| «Vorrei custodire e salvare, questo: il potere salvifico della scrittura».
Intervista a Donatella Garnero, che presenta ai lettori il libro “Ritratti di fragili esistenze”(Aletti Editore)
Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questo volume?
Risposta: La raccolta è suddivisa in tre sezioni, tra di loro interconnesse. La prima contiene piccoli frammenti del mio mondo interiore, ritagli di memorie del passato; viene affrontato il dolore legato alle esperienze dell’abbandono, del rifiuto ma anche la forza della rinascita. La seconda sezione, che è il cuore della raccolta, intende invece dare voce alle innumerevoli sembianze della sofferenza e della fragilità umana, ai volti che ho incontrato durante l’esercizio della mia professione di assistente sociale e che conservo nel cuore. Questo non per celebrare il dolore, bensì in un’ottica di speranza, di coraggio e di trasformazione interiore. Si vuole ribadire l’importanza, al di là dell’agire, dell’essere presenza (“stare in sosta”) con un atteggiamento di disponibilità e di ascolto, e dell”avere in mente l’altro”, come ingrediente fondamentale della cura, che è il tema della terza sezione.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso sulla scrittura?
Risposta: La raccolta non è scritta per “evadere dalla realtà” come scrive Alessandro Quasimodo nella prefazione. Direi che la scrittura è impregnata di realtà: la realtà degli immigrati, delle persone senza fissa dimora, di chi ha sperimentato la violenza, la morte, la malattia, la disabilità dei propri familiari, la trascuratezza affettiva ed e-ducativa, la precarietà che caratterizza il nostro tempo. La realtà è anche ricordare l’importanza della cura, nelle sue varie forme.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo in questo suo libro?
Risposta: La poesia aiuta a comprendere che tutto ciò che incontriamo nella vita possiede qualcosa di mistico. Esiste una spiritualità nella fragilità umana, nella soffe-renza, e la poesia aiuta a sondarne gli abissi inesplorati. Suggerisce anche i modi per affrontarla e superarla. Questo vorrei custodire e salvare: il potere salvifico della scrittura.
Come viene sottolineato nell’introduzione “Le storie rivelano, forniscono ritratti, tratteggiati con pennellate talora crude, spesse, ma non per questo meno autentiche. Esse superano la dimensione di autoreferenzialità, per espandersi ed assumere una valenza universale”.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Ritratti di fragili esistenze”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta: Isolerei taluni episodi legati alla mia infanzia e al mio vissuto di donna, epi-sodi non sempre felici, ma che proprio per questo sono stati il punto di partenza per smuovere in me una volontà di cambiamento. Il non nascondere, bensì il portare alla luce taluni vissuti non facili, mi ha consentito di prendere contatto con la parte di me più tenera, più indifesa, da cui si è innescata una forza rivoluzionaria, una sorta di “conversione”. Sono riuscita a trasformare i sentimenti di tristezza, l’energia negativa in una esperienza costruttiva, di accoglienza umana.
Tutto questo è contenuto per esempio nella poesia “Sale della terra”, che mi è parti-colarmente cara:
...eri un puntino di inchiostro/ un ragno schiacciato sul muro/..../ divenuta scoglio/ nella tempesta/ ora improvvisi/ l’allegria di un ballo/ e così resisti/ al richiamo di tutto quel buio/ che accampa diritti/ e cela ancora il suo dolore muto/.../ nel risveglio di una nuova Fenice/ sarai/ Sale della Terra.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Ci sono altre discipline artistiche che hanno in qualche modo influenzato la sua scrit-tura?
Risposta: La passione per la letteratura ha accompagnato la mia esistenza, anche se non ho avuto una formazione propriamente umanistica. Ho divorato migliaia di testi: saggi, romanzi, poesie. Ho iniziato con i classici di narrativa. A 14 anni avevo già letto tutti i libri dei maggiori esponenti della letteratura italiana e straniera.
Una scrittrice che ho particolarmente amato è stata Virginia Woolf, di cui ho letto tutti i romanzi in lingua originale.
