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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

“AL DI LÀ DELL’ORIZZONTE” - Intervista alla Poetessa GIUSEPPINA CUDDÉ

di Rassegna Stampa

“AL DI LÀ DELL’ORIZZONTE” - Intervista alla Poetessa GIUSEPPINA
CUDDÉ

1. Partiamo proprio dal titolo, come mai “Al di là dell’orizzonte”?Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
- “Al di là dell’orizzonte” è il mio paesaggio interiore che si colloca tra cielo e terra non come protagonista, ma come chi vive in comunione con l’intero universo. Tale atteggiamento del mio “io” stimola la mia fantasia, dà leggerezza alla mia mente che si dissocia, per quanto possibile, da tutti i problemi della vita. La stessa linea dell’orizzonte è immaginaria. Ci permette di immergersi in quel mondo onirico dove trovare realmente la nostra vera essenza vitale. L’amore. La vita di ognuno è in relazione all’amore che possiede. Consiste nello scambiarsi pensieri, sogni, nell’avere fonti segrete da cui attingere l’acqua della conoscenza. È, in buona sostanza, scambiarsi quel mondo interiore che è l’anima di ognuno.
Gli argomenti ricorrenti, fondamentali di questa mia silloge sono la #natura, la #mitologia, l’#amore, il #tempo, la #Donna.

A. In natura tutto è simbolo. Il Sole, la terra, il cielo, le costellazioni, la luce, l’aria, il fuoco, l’acqua, la notte, le stagioni, la libertà, …, ci parlano con linguaggio solenne. La natura si pone all’interno del nostro universo culturale tematizzandone l’interpretazione e il suo ruolo nella società contemporanea. La natura si presenta come una trama complessa di relazioni tra le varie parti del tutto.
Poetare è essere sensibili agli aspetti, all’essenza della natura. Il pensiero, tramite l’immaginario, visita luoghi e paesaggi consueti - restando ancorato all’ambiente - vissuti nei fasti e nefasti dell’esistenza. Le manifestazioni della natura sono nutrimento all’animo del #poeta arricchito di #emozioni.
In natura non esistono confini (al di là dell’orizzonte). Esiste il tempo della leggerezza che si identifica con l’ispirazione. Un posare lo sguardo della mente e dell’anima sullo scenario incomparabile e variegato della natura. Ecco… I poeti e i fiori, i poeti e le farfalle, i poeti e gli uccelli, i poeti e gli alberi, i poeti e la primavera, i poeti e l’estate, i poeti e l’alba, i poeti e la sera, i poeti e i monti, i poeti e il mare… Versi antichi e moderni, su di un telaio irraggiato di sole!
Il rapporto che intercorre tra natura e poesia è talmente solido, radicale ed ancestrale, da consentire un numero infinito di rimandi e di intercorrenze. Forse non è superfluo notare che la natura non muove verso la poesia, ma che proprio la poesia, quale atto creativo e reinterpretativo del reale, assuma la valenza archetipa della natura stessa.

B. È innegabile che la mitologia sia poesia. Essa coincide appunto con la poesia. Anzi ne è la prima manifestazione. Ogni fenomeno naturale che ancora oggi ci commuove e ci appassiona, ogni spettacolo che - nonostante la quotidianità - ci riempie di stupore e di ammirazione, ogni intuizione del trascendente hanno nel mito non dico la loro spiegazione, perché allora il mito avrebbe solo importanza razionale, ma la loro fantastica trasfigurazione. Il mito inoltre ha, con meravigliosa fantasia, parlato delle origini di fiori, di piante, di animali, di sentimenti e di passioni. La mitologia è un vero pozzo da cui attingere a piene mani. Ricca di suggestioni e di spunti originali. Una buona fonte d’ispirazione è senza dubbio la cultura antica, la mitologia greco-romana e non solo. Anche da epoche quali il Medioevo possono trarsi numerosi spunti interessanti per sviluppare un’#opera, donandole una luce differente. Reinterpretando miti e leggende si possono inventare storie meravigliose, originali e innovative.

