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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
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Intervista a GIUSEPPINA CUDDÉ che presenta ai lettori “ANIMA ERRANTE NELL’INFINITO” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

✔Intervista a GIUSEPPINA CUDDÉ che presenta ai lettori “ANIMA ERRANTE NELL’INFINITO” (Aletti Editore)

✔Partiamo proprio dal titolo. Come mai “Anima errante nell’Infinito” e quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
📎“Anima errante nell’Infinito”. Sento, avverto il degrado morale in cui imperversa il mondo e le dannose influenze sulla vita di ognuno di noi. Io, anima trasparente - cosciente del disagio umano, coraggiosa nel dire di “no” al male, vivendo tempeste che, per mia fortuna, non durano per sempre, avendo imparato a rispettarmi e a sperare in un nuovo domani - mi pongo come pura girovaga alla ricerca di conforti umani e spirituali.
Tutti parlano d’amore quando, a volte, appare come semplice parola di ripiego. L’amore, per me, è un sentimento assai forte che racchiude in sé tante sfumature dipinte nel quadro del creatore. L’amore è laddove ogni cosa si fa con il cuore, dove ogni gesto nasce con il solo scopo di fare del bene. È una condizione emotiva, spirituale che fa parte di ogni essere, di ogni creatura. L’amore non ha colore, non ha età, non ha razza, non ha confini, non ha religione.
“Anima errante nell’infinito" … è la poesia che vive nell’eterna solitudine. Il mio canto alla deriva. Il vagare dei sogni. Chi mi ascolta è solo la quiete. Sul mio cuore, la poesia cammina lenta come l’erica delle paludi, l’uccello che plana sul ghiaccio notturno.
Mi sento una farfalla che viaggia nel tempo fatto di ricordi, di emozioni, di riflessioni che diventano parole seguite da parole che si trasformano in pensieri, che mi fanno sentire viva, importante di esserci, di riconoscermi in mezzo ad altre anime erranti.
È vivere la mia vita nel rispetto di tutti gli esseri viventi che mi circondano. Per me esiste solo un viaggio. Quello su strade che hanno un cuore ed è lì che desidero andare. È l’unica sfida che valga la pena affrontare.
Non ho timore di rimanere sola. Sono una guerriera determinata che sempre conserva, di sé, lo sguardo che ha addosso e le ali che permettono di percorrere le vie che mettono in salvo l’anima. Quelle vie dove trovare tesori nascosti che mai sono stati sepolti.” (da Introduzione ad “Anima errante nell’Infinito”).

✔Gli argomenti ricorrenti, fondamentali di questa raccolta lirica?
📎 a. L’essere umano. L’Io che è e che si interroga. Prima di tutto sul senso della propria vita e, poi, attraverso di esso sul senso dell’essere in generale. Le due domande, quella sul sé e quella sull’essere, non sono separate, ma strettamente connesse. Noi esseri umani ci interroghiamo e dialoghiamo, perché abbiamo in comune delle domande fondamentali a cui dobbiamo rispondere; perché siamo costretti a questionarci incessantemente su problematiche che attraversano tutta la nostra esistenza. È, infatti, dalla risposta a tali domande che dipende il senso del nostro esistere. Siamo “esseri questionanti” o, se si vuole, “esseri della domanda e della ricerca continue”, cioè “esseri dialogici” per eccellenza. Il continuo ricercare, l’incessante questionare, il problematizzare sempre più radicale sul senso dell’esistere, costituiscono i nostri tratti caratteristici.