Ho studiato lingua e letteratura giapponese e ho letto autori in bilico tra l’appartenenza al mondo orientale e l’influenza della cultura occidentale come Ryu-nosuke Akutagawa, Yasunari Kawabata e, più recentemente, Murakami.
Per quanto riguarda la poesia, ho apprezzato in particolare Emily Dickinson, sia per lo stile, che per la personalità. E poi Beaudelaire e i poeti maledetti francesi, Neruda, Ungaretti, Nazim Hikmet, W. Yeats (a cui si è ispirato il cantautore italiano Angelo Branduardi), Wordsworth e i suoi “Daffodils”. Più recentemente ho scoperto Amy Lowell, Antonia Pozzi, Mario Luzi, Giorgio Caproni, Mariangela Gualtieri e molti altri autori minori, di indubbia bravura, che sono stati talora fonte di ispirazione.
Per quanto riguarda l’influenza di altre discipline artistiche, devo dire che amo parti-colarmente la pittura e le arti figurative in genere. Oltre che scrivere, mi appassiona disegnare e dipingere con acquerelli o colori acrilici e spatole. Un bel quadro riesce a stimolare in me emozioni profonde che tento di trasferire nella poesia.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta: Amo molto i romanzi storici, quelli psicologici e introspettivi, i gialli e i thriller (purché non troppo truculenti) e i saggi a carattere filosofico o sociologico.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta: Sinceramente trovo che entrambi abbiano qualità e vantaggi. Uno non e-sclude l’altro. Quando è possibile leggo libri cartacei (che tendenzialmente prendo a prestito in biblioteca, perché non posso riempire la casa di libri, anche se mi piace-rebbe). Se poi un libro mi piace magari lo compro e tendo a rileggerlo più volte, perché adoro riscoprirlo e trovarmi di fronte alle emozioni originarie.
Tuttavia ho scoperto anche l’utilità della versione digitale, per esempio quando vado in vacanza. Salvo sul mio e-book tutti i testi che mi interessano e parto con la valigia più leggera. Trovo sia funzionale e comodo. Posso leggere in spiaggia senza sciupare i libri cartacei e anche sottolineare le frasi più significative.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta: Ho scritto quasi tutta la raccolta di poesie durante il primo lockdown. Mentre il mondo si disperava per la perdita della libertà, io non mi sono mai sentita così in connessione con me stessa e con il mondo, così aperta alla conoscenza, alle emozioni, alla bellezza. E mi sono immersa nella scrittura.
Devo dire che sono ritornata più volte a “rivedere” le mie poesie, dopo averle scritte.
Ho modificato, aggiunto o sottratto parole, ricercandone il ritmo, creando spesso varie versioni dello stesso testo.
Parto sempre dal visualizzare un’immagine o un’atmosfera e poi tento di rappresen-tarla con le parole. Spesso non è facile. Non so scrivere di getto, come sfogo personale. Costruisco la mia opera passo passo. Penso alle parole giuste, cerco sinonimi, metafore, per dare forma a ciò che sento.
Vorrei elevare il testo a qualcosa di sublime. Far sobbalzare il lettore sulla sedia. Non ho la pretesa di esserci sempre riuscita.
Sono alla ricerca di una perfezione che mi sembra di non raggiungere mai.
Però sono comunque felice di aver prodotto qualcosa, di poter lasciare con questo libro un’impronta.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Ritratti di fragili esistenze” se non lo avesse scritto.
Risposta: Lo comprerei per emozionarmi, per ammirare le bellissime fotografie e le illustrazioni che corredano le poesie, per scoprire cosa si nasconde dietro le ferite, la fragilità, le sofferenze di chi è oppresso, calpestato, per comprendere meglio “le an-gosce svelate”, nonché quelle situazioni che negano ai bambini l’infanzia, ma anche tutte le manifestazioni di coraggio... Penso che questo sia un libro formativo.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso af-fermativo, può darcene un’anticipazione?
Risposta: Si può dire che ogni giorno scrivo una poesia. Lo faccio per me stessa. Non ho per il momento in mente di comporre altre opere. Penso che mi dedicherò alla formazione, per rafforzare ed espandere il mio universo interiore.
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Collana "I Diamanti - #Poesia"
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ISBN 978-88-591-7596-4
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