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Info sull'Opera
Autore:
Aletti Editore
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Napoli e le sue infinite sfumature nel nuovo libro di Alessandra Giannetti: "Racconti napoletani". Intervista alla scrittrice.

di Aletti Editore

#Napoli e le sue infinite sfumature nel nuovo libro di Alessandra Giannetti: "Racconti napoletani".

Intervista alla #scrittrice che presenta l'opera ai #lettori. In versione #eBook e in duplice lingua: Italiano e #Georgiano.
La traduzione è a cura di Inga Sikharulidze e Kesa Kakalia.
La prefazione a cura del Maestro Cosimo Damiano Damato.

• Partiamo proprio dal titolo, come mai “Racconti napoletani ნეაპოლიტანური ისტორიები”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Alessandra Giannetti: Sono racconti ambientati a Napoli. Il regista, sceneggiatore e intellettuale, Cosimo Damiano Damato, ha scritto una bellissima prefazione a questo libro, in cui ha descritto molto bene la #napoletanità.
La realtà #napoletana, che fa parte del mio vissuto, è una realtà dalla quale spesso mi sono distaccata negli anni giovanili, ma poi vi sono sempre ritornata.
Napoli è difficile da descrivere, è come un grande teatro, vi si trova di tutto. L’immensa varietà di personaggi che vivono qui ha ispirato molti artisti e registi anche non napoletani, come Ozpetek ad esempio. E’ una città in chiaroscuro, c’è il bello e il brutto ben visibili, ad ogni angolo di strada c’è una storia apparentemente senza un filo logico ma in cui chiunque può ritrovare qualcosa del suo passato o del suo quotidiano.
Nel primo racconto, intitolato “Ballando al buio”, alcuni personaggi vivono senza prospettive, facendo esclusivamente i propri interessi materiali e sodisfacendo i propri bisogni.
Vanessa, Dino, Renzo non si interrogano sulle proprie azioni, non compiono alcuna ricerca interiore, vivono alla giornata. A questi personaggi se ne oppongono altri che descrivo in modo più vago perché i loro gesti e la loro intera vita sono interpretati dai primi in funzione dei rapporti sbagliati che hanno.
A volte capita di rendersi conto di aver ballato al buio in alcuni periodi della vita, e di fronte a qualche notizia dal passato, ci si rende conto che di alcune persone, frequentate magari anche strettamente, si era percepito ben poco o nulla.

• Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Alessandra Giannetti: Non sono scrittrice autobiografica. Traggo spunto dalla realtà che sento e vedo intorno a me, a volte molto profonda, altre volte estremamente trash. Su ciò che attira la mia attenzione, e che mi fa riflettere, costruisco delle storie che potrebbero essere vissute da chiunque. Qualsiasi cosa stuzzica la mia fantasia, un discorso ascoltato per caso al bar, una scena di un film, una telefonata, una frase in una canzone, e nello scrivere lascio sempre infinite possibilità di lettura.
Alla fine delle storie che scrivo può essere aggiunta la parola “continua”.

• La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Alessandra Giannetti: Penso che siamo come dei minuscoli puntini luminosi di un passato che non torna ma che viviamo giornalmente quando diventiamo come le persone che se ne sono andate. Parliamo come loro, desideriamo quello che hanno desiderato loro, rimpianti e rimorsi costituiscono il nostro pane quotidiano e noi riprendiamo molto da chi non è più nella nostra vita. Il vissuto degli altri e ogni cosa che ci emoziona, che ci fa piangere, evoca qualcosa del nostro passato, porta alla luce coincidenze e legami misteriosi. E’ questo il significato della memoria, che non ci fa essere soli e ci permette di vivere davvero una vita ricca e originale.
Senza i ricordi non possediamo nulla, saremmo come alberi senza rami.

• A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Racconti napoletani ნეაპოლიტანური ისტორიები” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Alessandra Giannetti: ricordo in particolar modo i racconti di nonni e zii, ricordo anche i libri che trovavo nelle loro librerie e quel particolare sapore di antico e di polvere che spiavo nelle loro stanze tra giornali, lettere e lumi impolverati nel silenzio e nella penombra della sera. Potrei disegnare le piante di queste case dei miei avi che costituivano per me, bambina e adolescente, una particolare attrazione.

• Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Alessandra Giannetti: Ho letto sempre molto e con interesse, ho apprezzato particolarmente Kafka, Camus, Kundera, romanzi dal sapore un po' misterioso e un po' psicologico, esistenziale.
Quando ero al liceo ero particolarmente attratta dalla storia greca e dall’Odissea, un meraviglioso viaggio nella psiche.

• Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Alessandra Giannetti: Sicuramente il cinema italiano di Troisi, Sorrentino, Martone e quello francese. Anche la musica ha sempre influenzato la mia #scrittura: quando lavoro al computer spesso metto in sottofondo la musica rock, David Bowie, John Lennon, U2.
Penso che tra la scrittura, il cinema e la musica ci sia un legame emozionale inscindibile.

• Oltre a quello trattato nel suo #libro, quali altri generi letterari predilige?
Alessandra Giannetti: romanzi storici del periodo della seconda guerra mondiale, la poesia, Neruda, Prevert, Merini. In fondo uno scrittore è pure un poeta.

• Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Alessandra Giannetti: entrambi. La libreria digitale è molto interessante, favorisce la lettura in qualsiasi luogo e in qualunque tempo morto, oltre a creare un rapporto visivo immediato col libro e l’autore.
Nel mio lavoro ci sono molti tempi morti durante la giornata e la libreria digitale mi permette spesso di evadere e di associare esperienze fatte nel tribunale a quello che scrivo.

• Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Alessandra Giannetti: Io scrivo in modo istintivo, scrivo numerose note su fogliettini sparsi sulla scrivania e nella borsa, spesso mi vengono idee improvvisamente e magari annoto anche sul cellulare se non ho da scrivere.
Qualunque momento è buono anche fuori da quelli in cui sono al computer per riordinare le idee e riempire le pagine.
Cambio spesso, poi, sia il titolo che l’ordine degli episodi.

• Un motivo per cui lei comprerebbe “Racconti napoletani ნეაპოლიტანური ისტორიები”, se non lo avesse scritto.
Alessandra Giannetti: Lo comprerei perché sono una persona estremamente curiosa, lo leggerei tutto d’un fiato per seguire come vanno a finire le storie dei miei personaggi e le loro relazioni con le persone che conoscono, amano, odiano, invidiano.

• Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Alessandra Giannetti: I due racconti, tradotti in georgiano, costituiscono parti di un romanzo giallo che sto scrivendo, il cui titolo provvisorio è “Fino alla fine di noi”.
E’ una storia con molti personaggi e situazioni parallele che mostra la complessità della vita e delle relazioni, e quanto, a volte, le apparenze nascondano ben altro nelle persone.

👉RACCONTI NAPOLETANI - di ALESSANDRA GIANNETTI.
Collana Altre Frontiere
In duplice lingua - ITALIANO e GEORGIANO-
Traduzione a cura di Inga Sikharulidze e Kesa Kakalia
Con prefazione di Cosimo Damiano Damato
In eBook a soli Euro 7,99 https://www.ibs.it/racconti-napoletani-ebook-alessandra-giannetti/e/9788859181118

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