| Intervista a Jessica Pasqualetto, che presenta ai lettori il libro "Un cuore di cristallo per salvarne due" (Aletti Editore)
Domanda- Partiamo proprio dal titolo, come mai “UN CUORE DI CRISTALLO PER SALVARNE DUE”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Jessica Pasqualetto - Il titolo parte proprio dalla storia del libro: una fragilità di un cuore malato fisicamente e sofferente (ha un suo modo particolare di vivere la malattia che probabilmente la porterà alla morte); un cuore chiuso alle emozioni e quindi un’altra forma di fragilità (ha scelto una vita di sesso e libertà senza alcun sentimento verso gli altri); un cuore perennemente tormentato dal passato e dalle scelte fatte (una vita colma di sacrifici, dolore, rinunce a favore di un bene superiore). Tre forme di cuore fragile inteso sia a livello fisico che emozionale. La fragilità non poteva che essere simboleggiata dal cristallo.
Nel libro si affronta il tema del modo di vivere l'empatia in generale e non solo del sentimento inteso come il classico amore di coppia.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Penso, o per lo meno è ciò che accade a me, che la realtà abbia il suo peso in ciò che si scrive. Per quanto una storia possa essere del tutto inventata e creata dalla nostra fantasia, all'interno è impossibile che non vengano toccati temi, poi logicamente camuffati rispetto la realtà, di cose da noi vissute, provate, viste, sentite. Penso anche che sia un bene affrontarle sia per se stessi, sia per essere di aiuto a qualcun altro che magari ha vissuto cose simili o si rispecchia in qualche situazione presente nel libro. Per esempio si tocca l’argomento violenza (che è attuale e sempre più sentita purtroppo), amicizia, amore, il ruolo dei dottori e della ricerca (se ci pensi bene con il covid è attuale anche questo aspetto), rabbia, tristezza, spensieratezza, tecnologia (la protagonista è limitata in quasi tutto ciò che una persona che sta bene può fare e la tecnologia la rende più partecipe), speranza … Pensiamo alla situazione attuale covid per esempio e facciamo un paragone col libro. La situazione sanitaria da me descritta sembra non avere via d’uscita ed è destinata a peggiorare a meno che si riesca a trovare una soluzione sperimentale tra tutte quelle provate negli anni che sia efficace. La pandemia attuale se ci pensi è simile a questa situazione: iniziata con focolai che si pensava si potesse gestire, è aumentata arrivando a molte morti e non sembrava migliorare. Si è provato con vaccini sperimentali pensando fossero efficaci a lungo termine ma poi si è scoperto che duravano poco.
Una similitudine alla realtà, logicamente sotto un’altra forma scritta apposta per il libro e con una storia ben diversa, c’è.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Presi da una vita sociale attuale difficile, piena di persone che sono divise palesemente dal modo di vedere le cose, portate a volte a credere a chi fa loro più comodo, tecnologia che è utile ma anche specialmente per i giovani un freno per l'approccio sociale e poi con questo virus che ha cambiato non di poco il modo di relazionarsi e vivere una vita sociale che è mancata a tratti e che non ha più il sapore di una volta, scrivere di empatia, modi diversi di vivere e provare dei sentimenti, conoscere che ci sono realtà dove le persone non possono vivere come una persona normale vive, vedere certe scelte di vita fatte, è forse un modo di riallacciarsi alla vita che eravamo abituati a vivere.
Inoltre nel libro c'è l’argomento speranza che si riallaccia allo stato attuale di quello che stiamo vivendo col covid specialmente: la speranza nelle persone che studiano il problema e i vaccini sperimentali per questo virus così aggressivo e potente; nella storia del libro c’è la speranza di chi studia da anni quel problema.
Mi piace molto il termine speranza, questa “attesa fiduciosa” verso qualcosa.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “UN CUORE DI CRISTALLO PER SALVARNE DUE”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Il primo episodio che potrei indicare è quello dove ancora all’inizio uno dei tre protagonisti, il Dottore Dylan Jones, parla della violenza subita da sua mamma, di come lei ha voluto proteggere il figlio e preoccupandosi di lui prima che di sé stessa e facendo in modo che quegli episodi sentiti e capiti da quel a suo tempo bambino non potessero creargli alcun danno futuro.
Poi un altro episodio particolare è quando Dylan scopre che la malata terminale in cura dalla Dottoressa Edilson (che è anche colei che sta studiando in laboratorio specializzato con robotica all’avanguardia una tecnica di riuscita dell’intervento per aiutarla) è la sorella Janet. Dylan e Janet non hanno alcun rapporto tra di loro se non poche parole e a volte anche di conflitto. Ma arriva questo momento particolare e la storia comincia a prendere una piega diversa.