b. Il rapporto tra uomo e natura. La natura viene rivalutata secondo un’accezione positiva. Attraverso questa, si può ritrovare sé stessi e vivere sereni e in equilibrio con tutto ciò che ci circonda. La serenità è essenziale e rappresenta uno stato d’animo profondo e costante, che permette di affrontare le sfide quotidiane con un atteggiamento favorevole e funzionale. Quando la calma interiore svanisce, come ritrovarla? La natura ci viene incontro. Riconnettersi con lei aiuta a ritrovare il nostro flusso energetico e a beneficiare di una sensazione di benessere.
La natura ci insegna che nulla è lasciato al caso e noi dovremo fare lo stesso.
Come tale è grande maestra di vita. Il viaggio onirico - che percorro attraverso le sue immagini, le sue meraviglie, i suoi colori, i suoi rumori, i suoi profumi - mi fa perdere per riscoprirmi. E come? Riaprendo gli occhi e recuperando fiducia in me stessa. La natura, se si rispettano i suoi equilibri, dona più di quanto si chiede. La natura, arte vera, arte pura, resta un punto certo di maestria, sotto tutti i profili. Non serve alcun dato scientifico per illustrare tale affermazione.

c. L’arte come filosofia di vita. L’arte è “filosofare”. Il tema si riconduce al primo enunciato, L’essere umano. L’Io che è e che si interroga sul sé, intorno a sé e alla natura, in senso lato. “L’arte come filosofia di vita” rappresenta un modo omnicomprensivo dell’Io di stare al mondo ed ogni sua sfaccettatura coincide con le diverse parti della sua anima.
Attraverso l’arte, l’artista costruisce sé stesso, modella la propria esistenza. È una via che si consuma nel silenzio tra prove quotidiane e pratiche di resistenza. È un “linguaggio di azione” che unisce il gesto alla parola, l’azione alla riflessione per esprimere la bellezza tra il finito [imperfezione] e l’infinito [oltre ogni limite, ogni confine]. Una bellezza che si interpone e viaggia tra materia e spirito (reincarnazione della dottrina dei “Poètes maudits”, Stéphane Mallarmé in particolare). Una bellezza che è lo specchio di quell’animo nomade, surreale, sofferente che era in loro, per il desiderio di provocare una società contemporanea sorda e cieca al cambiamento. Una bellezza che è il riflesso di quella “poesia pura” fine a sé stessa, libera da ogni vincolo, capace di allontanarsi dalla realtà contingente.
Il mio stile, pertanto, non è ambiguo, oscuro. Così come Marceline Desbordes-Valmore, è dolcezza, passione casta, pura commozione che nasconde una sofferenza intensa, che rivela il mio animo inquieto.

✔Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
📎La mia scrittura è autobiografica. È, quindi, la mia realtà, il mio vissuto. A volte, è l’esigenza di guardare me stessa, la mia storia con spirito indagatore; altre volte, il bisogno di cercare qualcosa che - in me - ancora manca. Un senso, un filo conduttore a cui appigliarmi per procedere in avanti. Ma, è anche la cura delle mie memorie - per ritrovarvi una risposta alla sensazione di disorientamento che spesso mi intrappola - e rifugio, inteso come silenzio in cui ricercare le parole che mi rappresentano, durante l’atto di scrittura, di creazione.
Pertanto, quando le mie memorie ricostruite, attraverso la “scrittura autobiografica”, vanno consegnate al lettore, diventano esposizione, ovvero un consegnarmi totale e coraggioso, un allontanarmi dall’isolamento, la ricerca di una nuova dimensione di vita, il riconoscimento di me stessa, della mia storia all’insegna di una consapevolezza di vivere tutta particolare.
La mia “scrittura autobiografica” mi permette di vedere al mio vissuto con più chiarezza, di narrare le mie paure, di riportare alla luce - con parole scritte - sogni che vibrano di vita e che reclamano di essere realizzati. È, con termini da sognatrice quale sono, “un’orchestra composta da tanti musicisti creativi che, ad un certo punto, prendono a suonare una musica diversa che a tratti spaventa … a tratti incanta.”

✔La scrittura come valore testimoniale. Cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
📎La verità come portavoce di “bellezza”, che contraddistingue la vita. L’esperienza umana, fatta di emozioni discordanti, di scelte incoerenti, di comportamenti irrazionali. La realtà dell’esistenza umana che, su di un “foglio bianco”, spesso si colora di disagio, di rimpianti, di dolori, di impotenza, nonché di “Ennui”.

