| 👉 Intervista a Silvia Franchini, che presenta ai lettori il libro di poesie "Il cuore negli angoli" (Aletti Editore)
Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il cuore negli angoli”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
- Finora i miei libri hanno avuto delle metafore per titoli e questo non fa eccezione.
Il cuore è l’organo muscolare da sempre associato ai sentimenti che, se evitiamo di affacciarci distrattamente o con superficialità al mondo, ovunque, in qualunque anfratto, troveranno il modo di farsi spazio in noi. Mi spiego meglio.
Se ci sforziamo di vedere e di ascoltare, la vita stupisce in mille modi, generando #emozioni improvvise, anche quando non lo credevamo possibile. Marcel Proust diceva che “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi”. Aggiungo io, nuove lenti, le lenti della sensibilità.
Gli argomenti, o meglio, le tematiche trattate nel libro ricorrono spesso nei miei scritti, accompagnano fedeli e nostalgiche la mia penna e sono amore, morte, malattia, tempo, memoria e natura.
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Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
- Moltissimo. In un film di qualche anno fa la protagonista dice che per scrivere bene bisogna scrivere ciò che si sa. Condivido. Soprattutto in #poesia, credo sia difficile parlare di qualcosa che non si è mai vissuto o provato. In poesia o si possiede una
spiccata capacità empatica, oppure bisogna aver sentito certe emozioni sotto la pelle.
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La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
- Come ho scritto nell’introduzione, mi piace pensare che le persone protagoniste dei miei componimenti o che li hanno ispirati, grazie ai componimenti stessi, in un certo senso, diventino immortali. Anche se i miei libri, in futuro, dovessero finire
dimenticati in qualche bancarella nei mercatini estivi o nelle sagre popolari, mischiati fra molteplici titoli ed altre variegate copertine, allo stracciatissimo prezzo di un euro o due, spero ci sarà quel lettore curioso che, rovistando nella moltitudine, decida di soffermarsi a sfogliarli e che sia invogliato a leggere qualche stralcio.
Allora, in quel momento apparentemente privo di importanza, accadrà qualcosa di magico. I fatti e le persone delle poesie continueranno ad avvenire e vivere. Una storia infinita.
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A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il cuore negli angoli”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
- “Il cuore negli angoli” è nato in un arco temporale di circa due anni e di episodi che hanno contribuito al suo parto ce ne sono tanti. Indubbiamente quando la Casa Editrice Aletti mi ha proposto di scrivere una nuova raccolta poetica, è stato un momento importante. Ogni volta è un mettersi in gioco. Da zero a cento. Comporre i testi, seguire un filo logico, migliorarsi nella qualità e nella creatività. Un altro viaggio insomma, che intraprendo sempre con dedizione e gioia.
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Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
- Già citati nella precedente intervista per “Le luci nella notte insegnano” (Aletti Editore, 2019 https://www.ibs.it/luci-nella-notte-insegnano-ebook-silvia-franchini/e/9788859163848), ricordo Giovanni Pascoli, con il quale ho deciso questa volta di
aprire il libro, e Giacomo Leopardi.
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Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
- Rispondo con una domanda retorica. Come potrebbe l’Arte, dalla musica, al cinema, alla pittura, non elargire ispirazione?
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Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
- Leggo soprattutto i classici, i romanzi gialli e la narrativa fantasy. Ma ho una passione viscerale per la letteratura dell’infanzia. Non a caso la mia Tesi di Laurea tratta la Pedagogia della Narrazione.
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Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
- Ho sempre prediletto e sempre preferirò il libro cartaceo. Ci sono tradizioni che non dovrebbero morire mai. Adoro il suono e l’odore delle pagine sfogliate tra le dita e le copertine impolverate sugli scaffali.
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Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
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- Conflittuale. Ho impiegato molto tempo per ultimarlo. Volevo superarmi. Scrivere diversamente, scrivere meglio. Delle tre raccolte poetiche, questa è certamente la più matura. Non compongo quasi mai a comando. Devo voler dire qualcosa con parole vergini e ciò richiede riflessione e ricerca. Il libro, infatti, contiene “solo” venticinque poesie.
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Un motivo per cui lei comprerebbe “Il cuore negli angoli”, se non lo avesse scritto.
- Questa è sempre una domanda difficile. In quanto autrice, sono di parte. Ma lo acquisterei perché è un libro autentico, totalmente sentito.
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Ha in progetto altre opere da #scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
- Metto, almeno per il momento, in panchina la poesia per dedicarmi completamente alla narrativa. Sono impegnata con la stesura di un nuovo lavoro che pubblicherò prossimamente con Aletti Editore. Non anticipo troppo, ma credo sarà originale e
fresco. L’intento è quello di far divertire, riflettere, commuovere e sognare il lettore.
Spero di riuscirci.
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