| Esordio poetico di Maria Cristina Rossitto con la silloge "Falene". E il plauso di Alfredo Rapetti Mogol.
«"Falene" è un’introspezione. Un viaggio nell’anima, la mia anima. Gli argomenti di cui scrivo sono strettamente legati alla mia femminilità, ai miei sentimenti e alle emozioni più intime, che ho cercato di esprimere con le parole che mi ha dettato il cuore».
Con questa dichiarazione, Maria Cristina Rossitto, classe 1959, ha spiegato la finalità della sua raccolta poetica "Falene", pubblicata dalla Aletti Editore.
Originaria di Piacenza, vive nel Veneto, a Codognè, in provincia di Treviso. Dopo una vita passata in ombra, Rossitto ha deciso di uscire allo scoperto con questo libro d'esordio, in cui mostra tutta sé stessa con sincerità, fragilità incluse. I versi brevi, che catturano per la loro incisività, hanno sollecitato l'interesse di Alfredo Rapetti Mogol, figlio del noto paroliere ed anch'egli autore di canzoni di successo per importanti artisti come il compianto Ivan Graziani, e ancora Laura Pausini, Raf, Mango, Ron, Elisa e altri. Alfredo Rapetti ha curato la prefazione del volume, spingendosi a parole d'elogio. «La poesia di Rossitto contiene una grammatica emotiva profonda - scrive il paroliere nell'introduzione - che si nutre attraverso un cordone ombelicale completamente stretto intorno alla vita».
Difatti Rossitto alimenta la sua scrittura nella realtà, attraverso un linguaggio chiaro e convincente. Ne emerge un energico slancio vitale a cogliere la bellezza della vita in tutte le sue manifestazioni. «Ho sempre amato la natura, gli animali, il creato. Sono le mie fonti di ispirazione» confessa l'autrice che, in campo poetico, ha una spiccata preferenza per le poesie di Giuseppe Ungaretti e Andrea Zanzotto. Rossitto incarna il fascino della poetessa vecchio stile, oltre che per le scelte tematiche e stilistiche, in cui con schiettezza parla della sua indagine interiore sotto forma di esortazioni, confessioni, anche per la sua abitudine di scrivere a mano le poesie. «Così mi sembrano più vere, originali», commenta.
E, tra le tante sollecitazioni, ci ricorda quanto siano delicate le nostre ali: «Siamo falene, / con le ali sgualcite, / alla ricerca di calore / per poter volare».
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