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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista ad Antonio Invito, che presenta ai lettori il libro “Il camerino dagli specchi incrociati” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Intervista ad Antonio Invito, che presenta ai lettori il libro “Il camerino dagli specchi incrociati” (Aletti Editore)

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il camerino dagli specchi incrociati”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Antonio Invito - Perché Il camerino dagli specchi incrociati? Be’, in realtà, il titolo è nato un po’ per caso (come nascono, d’altra parte, le idee di tutte le opere). In origine, Il camerino dagli specchi incrociati era semplicemente il titolo di uno dei racconti della raccolta, ma rendendomi conto del suo valore rappresentativo e raccogliente, ho scelto di “promuoverlo” a titolo definitivo del libro. In fondo, ogni storia è lo specchio di tante realtà. Infine, uno degli argomenti più ricorrenti all’interno della raccolta è senza dubbio quello del Sogno, inteso come mondo parallelo ma non per questo meno reale e concreto, come rivincita del bene sul male e dei deboli sui potenti.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Antonio Invito - È inevitabile che la realtà incida sempre parecchio sul lavoro svolto dalla fantasia e le sue misteriose articolazioni. Nel mio piccolo, credo di essere un buon osservatore, ed è la capacità di osservare che porta un narratore a confidarsi con la carta, dando corpo a personaggi che non sono altro che trasposizioni di esperienze e memorie abbandonate nei file del cervello. Ovviamente, saper osservare non significa per forza essere un bravo inventore di storie (spetta stabilirlo al lettore).

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Antonio Invito - Chi scrive desidera essere ricordato, lasciando una sensibile eredità di sé ai propri lettori (che siano molti o che siano pochissimi), ed è questo un desiderio per certi versi presuntuoso e per altri assai nobile. Quello che penso di aver tentato di custodire con questi testi è la sensazione di incompiutezza dell’essere umano e dell’essere se stessi. Quell’incompiutezza che va trasformata in virtù e non in mancanza.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il camerino dagli specchi incrociati”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Antonio Invito - Il ricordo più bello corrisponde al pomeriggio in cui una mail dell’Aletti mi comunicava l’approvazione dei racconti all’interno della collana “I Diamanti”. Questa raccolta nasceva come tentativo d’approccio verso la prosa ed era stata partorita in fugaci momenti di noia o addirittura tra i banchi di un’aula scolastica; non avevo dunque, all’inizio, grosse pretese. Ma si sa, le cose più belle sono quelle che non si aspettano. Descriverei quanto appena detto con un titolo improvvisato: Parole in fuga ancorate ad un porto sicuro.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Antonio Invito - È proprio vero: non c’è autore che non disponga di modelli di base a cui ispirarsi (soprattutto durante gli approcci iniziali con la scrittura). Per scrivere, però, bisogna leggere molto e avere la costanza di proporsi in perpetuo la volontà di imparare; è banale, ma fa sempre bene ripeterselo. Gli autori che amo follemente sono: Stephen King, Neil Gaiman, Ken Follett, Franz Kafka, Gabriel García Márquez, Paula Hawkins, Edgar Allan Poe, Tiziano Sclavi, Cesare Pavese e Guido Gozzano.
Romanzieri e poeti rappresentano la fonte d’acqua più pura da cui abbeverarsi.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Antonio Invito - Oltre a scrivere, da adolescente ho preso spesso parte a spettacoli teatrali scritti e recitati con altre persone molto creative. Il teatro ed il cinema sono due grandi passioni che coltivo parallelamente alla lettura e la scrittura. Adoro i film di Tim Burton, Steven Spielberg, Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick; è quindi naturale che l’impronta di questi stili narrativi mi abbia in qualche modo influenzato, ma seguendo un discorso meno generico, inquadrerei i racconti (qualcuno di più e qualcuno di meno) in un limbo fra il favolistico, l’horror e il grottesco.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Antonio Invito - Lo stile che preferisco? Be’, se proprio dovessi decidere, opterei per la letteratura horror. A differenza di quello che dicono in tanti, il realismo non sta nella fedele proiezione della realtà stessa, ma nell’interpretazione più fantasiosa di essa. I sogni, per esempio, vengono spesso definiti irreali, quando poi già riuscire a sognarli corrisponde ad una realtà palpabile. Forse non c’è effettiva distinzione tra fantasia e concretezza.
Per concludere, tuttavia, è giusto evitare di legarsi troppo ad un determinato genere. Penso che sia bello e creativo provare a leggere e scrivere di tutto.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Antonio Invito - Non ho dubbi: il libro cartaceo. Il profumo della carta stampata è magico quanto la bacchetta di uno stregone. È fuori discussione, però, che nel mondo moderno il libro digitale risulti pratico e funzionale (ha di certo i suoi vantaggi). Sono felice, infatti, che Il camerino dagli specchi incrociati sia disponibile nel formato cartaceo e in quello e-book.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Antonio Invito - Durante la composizione del libro, che come detto in precedenza è avvenuta in un periodo di formazione iniziale, il rapporto con la scrittura è stato paragonabile a quello di un esploratore con la natura. Uno scrittore fa sostanzialmente parte dei suoi stessi scritti, li vive in prima persona insieme ai personaggi. È come se venisse catapultato in un universo di confine con la missione di descriverlo e raccontarlo.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il camerino dagli specchi incrociati”, se non lo avesse scritto.
Antonio Invito - È complicato, per un autore, individuare un punto di lode nella sua stessa opera, di solito imbarazza oppure costringe a falsa modestia. Ad essere sincero, però, direi che se fossi al posto di un potenziale lettore acquisterei Il camerino dagli specchi incrociati per l’euforia di viaggiare rapide narrazioni, la bellezza di cominciare e terminare una storia nel giro di pochi minuti. Come suddetto, questa è una raccolta di laboratorio, nata per caso e per sperimentazione, e rappresenta quindi un insieme di racconti brevi, che nell’introduzione al libro mi sono divertito a definire: pillole di storie.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Antonio Invito - Come avviene in tutti i ragazzi, ho buona fiducia verso il futuro. Le idee sono tante e sono parecchie le storie che mi piacerebbe scrivere e trasferire su carta. Non so bene come, quando e a quale scopo, ma sono certo che scriverò tanto. È una cosa che mi piace e che mi rende felice. Ad maiora, ma nel frattempo mi auguro che Il camerino dagli specchi incrociati possa risultare gradevole e coinvolgente.

Titolo: “Il camerino dagli specchi incrociati”
Autore: Antonio Invito
Editore: Aletti
Collana: I diamanti
Anno edizione: 2021
In commercio dal: 23 settembre 2021
Pagine: 152 p., Brossura
EAN: 9788859173588
https://www.ibs.it/camerino-dagli-specchi.../e/9788859173588

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