| ✔Intervista a Alfia la Kappa che presenta ai lettori il libro "Il ponte"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo "IL PONTE". Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - E infatti il titolo è fortemente esplicativo: qualche tempo addietro mi sono ritrovata ad assistere ad un dibattito politico sulla costruzione o meno del Ponte di Messina, argomento che sembrava divenuto di fondamentale rilevanza nella campagna elettorale di alcuni partiti politici. Soltanto il sentirne parlare è stato per me motivo di incredibile ilarità: mi sembrava di essere tornata indietro di diversi anni, quando su questa infrastruttura si disquisì ampiamente su tutti i pro e i contro possibili e la sua costruzione sembrò dovesse diventare realtà. Mi tornò allora in mente che da qualche parte avevo letto la storia del "Ponte che non c'è", che risaliva agli albori delle civiltà, poiché, sembra, che chiunque ha avuto modo di dimorare in quei luoghi ne ha sentito la necessità. Ho quindi voluto, in questo volume, ripercorrere la storia della costruzione - o quantomeno degli studi per realizzarla - evidenziandone i benefici che ne deriverebbero e volendo immaginare i motivi che finora ne hanno impedito la costruzione. Credo che se qualcosa di noi arriverà nel lontano Futuro, gli storici di allora avranno l'assoluta certezza - viste le innumerevoli testimonianze scritte - che sullo Stretto di Messina sia esistito un Ponte talmente meraviglioso da sbalordire tutti per millenni, senza che mai il dubbio che non sia mai stato costruito veramente possa sfiorare alcuno, ma con l'unica meraviglia che questo abbia potuto non lasciare alcuna traccia.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso sulla scrittura?
Risposta - Tanto. Come ho già detto, è un dibattito sempre aperto perché i Siciliani sanno - e con prove evidenti - che l'opera è necessaria e utilissima, ma questo sembra non poter essere recepito da chi ci governa, che, invece, ne fa solo uso in campagna elettorale.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo libro?
Risposta -Ma, in realtà, il libro tratta di un dibattito mai sopito nel corso dei millenni, perché la costruzione del Ponte costituisce di fatto un problema irrisolto ma mai dimenticato. Semmai ho voluto spiegare che i motivi per costruirlo sono validi oggi come al tempo degli antichi Romani. Le motivazioni sono le stesse e la validità resta.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito "IL PONTE", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore, come li descriverebbe?
Risposta - Arricchenti. Molti di questi momenti sono stati di vero studio di episodi realmente presenti nella storia dell'isola di Sicilia che non conoscevo a fondo. Episodi già esilaranti per il modo in cui si sono realmente svolti, senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro. La mia esperienza teatrale come attrice, oltre che come autrice, mi ha aiutato a capire subito che questi episodi potevano esse trasformati in una commedia da portare in scena e che oltre che divertente, potesse essere anche informativa, che desse un'opinione e un messaggio concreto sull'utilità del Ponte trattato. L'aver quindi trasposto la storia vera su un lavoro teatrale comico, ha senza dubbio appagato la mia necessità narrativa. Alcuni argomenti vanno trattati a teatro perché diventino veramente incisivi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta -La mia formazione è talmente varia che non riesco ad indicare un autore - o solo alcuni autori - in particolare. Ho letto molto e in tutte le direzioni, dalla narrativa ai trattati scientifici, dall'architettura ai lavori teatrali, mossa sempre da una curiosità genuina, fine a sé stessa. La stessa curiosità che mi ha guidato negli studi Accademici, tra le diverse facoltà, per più di vent'anni, tra tradizioni ed innovazioni.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta -Di certo il teatro: grande passione da tanti anni, che riesce a darmi ancora emozioni profonde. Trovo che, se si vuole dire qualcosa, qualcosa di personale o di sociale, un'accusa, una richiesta di perdono, uno sfogo, una qualsiasi verità, il teatro è il luogo giusto per farlo. Poi, la sociologia: studiare le società e gli aspetti e i risvolti che nuove realtà, nuove imposizioni come nuove libertà, nuovi usi e costumi che si modificano nel tempo apportano nelle comunità quali indicatori di un futuro probabile, mi affascina profondamente.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta -Beh, anche se questa è certamente una commedia storica, in realtà non è questo il genere che prediligo, anche se mi intriga poter descrivere la nostra storia con dei toni diciamo "non accademici": trovo diventi più fruibile ed anche più interessante. Però - forse in questo particolare momento della mia vita - credo che il romanzo autobiografico sia quello che più mi interessa: ripercorro momenti della mia vita proponendoli però al lettore come fossero inventati, sicuramente ricucendoli su personaggi di fantasia.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Entrambi. Trovo l'andare in libreria, ed acquistare un libro cartaceo, un'attività anche formativa: chiedere informazioni e consigli all'interno o disquisire sulle edizioni con altri lettori è qualcosa di insostituibile. Di contro il formato digitale è più immediato e fruibile senza necessità di trovarsi in un determinato luogo per avere con sé il volume.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura durante la composizione del libro?
Risposta -Disteso al massimo. Non ho trovato intoppi narrativi o blocchi dello scrittore. L'ho scritto quasi di getto, dopo aver completato i dovuti studi storici che lo caratterizzano. E mi è piaciuto immaginarlo in scena, davanti ad un pubblico interessato oltre che divertito.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "IL PONTE", se non lo avesse scritto.
Risposta -Senza dubbio per metterlo in scena e portarlo in tournée, per far conoscere la validità - e la necessità -delle motivazioni per la costruzione del Ponte: sarebbe uno spettacolo divertente, vario ed interessante. Trovo che possa essere significativo sia per l'aspetto politico, sia per l'aspetto sociale, sia per l'aspetto storico, sia per il divertimento puro - infantile - che questo può senza dubbio recare agli spettatori.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo può darcene una anticipazione?
Risposta - Certo. Ho molte altre opere da scrivere, molto presto. Alcune sono già in fase di pubblicazione, anche se si tratta di opere narrative di genere diverso. Ho però già iniziato la stesura di altre due commedie teatrali comiche: una, la cui storia si svolgerà all'interno di una azienda artigiana tipicamente siciliana ma di profilo internazionale (almeno nelle intenzioni), che rispecchi la società di quell'epoca d'oro che si respirò in Sicilia ormai quasi quarant'anni addietro, ed una che, invece, si svolgerà nei "Pazzi anni Venti", non più quelli del 1900 ma quelli attuali del 2000, e che tratterà delle vicende attuali che, nostro malgrado, ci ritroviamo a vivere.
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Titolo: Il ponte. Ma prima o poi lo faremo. Commedia comica teatrale in 4 atti
Autore: Alfia La Kappa
Editore: Aletti
Collana: Il sipario. Teatro
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 16 dicembre 2021
Pagine: 44 p., Brossura
EAN: 9788859175179
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