Un altro episodio chiave è nel momento in cui il passato misterioso che nessuno conosce della Dottoressa Edilson viene alla luce prima rivelato al Dottore Dylan Jones, pupillo della Dottoressa e al quale la Dottoressa tiene in particolar modo (ci sono domande e ipotesi da parte di persone che li vedono e conoscono sul motivo del rapporto speciale e molto legato tra i due Dottori … Hanno una relazione malgrado il Dottore dica di non avere relazioni fisse? Perché tra i due c’è tanto feeling?) e poi a Janet. Qui avverrà un altro cambiamento della storia.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Non ho autori preferiti, anche se logicamente ci sono più libri che ho a casa, o ho letto di più prendendoli dalla biblioteca, che appartengono allo stesso autore. Ma se devo essere sincera quando devo prendere un libro mi lascio trasportare dall'istinto: guardo la copertina, se mi rapisce il titolo o l’immagine leggo la sinossi e se quella mi incuriosisce o colpisce lo prendo indipendentemente quindi dall'autore che l'ha scritto.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Nessuna disciplina artistica o artista ha mai influenzato ciò. Sicuramente tutto fa parte della mia vita, delle mie esperienze, dei miei modi di vivere e pensare: questo ha dato vita alla mia scrittura. Tra l’altro uso una tecnica particolare voluta e creata da me: inserisco molto spesso le riflessioni dei protagonisti. Quando scrivo mi immedesimo nei personaggi di quel momento. Ma una storia descritta e con i discorsi diretti ecc, a volte non rende ben consapevole il lettore dello stato d’animo o di cosa pensa in quel momento il personaggio. Ho voluto rendere reali il più possibile i personaggi che quindi hanno un perché delle scelte di quel momento raccontato: è più uno di noi perché pensa e poi agisce come accade a noi. Entrare nel personaggio secondo me è come entrare nel libro e capirlo.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Devo anche essere sincera e forse sembrare anche buffa: non ho mai letto romanzi di questo tipo, ma adoro thriller e gialli. Ho letto anche Horror, fantascienza ma mai romanzi come quelli che ho scritto. (questo è il mio secondo libro). Curioso, vero?
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Leggere un libro cartaceo secondo me è una delle più belle cose che ci sia. Per quello che riguarda me leggere in digitale non mi dà la stessa sensazione di leggere un libro cartaceo: il cartaceo mi permette una concentrazione maggiore, stanca meno e rilassa. Il profumo della carta poi mi affascina e conquista. Il tatto stesso della carta … che bella sensazione! Anche il solo fatto di scegliere un libro dagli scaffali è un piacere: un titolo che ti attrae, una copertina, lo prendi, sfogli le pagine …
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Scrivere è sempre stata una parte fondamentale della mia esistenza. Fin da piccola ho sempre scritto. Quindi per me buttare pensieri, idee, realtà è naturale. Vi spiego come funziona per quello che mi riguarda quando scrivo un libro ... Sto facendo una cosa tipo camminare, lavorare, guidare ... cose di vita normale quindi ... e mi viene una immagine di una scena che va bene per il libro che sto scrivendo. Se posso prendo subito appunti e se non posso registro a voce parole chiave che mi porteranno poi a ricordare il pensiero avuto e poi una volta che posso scrivo. Basta iniziare a scrivere che da quella immagine trascritta, senza volerlo, esce dell'altro e vado avanti ore e ore. Scrivere a mano è una sensazione unica e ho un quaderno dove riassumo le frasi e per poi elaborarle. Però senza word diventerei matta. Non so davvero come facessero una volta gli scrittori. Io scrivo, modifico le frasi poi da un punto della storia magari le passo ad un altro punto, le rielaboro … Scrivere è tutto uno scrivi, sistema, correggi, cancella, sposta. E poi alla fine si passa ai sinonimi per cercare di non essere ripetitivi. Se dovessi scrivere a mano a forza di asterischi o correzioni ci sarebbe una confusione enorme. Con word è molto facile e veloce. Ma, come dicevo, prima scrivo i riassunti dei capitoli e le idee chiave in cartaceo per avere una traccia.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “UN CUORE DI CRISTALLO PER SALVARNE DUE”, se non lo avesse scritto.
Penso per curiosità per via dell’intreccio che esiste, di questi tre modi di vivere che si completano, per i colpi di scena, per questa storia curiosa di un cuore di cristallo che ne salva due. Che cosa nasconde? Mi invoglierebbe. Inoltre questo modo di far sì che la storia scritta sia a tratti commentata come se stessero loro stessi raccontandola, dicendo cosa pensavano o vivevano quel momento, è una cosa secondo me da provare.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Sto scrivendo altri libri contemporaneamente che sono a buon punto: uno parla di un disagio sociale (ricchi e poveri) legati anche all'ambiente dello sport; uno è un poliziesco; uno che è ancora da definire se thriller o di azione ma penso ben presto andando avanti lo scoprirò; uno è un intreccio di storie di due fratelli e l’ultimo è misto tra scienza e fantascienza. Ho anche altre idee in mente ma sono solo abbozzate. Di sicuro non mi fermo a questi due libri: non è nel mio dna. Il primo libro l’ho pubblicato un anno e mezzo fa. Non mi sembra ancora vero che il secondo sia arrivato così presto. Questo mi fa avere una carica maggiore. Purtroppo non ho una vita normale: faccio un lavoro con orario solamente notturno e due pomeriggi sono impegnata in palestra fino alla sera. Dormo la mattina e il lavoro che faccio è dinamico e fisico perché carico gli scaffali per un supermercato della zona. È tutto un lavoro di forza fisica e velocità perché dobbiamo fare un tot di colli all’ora. Sali e scendi dalla scaletta, solleva e scarica pesi … Dalle 2 o 3 di notte fino alle 8 – 8.30 del mattino. Essendo poi stanca anche la mia mente subisce e infatti questi libri sono a rilento. Ma non fermi. La tenacia e la pazienza ce l’ho, perciò …
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Collana "Gli Emersi - Narrativa"
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ISBN 978-88-591-7467-7
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