia scrittura è costruita con immagini e cerca sempre di restituire paesaggi o far rivivere momenti di vita come attraverso l’ottica di una fotografia o di un quadro.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Prediligo i thriller, i gialli e talvolta anche gli horror psicologici alla Stephen King. Fin dagli anni universitari sono stato attratto dal teatro, tanto che la mia tesi di laurea è stata centrata sul teatro pirandelliano. Inoltre, avendo insegnato filosofia ai licei per trent’anni, ho naturalmente amato tutti i testi filosofici e il mio approccio alla letteratura è inevitabilmente influenzato dalla mia formazione filosofica.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Per quanto riguarda il rapporto tra libro cartaceo e digitale posso dire che amo il libro cartaceo che continua a esercitare su di me un indiscusso fascino per tutte le componenti che lo caratterizzano, dalla copertina al suono delle pagine da sfogliare, dal particolare odore che sprigiona, alla bellezza del carattere e al piacere tattile che regala ai suoi lettori. E sono anche incantato dalle biblioteche nelle quali i libri sono allineati con criteri spesso diversi ma che trasmettono sempre, anche esteticamente, sensazioni ed emozioni particolari. Nello stesso tempo, essendo sempre affascinato dal futuro e dai progressi tecnologici, mi piacciono i libri digitali perché mantengono inalterati i contenuti ed hanno il pregio di adattarsi a chi li legge, nei caratteri che possono essere ingranditi a piacimento e nella nitidezza. Devo confessare che ho letto molti romanzi in versione digitale e, grazie alla loro forma estremamente chiara, ho potuto rileggerli diverse volte. Ho anche un modo molto personale di fruire un'opera. A mio parere l’ordine temporale non è così rilevante ed amo leggere all’inizio le prime pagine o i primi capitoli e poi gli ultimi per poi rileggere il tutto daccapo. La bellezza e il fascino di un testo non si misura seguendo pedissequamente il suo ordine cronologico ma è costruito attraverso lo stile di scrittura, la composizione dell’insieme e, soprattutto, la capacità di trasmettere emozioni, sempre.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura è stato sicuramente quello di una passione assoluta e le #storie che #racconto mi permettono di trovarmi nel territorio che più amo: quello della fantasia dove posso gestire personaggi e situazioni a mio piacimento. La scrittura non è stata un ostacolo da superare ma un tramite che mi consentiva di mettere a fuoco quello che prima vagamente immaginavo. Inoltre, attraverso la scrittura, ho potuto rievocare momenti anche vissuti ma conferendo ad essi bellezza e dignità narrativa che non sempre erano presenti quando li vivevo. Per quanto riguarda il mio peculiare modo di procedere della scrittura, devo dire che all’inizio mi pongo nel modo più spontaneo possibile e scrivo come di getto. Dopo, naturalmente, rivedo quello che ho scritto affinandolo, correggendolo, migliorandolo nel lessico e aggiungendo o eliminando dove occorre. Questo lavoro di limatura è molto importante ma il nucleo originario resta inalterato. Inoltre, prima di scrivere ho un’idea del quadro d’insieme e poi inserisco ogni singolo tassello, come in un mosaico.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Tokyo Rooftop Bar”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Se non avessi scritto io "Tokyo Rooftop Bar", lo comprerei per svariati motivi. Ė come leggere 10 brevi #racconti tutti molto diversi tra loro e ambientati nei più disparati posti del pianeta. Ogni storia inoltre nasconde un #mistero che sarà svelato solo alla fine, come nei migliori #thriller. Il romanzo poi non annoia mai perché segue generi letterati molto diversi, dal giallo al thriller, dalla spy story al romanzo di formazione, dal diario di viaggio, alle storia di ufo. E ancora, l’ultima parte, costituisce come un romanzo a se stante con un protagonista misterioso che incontra le dieci ragazze delle storie per assegnare loro compiti non sempre facili da realizzare. Infine, lo comprerei perché, durante tutta la lettura, sarei trasportato in tanti mondi presenti, passati e futuri.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Ho appena terminato un nuovo romanzo che si intitola "Ho fatto due volte il giro del mondo" ed è formato da frammenti di vita del protagonista David che si intrecciano con storie fantastiche, in una specie di diario personale. Il romanzo è stato come suggerito dell’ultimo film di Paolo Sorrentino "È stata la mano di Dio" ed è accomunato a questo per la varietà di situazioni, la componente pittorica e fotografica, la passione per il cinema e lo sport.

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Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.224 €16.00
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