| • Partiamo proprio dal titolo, come mai “Poesie in cucina”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Poesie in cucina nasce per caso, per via della mia precaria postazione al computer, per scrivere, sul tavolo della cucina. Nasce per vie traverse, per tutto quello che ho vissuto e riesco a ricordare. Custodisco buchi neri nella memoria dei ricordi. Per molti versi, diciamo che ho rimosso eventi brutti e dolorosi, cose che possono capitare a chiunque; qualche volta riaffiorano lasciandomi inquieta. Questo libro nasce e cresce piano; piano come la pasta del pane che lievita; un germoglio o un canto libero, certo a tratti stonato, comunque, sincero, magari patetico o penoso, comunque ironico. Vuole essere la voce di miliardi di donne che si sono succedute nella preparazione dei pasti, in cucina, dove viene rilegato dal sentimento collettivo comune il ruolo della brava donna. Strano, vuol essere femminista questo insieme di testi, a modo suo, tutto particolare, dal vivo del focolare all’elucubrazione dei versi e parole liberi senza contenimento, alcuni inverosimili, eppure pretestuosi a declamare il posto consueto della donna da secoli. Dagli albori della prima stanzialità dai primi gruppi sociali, supponiamo già le mamme o le bambine a selezionare e preparare le sementi; a cucinare e imparare a prendersi cura degli altri. In questo delicato compito di responsabilità di dedicarsi al prossimo, noi donne siamo bravissime e voglio complimentarmi con ognuna di loro. Vi sono poi gli uomini, qualche volta anche loro, svolgono attività in cucina, a casa sono pochi per lo più lo fanno per professione. La dimensione femminile è però inchiodata alla preparazione del pasto per i famigliari, per i vecchi o per gli ammalati da millenni. Al focolare la donna è votata non per scelta ma per dovere imposto. Quello che ci distingue e rende incredibili è la forza, anche quando vacilla; riusciamo a racimolare le energie per la preparazione di un pasto per sfamare la famiglia o chi anche solo con uno sguardo ci tocca.
Persino a me è capitato di star male eppure la volontà di una voce nella coscienza mi obbligava ad alzarmi dal letto per preparare da mangiare ai miei. Credo sia un’atavica prerogativa inculcata, insita nel fare comune dei popoli tranne rari casi di ceti opulenti, troppo ricchi e tronfi per averne traccia e rimasugli di tempo e voglia di accudire, del resto hanno a disposizione altre persone che lo fanno al loro posto. Vi sono incredibilmente persone che affermano di stare male o bene secondo chi prepara le pietanze; danno da intendere l’esistenza di un’energia trasmessa attraverso l’intenzione durante la preparazione dei piatti.
• Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
La mia vita, il mio vissuto e la mia scrittura combaciano. Quel che scrivo lo scrivo di mio pugno nel bene e nel male. Ovviamente vi è una minima percentuale di intrusione in falsetto apposito, creato per sortire attenzione, spero, non la solita solfa ma una mia personale interpretazione delle parole, un mio personale intimo significato, ad ogni modo è tutta farina del mio sacco. Ammetto di avere molta immaginazione e magari delle volte tendo a chiudermi. Spero di aver espresso bene quello che era nelle mie intenzioni ovvero una voce di donna nell’ambizione dell’universale. Impersonale, la proprietà dei brani mi piacerebbe fosse di chi ne sente necessità. Sono molto timida, ho cercato negli anni e cerco tuttora di superare questo problema, ci lavoro in continuazione. La pandemia ha distrutto parte dell’imposizione che mi ero data di stare con gli altri per non averne paura e vincere i timori. Sto ricominciando piano con ricadute e risalite. Mi prefiggo ad ogni modo di affrontare la realtà, anche se per molto tempo nei periodi di stress eccessivo e crisi vivevo e vivo in un fantastico pericoloso mondo parallelo.
• La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Non so se questo libro si salverà dall’oblio. Vi sono senza dubbio altri poeti più preparati e più grandi di me. Nel caso si dovesse salvare, custodirei l’intento che la donna e la cucina non sono un binomio scontato. La donna in cucina come anche tanti uomini diversi e speciali intendo, non maschilisti e di qualsiasi genere, in cucina si spendono continuamente. Un posto definito della casa dove si piange, si ride, si sgobba, si studia, si scrive, si fa l’amore, si litiga, si fa a botte… è un microcosmo sottovalutato dalla storia.