✔A conclusione di questa esperienza formativa, che ha partorito “Anima errante nell’Infinito”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
📎Non riesco ad isolare episodi, poiché tutti hanno la stessa matrice. Una vita assai dolorosa. Distante dalle persone, che avrebbero dovuto darmi affetto, ho annegato la mia sofferenza nella cultura. “Se incontriamo un uomo di grande intelligenza dovremmo chiedergli che libri legge”.
Ho letto tanto, sin da bambina, e - per conseguenza - imparato, assimilato tanto. Conservati, in cuor mio, le esperienze di altri, i racconti di altri come testimonianze di vita. Ho letto e studiato di Psicologia dell’età evolutiva, di Pedagogia sociale (mia seconda laurea, dopo Lingue e Letterature Straniere Moderne, presso il CRDP Accademia di Grenoble - FR), di Filosofia, di Filologia romanza (sono specializzata in Letteratura comparata), … .
Esaltazione del mio Io? Assolutamente, no. Con grande umiltà, testimonianza di un episodio, se la “privazione affettiva” può considerarsi episodio, che mi ha - per mia fortuna - indirizzata verso la lettura, quale valvola di sfogo, salvezza, per abbracciare, poi, la scrittura. “La lettura è il pozzo da cui attingere per la scrittura”.
La lettura ha (spero), nel tempo, ingentilito e arricchito la mia persona in pensieri, in emozioni, in sensazioni, in affettività (per me miracolo divino). È diventata cibo imprescindibile per la mia mente, per il mio spirito. “Fermare la lettura equivarrebbe a fermare il mio tempo nel tempo.”

✔Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
📎Diciamo, nel mio caso, quale fonte di ispirazione? Essenzialmente, il sogno inteso come “rêve”. Il sogno è ciò che motiva una persona ad andare avanti, a creare per superare le crisi della vita. Una “creatività sognante” che deve coinvolgere e ispirare gli altri, quando noi stessi lo siamo stati a sua volta. Una catena che ci lega, ma che ci differenzia - gli uni dagli altri - per il modo soggettivo di percepire il mondo circostante.
Nel sogno, vi è il “respirare nuovo”, la vita che vorrei fare meglio. Una musica che energizza, dà grande gioia, mi fa sorridere e mi rattrista anche. Nella mia poesia tutto canta: la montagna, i prati, le steppe, i fiumi, un usignolo, le albe, i tramonti, …, l’amore, il dolore, la gioia, la tristezza, la vita, il prossimo. Ogni cosa dell’essere umano e che circonda l’essere umano “Correspondances” [Toute chose rappelle son contraire], Charles Baudelaire. Nella mia “creatività sognante”, l’Io/l’Uomo è sempre al centro dell’Universo e con esso il suo rapporto indissolubile e di eterna ambivalenza tra odio e amore, tra buio e luce, tra pianto e sorriso, … .

Gli autori che ritengo fondamentali nella mia formazione culturale e sentimentale? Facile da intuirsi, dopo quanto esposto finora. I “Poeti maledetti Francesi” (Charles Baudelaire, Parnassiano, Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, Stéphane Mallarmé, Simbolisti … anche se etichettare i grandi Maestri non è accettabile); i poeti Surrealisti Spagnoli della “Generazione del 1925/1927” (Jorge Guillén, Pedro Salinas, Rafael Alberti, Federico García Lorca, Vicente Aleixandre); i poeti, romanzieri, drammaturghi Preromantici e Romantici Francesi (Germaine Necker de Staël, François-René de Chateaubriand, Alphonse de Lamartine, Victor Hugo, Georges Sand, Stendhal); i Realisti e Naturalisti Francesi (Honoré de Balzac, Gustave Flaubert, Émile Zola) e tanti altri quali Colette, Margherite Yourcenar, Margherite Duras, Henri Troyat, André Gide, Marcel Proust, Paul Valéry, Jacques Prévert, Jean-Paul Sartre, Simone de Bauvoir, Albert Camus, Eugène Yonesco, Miguel de Cervantes y Saavedra, Gabriel Garcìa Marquez, Pablo Neruda, Lev Tolstoj, Jhon Dos Passos, Oscar Wilde, Jan Potocki, Giovanni Verga, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Luigi Capuana, …, nonché alcuni contemporanei come Stefania Auci. Potrei continuare, ma non desidero esagerare.
Preciso che leggo gli autori Francesi e Spagnoli in lingua originale (il francese è mia lingua madre; lo spagnolo, lingua acquisita), per cogliere ed apprezzare le peculiari espressioni o frasi idiomatiche di una lingua o - più propriamente - “il linguaggio automatico” e la sua musicalità. Sì, perché ogni lingua ha la sua naturale musicalità.