C. Dalla mitologia all’#Amore. Anche l’amore è assai spesso motivo ispiratore dei miti. Quando si pensa all’amore nella mitologia antica viene in mente Eros il quale appare in antiche fonti greche sotto diverse forme. Nelle prime fonti è una delle divinità coinvolte nella venuta all’essere nel cosmo; ma nelle fonti successive è rappresentato come figlio di Afrodite e Ares. Eros interviene negli affari di dèi e mortali per far sì che si formino legami di amore.
L’amore è un nobile sentimento che riempie la vita di ognuno di noi. È il sentimento a cui tutto ciò che è buono si riconduce e per cui tutto accade. Il perno attorno a cui tutto gira. È vasto, sconfinato, infinito, inarrestabile, vivo. L’amore è di tutti, nessuno escluso. Perciò tutti possono parlarne, scriverne. Ha innumerevoli forme e definizioni.
Forse l’amore, al giorno d’oggi, è quasi un atto di ribellione, ferma opposizione contro il buio dell’indifferenza e un inesorabile vuoto che ci avvolge. È qualcosa che sfugge alla razionalità. Follia della ragione. Una dimensione esterna al mondo, dove il tempo si incanta.

D. Come lo spazio, così il tempo è sempre stato visto come una categoria fondamentale in cui si inscrive la condizione umana. L’uomo ha col tempo un rapporto di amore e odio, conflitto misto a piacere e nostalgia. Tutto questo accade perché l’uomo, attraverso il tempo, scopre il trascorrere degli anni, l’avvicendarsi delle tappe della vita e l’avvicinarsi della morte e della fine del tempo materiale e terreno. La scoperta della fugacità della vita priva di sapore tutto ciò che può consolarci come la giovinezza, la bellezza, l’amore. Ma esistono tentativi, da parte dell’uomo, di controllare il tempo e di sottometterlo alle proprie esigenze.
Il tempo può, inoltre, essere reso tangibile per mezzo della parola poetica attraverso similitudini, metafore, analogie.
Il tema del tempo non è altro che il tema dell’angoscia dell’uomo per una vita che trascorre senza che vi sia la possibilità di fermarla. “La dura accetta del tempo taglia via la vita e la riduce a foglia morta.”
Da sempre ci si è chiesti perché non sia possibile arrestare il lento alternarsi delle stagioni della vita. Da sempre si è cercato di trovare un’immortalità che non può esistere in questo mondo. Il solo modo per dare un senso alla propria esistenza e per conquistare una piccola parte di immortalità è quello di lasciare un ricordo di noi stessi nella mente e nel cuore delle persone che hanno modo di conoscerci. “Tutto passa. Tutto muore. Ma i pensieri della gente restano sempre.”

E. La #donna si identifica con il mio “io”. Alla donna è riconosciuto il ruolo di chi crea cultura. “La donna è ispiratrice di tutte le arti, dei sentimenti più puri e positivi.” Volti, sguardi, espressioni scandiscono e descrivono l’universo femminile attraverso la magia che attribuisce alla donna fascino ed armonia. La sua bellezza, la sua delicatezza, la sua sensualità emergono come intensa e raffinata suggestione che ne esalta i sogni, le ispirazioni, la dimensione psicologica inconscia ed onirica.
Sondando l’animo mio, verso dopo verso, ne scaturiscono componimenti di un certo impatto emotivo, che raccontano la realtà con uno sguardo nuovo e la condizione della donna con una spiazzante sincerità, muovendo - si spera - le coscienze di #lettrici e di #lettori con #riflessioni appassionate e di grande intensità.

2. Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
- La realtà ha inciso tanto sulla #scrittura. L’osservazione del reale, della vita quotidiana, anche nella sua semplicità, non è solo atto sensoriale, ma anche osservazione, analisi, studio dell’ambiente storico, sociale e culturale che ci circonda. È uno stare perennemente a guardare - con atteggiamento critico - la gente, le cose, gli avvenimenti. Tale condotta, discosta dal comune vedere, dalla normalità. Il poeta, in questo, è quindi unicità. In ascolto del proprio ambiente, lo vive con tutti i sensi che decodificano la vita in tutte le sue nuances. Descrivere, poi, quanto ha attentamente scrutato e percepito ha, per conseguenza, la ricerca delle parole, delle espressioni appropriate che caratterizzano situazioni di ogni tipo. “La scrittura è trasmigrazione della realtà attraverso la nostra sensibilità.”