Chissà quante cose interessanti al di fuori di un pasto sono successe nelle cucine del mondo; si potrebbe fare un’enciclopedia con più volumi del -Milione- ricordo vi erano tutte le popolazioni, usi costumi e tanto altro, eppure nessuna donna alla preparazione di un pasto faceva novità, appunto, è l’ovvietà. Se ci pensiamo bene è piuttosto un’etichetta appioppata al di fuori della volontà femminile? chissà. Ci sono donne additate che legittimamente non amano cucinare, tacciate di indolenza o altro, lascio a voi il giudizio impietoso. Vorrei poter salvare la dignità del femminile fuori dalla cucina da quello che i più considerano l’habitat naturale della donna. Vorrei poter affermare tranquillamente adesso e in futuro che non lo è, la cucina non è solo ambito femminile, vorrei farlo senza paura di ritorsioni e vorrei che fosse una scelta non un’imposizione, per ogni essere femminile al mondo.
• A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Poesie in cucina” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Alcuni orgasmici, altri soddisfacenti, altri ancora galattici. Ho voglia di scherzare si intende.
Insomma, amo molto la compagnia di commensali di larghe vedute, ascoltare disquisizioni intelligenti mentre si consuma il pasto. Non sopporto chi ha da recriminare o polemizzare qualcosa e lo fa a tavola, durante il pasto; ancor peggio litigare, rovina la festa agli altri commensali; mi fa saltare i nervi, almeno a tavola occorre pace; a meno che la polemica non riguardi una pietanza venuta male, ritengo tali comportamenti gravi gesti di maleducazione.
Ricordo da piccola, mi era dato l’incarico di occuparmi di un piccolo focolare di terracotta a carbone, nel terrazzo di casa per cuocere la carne o il pesce; ovviamente con l’aiuto della mamma. Allora ero piccola non mi chiedevo neppure il perché dovessi occuparmene io; era scontato ero femmina. Verrà un giorno in cui sarà di tutti questo focolare, non solo per le bimbe; ma lo so, questo giorno è ancora molto lontano. Bisogna lavorare tanto ogni giorno senza tregua per ottenere traguardi e non mollare mai, parlarne, spiegare quando serve; è un passo verso il miglioramento della condizione femminile.
• Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Per paradosso ho letto romanzi d’amore, ecco da lì parte e si svolge una consapevole presa di posizione sul metodo coercitivo per plagiare le donne che alcuni libri possiedono e altri no; non voglio fare di tutta l’erba un fascio per carità. Dedicare e imbrogliare la credulità di povere persone e illudere sull’amore è dal mio punto di vista una cattiveria; a prescindere se si fa per denaro o per la fama non mi piace. Sono eccessiva e petulante su questo, lo so, mea culpa, non riuscirei a scrivere se dovessi farlo per il sollazzo di una certa categoria di lettori a sfavore di un’altra. Preferisco scrivere la brutta cruda verità più che una bella bugia, anche a costo di non vendere una copia; certo non dico che non cambierò idea; Sono aperta ad ogni possibilità, mi sono evoluta, negli anni è ovvio persino cambiare gusti; sarebbe triste e deleterio rimanere fermi, immobili sulle proprie idee. Ho letto libri d’amore; tanti anni fa di autori sconosciuti che ricordo fino ad oggi per il tipo di scrittura e la particolare angolazione del punto di vista. Leggevo vecchi fotoromanzi e desideravo tanto dei libri con una mia personale libreria. Liala mi piaceva abbastanza e altre autrici di cui non ricordo il nome.
Credo soprattutto di dover ringraziare, per la stesura di questo libro, le persone con cui ho lavorato. Ho svolto diversi lavori in cucina con grande fatica e gratificazione in diversi ristoranti con persone che facevano del loro meglio per vivere e lavorare onestamente e con serietà. Mi hanno insegnato e dato tanto come scuola di vita; Mustafa, Barbara, Giacomo, Maria Villa e tante altre persone di grande umanità e cuore sono state per me importanti, per la mia formazione di persona e nella definizione del mio carattere, involontariamente hanno saputo forgiare la mia persona.