✔Ci sono altre discipline artistiche o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
📎Sì. La pittura, che stimola sensazioni, emozioni, ricordi. Quella “impressionista”, in particolare. La rappresentazione della realtà, così come appare all’occhio umano. La tecnica “en plein air”. Vi ritrovo la necessità di rinnovamento, il desiderio di parlare alle nuove generazioni, il bisogno del diverso, di verità, al di là del raggiungimento del “bello ideale”.
La mia poesia, sotto l’influenza dell’arte impressionista, diventa soggettiva rappresentazione de “l’attimo fuggente” attraversato da impressioni istantanee. Una poesia che scoperchia gli strati profondi dell’anima provocando, così, sensazioni di realismo, di naturalismo, di complicità, ma - nel contempo - di distaccata e indifferente leggerezza, poiché oblia la ragione liberandola delle sovrastrutture della mente, dei concetti inutili e superflui.
La mia poesia … “Una emozione del poeta, che si tramuta in visione.”

✔Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige ?
📎 La letteratura fantastica, la narrativa, il romanzo, i racconti, la commedia.

✔ Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale ?
📎Indubbiamente, quello cartaceo. Quello che si può tenere tra le mani, si può sfogliare e accarezzare. Non vi scrivo sopra. Anzi, amo custodirlo intatto. Sto attenta a non stropicciarlo, quando leggo. E … un bel segnalibro al suo interno. Segnalibri che faccio creare ad un mio amico tipografo al quale suggerisco mie citazioni e possibile tema sull’immagine, con mio cognome e nome. Difatti, alle persone a me care, regalo sempre una copia delle mie pubblicazioni con un mio segnalibro personalizzato.
Il libro cartaceo letto è, certamente, un “libro vissuto”, al quale si è attribuito un valore affettivo. Bello, poi, da collocare in biblioteca e da riprendere, quando si vuole, per sentirne il profumo del tempo e i ricordi che evoca.

✔Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
📎 La scrittura è un rapporto che vivo come unico. La scrittura è una corsa frenetica alla ricerca, alla scoperta del mio “io più profondo”. La scrittura è la creazione di un “altro mio io”, perché diverso da quello sociale. La scrittura è il momento in cui mi riconosco come intimamente reale, vera, senza condizionamenti che possano, in qualche modo, alterare il mio Io e limitare la mia libertà. La scrittura è stare nella mia opera. È trasferire in essa il mio sentire, il mio vedere immagini della parte perduta, forse più autentica del mio Io, che si susseguono in un viaggio onirico dalle tante sfumature, dai tanti colori.

• Un motivo per cui lei comprerebbe “Anima errante nell’Infinito” se non lo avesse scritto?
📎Comprerei “Anima errante nell’Infinito”, perché emoziona risvegliando in noi ricordi sbiaditi, ma soprattutto l’immaginazione per ritrovarsi in un’altra dimensione, in un altro regno. Una sorta di mondo parallelo per allontanarsi dalle tensioni quotidiane e trovare quel giusto equilibrio interiore che tanto offre in serenità.

• Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
📎 Sì. Altre raccolte liriche (“Al di là dell’orizzonte”, “Alba chiara sul greto”, “Il tempo ride nei fiori”, “Alito di brezza”), che offrono nuovi spazi di riflessione e di immaginazione, specie in un momento storico assai difficile per l’umanità, che avverte forte la necessità di ripensare a un nuovo modo di concepire e vivere la vita, ai suoi legami, alle sue relazioni.

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