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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

“NELL’ARIA C’È QUALCOSA DI TE CHE NON RIESCO A TRATTENERE” di ANTONIO SCOMMEGNA. Recensione di Maria Franca Dallorto Peroni.

di Rassegna Stampa

“NELL’ARIA C’È QUALCOSA DI TE CHE NON RIESCO A TRATTENERE” di ANTONIO SCOMMEGNA.

«È sempre assai piacevole trovarci nello splendido Salone D’onore di Palazzo Taffini. Oggi ancor di più, perché parleremo di POESIA, ascolteremo poesia e musica.
Tutte le arti sono “#Poesia”, perché esprimono sentimenti ed emozioni, ma, in particolare, poesia e musica vanno a braccetto: nell’antichità le poesie non erano recitate, ma cantate. La poesia si canta, si balla, si recita.
Oggi omaggiamo il prof. Antonio Scommegna e il suo ultimo libro.
Inizio dalla copertina, dal titolo, come sono solita fare con ogni pubblicazione. Questo, perché il libro è un “personaggio” vivo e, per avvicinarmi a conoscerlo, parto dalla sua fisicità.
Due righe di titolo: “NELL’ARIA C’È QUALCOSA DI TE…”, espressione di leggerezza gioiosa, di un fascino che aleggia intorno, ma poi continua: “...CHE NON RIESCO A TRATTENERE”. Si è affievolita un po’ la gioia, c’è un dualismo che riporta alla realtà, sostenuta dall’immagine, potente, di marosi minacciosi, impetuosi, compatti, quasi solidi. Il titolo ci dice, dunque, “vorrei sempre godere di te, ma tu fuggi”. Inesorabile…
Ciò rappresenta lo svolgersi della vita, che ci conduce a ricercare, a cercare di raggiungere e afferrare la felicità; anche illudendoci, complice la poesia, che può alleggerire il buio di un mare in tempesta, i problemi che arruffano e scompigliano la superficie dei giorni. I versi di Antonio Scommegna sono, a mio parere, sintetizzati nel titolo e nel dualismo, presente, poi, in molte poesie della silloge.
Scrive “qualcosa d’importante sulla battigia, ma l’onda cancella tutto”. “Potevi fare di me ciò che desideravi; ma non sei riuscita a percepire l’immensità del mare”. Metafora che presenta i temi dominanti del libro: l’AMORE, la DONNA, il MARE, protagonisti che dispensano gioia, bellezza, ma anche dolore, felicità assaporata e poi svanita, in un intreccio amoroso da film. L’autore ci ha abituati con le sue poesie all’accostamento di elementi naturali al corpo femminile o a parti di esso; LA DONNA È NELLA NATURA, il che richiama l’Eden; leggiamo: “Sei nei frutti di ogni stagione” e diventa ella stessa frutto di amore sensuale, passionale.
A volte il poeta crede di possedere ciò che poi non si avvera: ne è però, consapevole; in una poesia usa la parola “FATALMENTE” forse per consolarsi, ma continua a sperare nella potenza dell’amore che incorona di rose e di spine, a cedere, dice, “a un tuo cenno”, anche se poi compare l’immagine delle conchiglie vuote, abbandonate in un cassetto che più non “echeggiano nenie di mare”. Romantico questo aspetto del poetare!
ROMANTICISMO, infatti, non è solo sogno di un amore, di un bene, ma anche dolore per non poterlo possedere. I versi, infatti, cantano, sì, amori corrisposti, vissuti o solo immaginati, ma anche amori che infiammano e muoiono. E fanno male… raramente però, si riscontrano note di pessimismo; ho presente la poesia “CAPITA”: qualche schiaffo l’ha costretto al ritorno nella realtà, qualche insuccesso l’ha risvegliato dal “limbo” ma tutto è servito a rendere la sua vita “così preziosa così stupefacente”. SCHIAFFO – LIMBO// PREZIOSA-STUPEFACENTE.
Parole di ombra e parole di luce; così è la vita, è come un quadro di Caravaggio dove le ombre danno risalto alla luce e viceversa, in un gioco continuo di scambi si ride, si piange. L’Autore afferma la volontà di ”rinascere ad ogni alba/nel sole della vita”. Trova sempre un appiglio su cui aggrapparsi, sia esso il mare o un nuovo amore, fonti di speranza, che è linfa del cuore. Si muove perlopiù in un PRESENTE DILATATO che lo rende vivo, con “follia di gioventù”, anche in età avanzata come recita Charles Aznavour cantautore francese citato all’inizio del libro.
Il passato diventa leggero, il futuro diventa presto presente; il futuro sovente provoca l’ansia, il passato la malinconia: l’unico tempo amico è, dunque, il presente per il suo animo eternamente innamorato della vita, della bellezza ovunque alberghi.
Ama la musica, le canzoni di decenni trascorsi; richiama a volte versi di cantautori che tutti ricordiamo con piacere: penso alla poesia ”CAFFÈ” : ora la notte avevo di che sognare/di giorno incontrarti/e scrivere poesie” e noi tutti pensiamo a Luigi Tenco (Mi sono innamorato di te).
Nel libro sono pure presenti due poesie in dialetto “salinaro”, quel pizzico di radici che compare nelle ultime pubblicazioni. Il dialetto ha una magia e una forza sotterranea e Antonio Scommegna è legato alla sua terra, al “mio mare” scrive, alle sfumature di colore, alla voce delle onde carezze sul cuore, anche “se sanno di sale”; gli piacciono le donne del Sud, confessa, (torniamo a similitudini e metafore su AMORE e MARE che si completano a vicenda) e le poesie, allora, indicano il suo RITORNO A CASA. Affiora, infatti, tenerezza nei ricordi d’infanzia o in espressioni che riportano agli anni giovanili, ad amori lontani, a slanci regressi per timidezza, ma verdi di speranza: quando pensa a ciò con un velo di nostalgia, il suo cuore ritorna ragazzo!
Mi soffermo sull’ultima poesia “CUORI INDURITI”, che lancia un forte messaggio e questo è anche il compito della poesia, denunciare e proporre: “CUORE INDURITO” è una riflessione sull’odierna società, arida, non propensa alla condivisione. I tre versi finali recitano: “Solo la compassione può sciogliere l’indifferenza e rivitalizzare i cuori”. È un invito non solo a “patire con“, ma a provare empatia verso gli altri, ad aprirci alle relazioni e a non essere solo sé. È significativo che questa poesia concluda la silloge.
“NELL’ARIA C’È QUALCOSA DI TE CHE NON RIESCO A TRATTENERE” è un canto libero a tratti disarmante, in cui l’autore si prende la libertà di scavare nel profondo del suo cuore, negli angoli più intimi, di esprimere e comunicare ciò che detta dentro: accogliamo questi vincoli d’amore a cuore aperto, che sconfiggono lo spazio e il tempo».

Savigliano, 6 Novembre 2021. Maria Franca Dallorto Peroni
(nella foto)

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