Autori a cui sono legata… forse sono più pittori che poeti, Paul Klee e Cezanne senza ombra di dubbio, e tanti altri artisti, amo ammirarne le opere. Sui poeti come sugli scrittori sono strana, mi rendo conto. Cerco di leggere quello che meno mi piace e ci sbatto la testa. Per esempio a cercare di capire Wislawa Szymborska, della quale ho letto qualcosa, faccio una fatica terribile a leggere e capire la sua poetica; mi strazia, so che al confronto sono una formichina, oppure Louise Gluck uno degli ultimi Nobel, speciale e incredibile nell’esposizione; al confronto sento inutile ogni sforzo, non reggo di sicuro al paragone; però, nella mia ingenua e vivace fiducia fanciullesca che ripongo nel mondo riesco a pensare che pure un insetto svolga la sua seppur minima parte al mantenimento di un equilibrio. Forse sarebbe più poetico paragonarmi a un’ape laboriosa invocando la Merini, potrei anche far male a pungere, far male, ma non è il mio intento, non vorrei affatto che lo fosse, sarei la prima a morirne.
Persino Arminio è troppo in certi passaggi non paesaggi.
• Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
La scultura, la pittura, spero di riprendere a realizzare quanto prima qualcosa di concreto anche se il tempo è tiranno. Ho frequentato un Istituto D’Arte da giovane, diciamo che dovrei sapere più di decorazioni che di scrittura. Per scrivere ho letto e frequentato lezioni apposite fatte da professionisti.
Certo non è affine a questa pubblicazione ma ho letto Hermann Hesse da ragazza, adoravo possedere i suoi libri e leggerli ancora adesso. Ho uno splendido ricordo della sua raffinata scrittura.
• Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Mi piacciono le storie con inquietanti risvolti psicologici, che ci posso fare!
Georges Simenon è nel suo genere uno di questi. Dal mio punto di vista è un mito, riesce sempre ad appassionarmi, addirittura stupirmi, non credevo fosse possibile nei gialli e invece c’è un suo racconto che mi ha affascinata nel suo particolare modo di incastrare gli avvenimenti, è grande. Poi il genere gotico è magico.
Aghata Christie in Dodici piccoli indiani è memorabile; mi fa impazzire Assassinio sull’Orient Express, il libro, il film, potrei trovarci spunti e scrivere per anni. La trama è sublime.
• Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Cartaceo per sempre, nonostante libri, non letti, accumulati, stipati in luoghi impensabili. Nonostante le sgridate che mi danno i miei per impedirmi di comprare, non demordo.
• Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Scrivere Poesie in cucina è stato doloroso. Ho tirato fuori un dolore che avevo accantonato per elaborarlo, ci voleva tempo; il tempo dedicato alla cucina è stato terapeutico, forse catartico, forse anonimo come per tutti quelli relegati in cucina, invisibili e prigionieri, chissà?, della pandemia, del marito, comunque degli eventi.
• Un motivo per cui lei comprerebbe “Poesie in cucina”, se non lo avesse scritto.
È fatto della sostanza della fatica. Un’incitazione a voler alzare la testa e ribellarsi al volere altrui. Una spinta all’affermazione attraverso il lavoro. Quante volte il valore attribuito a una donna è direttamente proporzionale a quello della preparazione di un pasto! La mia mamma, ricordo bene, era gelosissima del suo potere in cucina, possedeva ben poco di autorità ma, acutamente, sapeva bene che uno dei suoi poteri era di saper cucinare.
• Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
In dirittura di arrivo, fra poco, Anarchia Emotiva, tragico declamo al mio crollo emotivo, avvenuto quasi alla fine della pandemia. Mi ha segnato non poter uscire, non poter andare in Sicilia, non poter vedere e ricordare chi sono, chi ero, le mie radici. Non sono più la stessa, sono cambiata, radicalmente, in pochi anni e la scrittura ne è in buona parte colpevole.
Certo lo so, sono diversa in compagnia di tanti. Uno sparti acque ci ha spaccati, è stata la pandemia. I miei crolli emotivi poi sono tragicomici, sono invisibili agli altri. Ho imparato a tenere per me ogni cosa. La fiducia la ripongo nelle mie capacità. Il mio compagno dice che sono stata troppo sola. Probabilmente è vero, non me ne faccio un cruccio, vi sono molti immigrati che sono messi peggio di me.
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Titolo: Poesie in cucina
Autore: Damiana Belvedere
Editore: Aletti
Collana: I diamanti
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 19 settembre 2022
Pagine:112 p.
EAN: 9788859179566
Prezzo di copertina: Euro 16
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