| "Quota 833" - romanzo di Salvatore D’Incertopadre.
Recensione del prof. Antonio Polselli-
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"Per noi i guerrieri non sono quelli che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità".
#ToroSeduto
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Un autore che come inizio di un suo scritto (racconto, poesia, saggio o altro) mette un esergo, come quello riportato da Salvatore D’Incertopadre, nel romanzo Quota 833 (Aletti, Editore), credo che ben predisponga l’animo e la mente del lettore a iniziare con fiducia e curiosità la lettura del suo prodotto letterario.
Anche quest’ultimo romanzo, ben documentato dal punto di vista storico sulle date riportate e sulle vicende raccontate, caratterizzato dall’abilità tecnica di narrare una microstoria di uomini e donne semplici, e inserirla dentro avvenimenti ed episodi di Storia con la S maiuscola, suscita sensazioni, emozioni e sentimenti, strappa sorrisi, coltiva malinconie e speranze per un futuro diverso, più roseo e felice.
Una pluralità di personaggi, ben descritti nelle loro fisionomie, protagonisti delle storie narrate, appaiono nell’ampio scenario oltre le duecento pagine del romanzo che intreccia con bravura avvenimenti storici e vicende personali e comunitarie.
Nella prima parte del racconto predominano i coniugi Gualtiero e Beatrice; il primo un vero e proprio leader socialista che riesce a convincere molti compagni di vita delle sue idee rivoluzionarie, un capopopolo sempre pronto ad aiutare gli altri e a combattere la prepotenza e la prevaricazione dei #fascisti, un idolo per i suoi compagni di lavoro, un pacifista convinto della contrarietà alla guerra; la seconda, moglie di Gualtiero, una donna molto saggia e accorta, preoccupata per il richiamo alla guerra del marito e per la sorte incerta e pericolosa dei suoi figli.
Temi prevalenti di questa parte iniziale del romanzo sono: la #guerra, ritenuta il peggior male del mondo per le sue orribili sofferenze, per i disagi vissuti in #trincea, dovuti al freddo, alla #fame e alla paura costante della morte; i valori della famiglia costituiti dall’amore filiale, coniugale e fraterno, dal rispetto tra i vari componenti del nucleo familiare e dalla ricerca della felicità; la nascita del movimento delle #Cooperative e del Partito socialista, l’affermarsi del #fascismo, caratterizzato, oltre che dalla violenza e sopraffazione, da un governo illiberale per le leggi liberticide emanate nel Ventennio.
Sullo sfondo dei principali avvenimenti sono narrati, con precisione e dovizia di particolari, importanti personaggi della storia italiana dei primi decenni del secolo scorso: i politici (Antonio Salandra, Giovanni Giolitti, Ivanoe Bonomi, Benito Mussolini, Giacomo Matteotti, Pietro Nenni, Vittorio Emanuele III) e i generali dell’esercito (Luigi Cadorna, Armando Diaz, legati alla disfatta di Caporetto e alla resistenza sul Piave).
Dopo la tragica scomparsa della famiglia di Gualtiero, l’unico superstite della famiglia resta il figlio quindicenne, Leonardo, costretto per le avversità della vita a espatriare clandestinamente in Lussemburgo e a trovare, insieme all’amico/fratello Lorenzo, lavoro nella miniera di Fond de Grass, a Differdange.
Un nuovo scenario: altri personaggi, gente umile, come Gildo (detto Polifemo), nuovi volti e amici a cui confidare segreti, ansie e aspettative (la giovane Vivienne, conosciuta nell’emporio, Bernardo il contadino trevigiano morto nel crollo della galleria), differenti ambienti (luride baracche, gallerie, pozzi), inaspettati eventi (tafferugli e risse tra lavoratori lussemburghesi e italiani), altre emozioni, sogni speranze e paure (nostalgia, solitudine, voglia di tornare a casa, in Italia) assalgono i protagonisti. Infatti nell’inquietante discesa nella miniera di ferro, il giovane Leonardo, povero immigrato italiano, accompagnato dal rassicurante anziano minatore Polifemo, si spaventa per l’oscurità delle gallerie di Quota 833 metri sotto terra.
Nella seconda parte del romanzo l’autore delinea un nuovo sfondo sul piano storico, con ambienti, paesaggi e scene completamente diverse: il crollo di Wall Street e la grande depressione (1929), l’ascesa al potere del regime nazista di Hitler in Germania (1933), l’inizio della Seconda guerra mondiale, le leggi di Norimberga contro gli ebrei, l’occupazione militare del Lussemburgo, la battaglia delle Ardenne, lo sbarco degli anglo-americani in Normandia. E sul piano del racconto si verificano tremendi incidenti e vicende sul lavoro in miniera: la frana in galleria, i feriti, i corpi straziati senza vita, gli amici morti (Bernardo, Lorenzo), i sopravvissuti tra i minatori (Eliseo), le squadre di soccorso, i volti terrorizzati, la speranza di trovare operai ancora in vita, le minacce di sciopero per difendere il diritto alla salute e la sicurezza sul lavoro.
Nello snodarsi del romanzo, appassionante e coinvolgente, emergono con forza e in primo piano, i grandi valori dell’amore nelle sue diverse sfaccettature, dell’amicizia sincera e leale e della solidarietà che il protagonista, il giovane Leonardo, incontra durante la sua faticosa e pericolosa esperienza lavorativa in miniera, durante il periodo di innamoramento con Vivienne, e gli incontri con l’amico Polifemo, uomo saggio, buono e prodigo di consigli.
Salvatore D’Incertopadre riesce a narrare con suspence i principali eventi del suo romanzo, caratterizzati dallo sconforto per la famiglia dell’ebreo Isaac richiusa nella miniera durante il rastrellamento degli ebrei, dalla morte di Nuccio e di Gerard, dalla solitudine del vecchio amico Polifemo, dalla paura di essere catturati, dalle disgrazie di essere deportati, dal coraggio di resistere ai tedeschi, dalla gioia e dai momenti di felicità e di conforto per la nascita dei figli. L’autore suscita un forte desiderio di sapere il susseguirsi degli eventi e di scoprire tutto sulle vicende dei personaggi.
Quota 833 è un romanzo da leggere perché i vissuti dei protagonisti si fondono potentemente con la riflessione sul senso profondo degli eventi che essi si trovano a vivere e sul senso generale dell’esistenza, caratterizzata dalla fragilità umana e dalla volontà di ogni essere umano di ricercare felicità e gioia di una vita serena.
Il romanzo di Salvatore D’Incertopadre, nel raccontare la coinvolgente storia di migranti, come Leonardo e tanti altri, riesce a scavare nel cuore del lettore in profondità e ad affrontare le debolezze umane con sincera comprensione, mettendo in rapporto i diversi avvenimenti storici, sociali e politici, familiari e personali con la complessità e il mistero del tempo in cui viviamo, perché come ha scritto lo scrittore argentino, Ernesto Sabato «Il romanzo è ormai l’ultimo osservatorio dal quale si possa abbracciare la vita nel suo insieme».
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Collana "I Diamanti - #Narrativa"
pp.216 €14.00
ISBN 978-88-591-7882-8
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