| 👉 Intervista a Salvatore D'Incertopadre, che presenta ai lettori il romanzo “Quota 833”
• Partiamo proprio dal titolo, come mai “Quota 833”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Quando si parla di quota si pensa sempre alla montagna. In questo caso 833 è la profondità della galleria della miniera di #FonddeGrass a pochi chilometri da #Differdange in Lussemburgo, dove lavora Leonardo, il protagonista principale del romanzo. La #miniera sarà proprio uno degli argomenti ricorrenti del racconto insieme alle lotte operaie del biennio rosso e della prepotenza delle squadracce fasciste a partire dal 1920.
• Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Naturalmente in un romanzo c’è tanta invenzione, quella che occorre per rendere una storia avvincente. Ma la realtà è presente grazie al racconto di una donna da me intervistata, figlia di un #minatore italiano emigrato proprio a Differdange nel 1917.
• La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Uno dei motivi per cui mi dedico al #romanzostorico è proprio quello di mantenere viva la memoria storica di avvenimenti che spesso non vengono mai trattati perché al di fuori della contrapposizione storica tra #fascismo e #comunismo, come è stata la migrazione di tanti #operai e contadini italiani dopo l’avvento del fascismo e fino alla fine degli anni Venti. Lo faccio attraverso il romanzo in modo da appassionare il lettore.
• A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Quota 833”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
L’episodio a cui sono particolarmente affezionato è lo scontro tra Leonardo e l’ingegner Dupont, avvenuto subito dopo la morte di un minatore. Mi ricorda tanto la mia passata attività di sindacalista, quando era soprattutto lo slancio solidaristico tra i lavoratori a dare la forza per risolvere i problemi.
• Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Sono un appassionato di Storia del Novecento e nella mia libreria ho circa duecentocinquanta volumi che affrontano questo tema, tra gli altri tutta la storia del fascismo di De Felice. È in quei libri che trovo i fatti, ma è cercando e intervistando persone, coloro che quei fatti li hanno vissuti, che trovo l’ispirazione per le mie storie.
• Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Indubbiamente il cinema, in particolare quello neorealista italiano con i suoi grandi registi di cui ho visto tanti film.
• Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Fino a oggi ho spaziato molto, dall’autobiografico, al romanzo d’amore, fino ad arrivare al giallo.
• Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Assolutamente quello cartaceo, anche se a volte sono costretto a comprare E-book su internet perché alcuni testi non si trovano facilmente.
• Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Io amo scrivere, trovo che sia la cosa più bella al mondo da fare. Per me è un fatto naturale, oserei dire spontaneo. Non ho fatto studi classici, né corsi di scrittura, ma nella mia vita ho letto tanto e forse per quello ho imparato a scrivere e a cogliere gli ingredienti che, in particolare, occorrono per la scrittura di un romanzo: l’amore, l’amicizia, il tradimento, il colpo di scena e tanto altro ancora.
• Un motivo per cui lei comprerebbe “Quota 833” se non lo avesse scritto.
In genere compro un libro perché so di cosa parla, ma se trovo una sinossi che mi colpisce particolarmente, compro anche quello. E credo proprio che “Quota 833” ricada in questa seconda categoria.
• Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Ho diverse cose già pronte, ma in quest’ultimo periodo sto terminando un nuovo romanzo storico dal titolo provvisorio “Il falegname”. La storia di un ragazzo sardo che si trasferisce a Torino per frequentare la scuola di falegnameria dei Salesiani e si ritrova nel bel mezzo della guerra, nella città tra le più bombardate d’Italia.
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ISBN 978-88-591-7882-8
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