3. La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
- La mia scrittura è il riflesso del mio “io”. Un concentrato di vicende personali e di riflessioni psicologiche ovattate di simboli, di miti che rimandano spesso ad immagini della natura quasi fosse personificata e quale trama complessa di relazioni tra le varie parti del tutto. Scrivere del mio “io” è già in sé un valore testimoniale. Sono testimone di me stessa e lo sono ancor più allorquando mi consegno al lettore. Sono un “io” che ha il coraggio di rivelarsi al mondo, di mettersi a nudo, di mettere nero su bianco dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri sentimenti, delle proprie debolezze, dei propri desideri senza forzatamente realizzare capolavori della letteratura.
Cosa salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo mio libro? Il mio “io” come ricerca e cura della mia esistenza e della mia identità di persona e di donna, in special modo. Un’esigenza che sempre si intreccia con la psicanalisi autoanalitica. Un’occasione per spiegare le mie verità, per rievocare episodi del mio passato e del mio presente anche più recente, attraverso il viaggio onirico. Un viaggio la cui meta è la conoscenza dell’inconscio, per rivelare - già a me stessa - la mia vera dimensione e il suo rapporto con il mondo investito di fatti e fatalità.

4. A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Al di là dell’orizzonte” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
- Non ci sono episodi da ricordare con particolare fervore. Tutte le poesie facenti parte di “Al di là dell’orizzonte” hanno una matrice comune. La mia vita. Il mio vissuto di donna. Per cui invito, invece, a focalizzare l’attenzione su “La donna come valore umano e culturale. La donna come vantaggio da difendere.”
In “Al di là dell’orizzonte” la donna si identifica con il mio “io”. Alla donna è riconosciuto il ruolo di chi crea cultura. “La donna è ispiratrice di tutte le arti, dei sentimenti più puri e positivi.” Volti, sguardi, espressioni scandiscono e descrivono l’universo femminile attraverso la magia che attribuisce alla donna fascino ed armonia. La sua bellezza, la sua delicatezza, la sua sensualità emergono come intensa e raffinata suggestione che ne esalta i sogni, le ispirazioni, la dimensione psicologica inconscia ed onirica.
Sondando l’animo mio, verso dopo verso, ne scaturiscono componimenti di un certo impatto emotivo, che raccontano la realtà con uno sguardo nuovo e la condizione della donna con una spiazzante sincerità, muovendo - si spera - le coscienze di lettrici e di lettori con riflessioni appassionate e di grande intensità.

5. Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
- La mia poesia nasce da un dolore taciuto per anni. È un fiore, sbocciato da mille battaglie, come esigenza di testimonianza e di rinascita. Un eden in cui posso essere me stessa. Libera. Riscatto contro chi mi ha negato l’amore. Il mio torto? Essere nata femmina.
Gli autori che ritengo fondamentali nella mia formazione culturale e sentimentale sono i poeti maledetti Francesi (Charles Baudelaire, Parnassiano, Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, Stéphane Mallarmé, Simbolisti … anche se etichettare i grandi Maestri non è accettabile); i poeti Surrealisti Spagnoli della “Generazione del 1925/1927” (Jorge Guillén, Pedro Salinas, Rafael Alberti, Federico García Lorca, Vicente Aleixandre); i poeti, romanzieri, drammaturghi Preromantici e Romantici Francesi (Germaine Necker de Staël, François-René de Chateaubriand, Alphonse de Lamartine, Victor Hugo, Georges Sand, Stendhal); i Realisti e Naturalisti Francesi (Honoré de Balzac, Gustave Flaubert, Émile Zola) e tanti altri quali Colette, Margherite Yourcenar, Margherite Duras, Henri Troyat, André Gide, Marcel Proust, Paul Valéry, Jacques Prévert, Jean-Paul Sartre, Simone de Bauvoir, Albert Camus, Eugène Yonesco, Miguel de Cervantes y Saavedra, Gabriel Garcìa Marquez, Pablo Neruda, Lev Tolstoj, Jhon Dos Passos, Oscar Wilde, Jan Potocki, Giovanni Verga, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Charles Bukowski, Stefania Auci, Fernando Pessoa, Alda Merini, Oriana Fallaci, Pier Paolo Pasolini, Andrea Camilleri.

6. Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
- Sì! La pittura impressionista con i suoi esponenti più rappresentativi. Édouard Manet, in particolare, per il suo stretto legame artistico con Stéphane Mallarmé, oltre che di amicizia.
Sotto l’influenza dell’arte impressionista ritrovo armonia, fluidità e musicalità. Riesco a raccontare “del mio io spirituale, della mia angoscia, del mio bisogno di amore” ricorrendo a simboli, ad analogie, a metafore. Chiaro, quindi, che il reale non viene riportato in maniera oggettiva, così come vissuto, percepito, ma per come viene interiorizzato e reso, poi, in versi carichi di sentimenti e di emozioni dove ognuno può vedere e scoprire se stesso. Una poesia dal carattere universale.

7. Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
- La letteratura fantastica, la narrativa, il romanzo, i racconti, la commedia.

8. Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
- Indubbiamente, quello cartaceo. Quello che si può tenere tra le mani, si può sfogliare e accarezzare e con un bel segnalibro al suo interno. Segnalibri che faccio creare ad un mio amico tipografo al quale suggerisco mie citazioni e possibile tema sull’immagine, con mio cognome e nome. Difatti, alle persone a me care, regalo sempre una copia delle mie pubblicazioni con un mio segnalibro personalizzato.
Il libro cartaceo letto è, certamente, un “libro vissuto”, al quale si è attribuito un valore affettivo. Bello, poi, da collocare in biblioteca e da riprendere, quando si vuole, per sentirne il profumo del tempo e i ricordi che evoca.
Credo che un “libro vero e proprio” trasmetta sensazioni insostituibili. La carta ci permette di essere parte integrante del libro, di viverlo. C’è chi scrive appunti, chi riflessioni a bordo pagina, chi ancora piega gli angoli delle pagine.

9. Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
- Il rapporto con la scrittura, durante la composizione del mio libro, è stato assai intimo, confidenziale. Questo atteggiamento mi ha permesso di andare dalla verità pratica (reale) alla verità letteraria, cioè di più sofisticata natura. Per ottenere la verità letteraria è stato necessario contorcere il reale, trasformarlo. In questa fase, molto delicata, è stato importante il ricorso al simbolo, all’analogia, alla metafora. (Si rimanda al secondo paragrafo del punto n. 6)
Attraverso la scrittura o verità letteraria, sono riuscita a “ricreare il mio io”. Un “io” diverso da quello sociale. Un “io” privo di condizionamenti. Un “io” non limitante la mia libertà espressiva e di persona soprattutto.

10. Un motivo per cui lei comprerebbe “Al di là dell’orizzonte” se non lo avesse scritto.
- Certo, comprare un libro è una scelta molto complicata. Molti si lasciano consigliare dal libraio; altri cercano il titolo che li ispira.
Beh … Andiamo al dunque! Perché comprerei “Al di là dell’orizzonte” se non ne fossi l’autrice? La motivazione si nasconde nel favoloso concetto di libertà. Leggere è già allargare i propri orizzonti conoscitivi e culturali. Leggere è arricchire - sempre più - il nostro “io”. Uno stato di elevazione dello spirito, della libertà. ”Leggere “Al di là dell’orizzonte”, che è leggermi, è libertà di evadere; libertà di scoprire nuovi mondi - anche inesistenti -; libertà di lasciarsi sedurre da un tempo e uno spazio colmi di sentimenti e di emozioni vibranti; libertà di vivere altre vie impossibili da vivere se non attraverso il sogno, l’immaginario.” (Si rimanda al primo paragrafo del punto n. 9)

11. Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
- Sì! Scrivere? Sempre! Dopo “Al di là dell’orizzonte”, anticipo “Il tempo ride nei fiori” (raccolta lirica che sarà pubblicata con testo a fronte in lingua araba), “Alba chiara sul greto”, “Alito di brezza”, “Profumi nostalgici”, “Un’altra primavera”, “Fior vermiglio”. Il lettore attento e sensibile si ritroverà immerso in nuovi spazi di riflessione e di immaginazione, specie in un momento storico assai difficile per l’umanità, che avverte forte la necessità di ripensare a un nuovo modo di concepire e vivere la vita, ai suoi legami, alle sue relazioni. L’arte è, in prima istanza, imitazione della realtà delle cose. Incarnazione, più o meno libera, di una realtà umana e materiale. Oggi, la guerra nel mondo, in Ucraina - più vicina a noi Occidentali - va, quindi, raccontata. Appartiene tragicamente a tutti noi e scriverne è un modo per curare l’anima. Un’ancora di salvezza. Letteratura di evasione.

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