| ✔Intervista a Damiana Belvedere, che presenta ai lettori il libro "Straripare" (Aletti Editore)
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Straripare”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
🧷 Overflow in inglese fa tutta un’altra figura quasi abbia un significato differente. In italiano è un termine unico: straripare il titolo del libro dà l’esatta percezione delle mie emozioni, sempre in eccesso, nessuno se ne accorge, tranne la sottoscritta. Un semplice cambiamento di programma può mandarmi in sovraccarico, mi paralizza. Straripano i fiumi, le crescite esponenziali e illogiche dell’immobiliare nelle città e nelle sue periferie. Dentro le case straripano gli armadi di vestiti di oggetti, i rifiuti, tutto abbonda persino i libri e le pubblicazioni. Questo ci porta all’abitudine e alla fine a non percepire più niente, si dà per scontato. Passa tutto inosservato. Troppo di tutto.
La mia incapacità di esprimere le emozioni in modo naturale, con la fonetica, mi ha creato molte difficoltà persino chi mi conosce bene fatica a capire, è sempre stato così. Mi mancano le parole, la tecnica del linguaggio fluente quale può essere l’oratoria paralizza innanzi alla potenza delle mie inclinazioni emotive per questo cerco la solitudine e ho paura di tantissime cose soprattutto nell’ambito lavorativo, strano ma vero. Qualcuno pensa addirittura che riesco a farmi mettere i piedi in testa da chiunque, ma la verità è che le emozioni sfociano in modo incontenibile e non riesco ad esprimerle nel posto giusto al momento giusto.
La cosa più triste è che la maggior parte delle persone che mi conosce è convinta del fatto che io sia una persona forte in grado di affrontare tutto, in parte è vero. Il lavoro che ho fatto sulla mia persona per essere forte è immenso e molto doloroso: diciamo che mi auto gestisco e riesco a controllare la mia esagerata emotività o ansia ma è molto faticoso.
Oggi poi tutto straripa, straripare è la regola. Straripano i documenti in ufficio, il lavoro arretrato e futuro, gli oggetti, i vestiti, le informazioni, le parole. Siamo persino straripati al di fuori di noi per apparire migliori e un fiume ormai è l’elemento più naturale che possa venire in mente l’ultimo baluardo di normale straripamento.
Tutto il resto è maledettamente artefatto da noi umani, rischiamo di venir fagocitati dal troppo tranne che dall’amore: spesso contenuto, fatica a straripare. Il sentimento più elementare e importante al mondo, deve imparare a spiccare il volo: da qui il mio omaggio. C’è sempre carenza e bisogno d’amore ovunque. Illogico alla razionalità, imperante, l’amore viene rilegato ai margini e ce ne accorgiamo in ogni ambiente, se manca, è un sottointeso interessante.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
🧷 La realtà ha inciso nella mia scrittura in modo determinante. Senza il mio vissuto reale la mia scrittura non esisterebbe.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
🧷 Diciamo in maniera cristallizzata certamente l’#amore. Ci ho sempre creduto accumulando una serie di fallimenti epocali. Avevo bisogno di amore e davo agli altri quello che cercavo senza pretesa di uguaglianza. Rimproverarmi, non so, non riesco: ci credevo, pensavo fosse facile invece l’amore è un equilibrio davvero instabile, una formula alchemica quasi impossibile.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “#Straripare”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
🧷 Ovviamente il fatto di poter pubblicare con una casa editrice che si occupa di poesia per titolo di nascita è stato un mio successo personale, avere il professore Hafez Haydar a correggere le mie difficoltà direi che è un grandissimo onore e lo ringrazio tanto per aver accettato senza neppure conoscermi. Episodi stupendi che hanno ispirato alcuni scritti riferiti a luoghi che ho visitato grazie al mio compagno Alessandro quali “Il meteorite” “Riva bianca” “Acquacheta” dei viaggi in macchina molto interessanti in luoghi insoliti e pittoreschi da ispirarmi con la loro bellezza unica.
Entusiasmante dedicarsi alla raccolta di tutte le poesie raccolte insieme per comporre il libro, una specie di erbario casalingo, indimenticabile.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
🧷 Quando ero giovane leggevo molto. Adesso quello che posso. Ricordo gli autori russi con passione, Pirandello, Herman Hesse ovviamente la Fallaci e pure libri da poco quali gli Harmony che ho amato molto da ragazza. Allora la poesia per me era inafferrabile nella composizione. Diciamo che non la capivo molto, appariva piuttosto come un’arte troppo potente. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” ecco! la prima volta che ho sentito tale verso; sono straripata, non sapevo letteralmente che dire né pensare, ero in quello stadio di overdose di emozione come mi fosse caduto addosso il cielo, intorno a me invece chi prendeva il verso come un’offesa verso la vita. Che dire, Pavese non è facile ma, dal mio punto di vista, va interpretato al di fuori da schemi religiosi.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
🧷 Sì certo, l’arte figurativa e astratta mi hanno formato. Ho amato molto Mondrian, Cezanne e Picasso in ultimo Burri. Nino Mustica, un pittore astratto piuttosto noto, è stato un mio insegnante.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
🧷 I miei generi letterari preferiti, non so, sono molto volubile, mi faccio attrarre dalle copertine, dai prezzi, dagli autori, dalla moda (sono influenzabile da questo punto di vista), di certo il gotico mi attrae e la poesia, ma anche i saggi e le loro pretese mi affascinano.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
🧷 Adoro il cartaceo ma ho un kindle e un kobo perché non so più dove mettere i libri.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
🧷 Il mio rapporto con la scrittura è un dialogo con me. Molto intimo naturale sincero.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Straripare”, se non lo avesse scritto.
🧷 Per il titolo “Straripare” lo comprerei certamente, per il color corallo della copertina e perché in fondo non sono una rarità da interpretare ma una donna spontanea e aperta rischiando di scoprirmi troppo. Ho voluto comunque scrivere cercando di mettere da parte le paure di mostrarmi per vincere sulla paura e sulla vergogna. Vorrei prestare la mia voce narrante anche a chi non riesce ad esprimersi nella scrittura.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
🧷“Poesie in cucina”, nato durante la pandemia, è quasi in dirittura d’arrivo. Un libro viscerale di pancia. Qualcosa di magico una parte di me che si è staccata senza volerlo.
“Distretto anarchia emotiva” è in creazione. Vorrei raccogliere le emozioni, non da masochista, piuttosto dal punto di vista razionale, quasi una raccolta fotografica per fare ordine. Per avere il controllo sulle attività di pensiero incommensurabili e restringerne il campo. Non so come andrà, il libro è ancora in fase gestazionale. Vorrei arrestare e imprigionare certe emozioni forti che a guardar bene potrebbero essere non autorizzate o illegali e che spesso riescono ad annichilirmi lasciandomi priva di forza.
Autore: Damiana Belvedere
Titolo: Straripare
Editore: Aletti
Collana: I diamanti
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 22 ottobre 2021
Pagine: 80 p.
Euro: 12
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